LE “CHIACCHIERE” di Carnevale
Scritto da Laura Rangoni | Pubblicato in credenze e credulità in cucina
L’Italia è un paese dove la gente chiacchiera su qualsiasi cosa, a volte anche a sproposito. Soprattutto sulla cucina. A quanto pare, a Carnevale si chiacchiera di più. Il dolce più popolare d’Italia si chiama appunto così, chiacchiere, probabilmente per il rumore che fa la sfoglia fritta quando si sbriciola sotto ai denti.
Ci sono moltissime varianti locali, a Bologna si chiamano sfrappole, in alcune zone della Toscana cenci, perché assomigliano a strisce di tessuto, bugie in Lombardia.
La loro origine è molto antica: già nell’antica Roma, in occasione dei Liberali, le feste in onore di Bacco, chiamato anche Libero, il 17 di marzo venivano offerte sulla pubblica piazza strisce di pasta dolce fritte nel grasso e ricoperte di miele: le frictiliae.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
– 300 g di farina
– 2 uova
– 100 g di zucchero
– la scorza di un limone
– una bustina di lievito
– 50 g di burro
– un bicchiere di cognac
– una bustina di zucchero a velo
– olio per friggere
PREPARAZIONE
Impastate la farina con le uova, lo zucchero, il lievito, il burro fuso, poi unite il cognac e la scorza di limone grattugiata. Lavorate bene il composto, poi lasciatelo lievitare per un’ora. Quindi stendete con il matterello la sfoglia e ritagliatene delle strisce di una decina di centimetri. Friggete le chiacchiere nell’olio bollente, scolatele, passatele in un foglio di carta da cucina per assorbire l’olio in eccesso e cospargetele di zucchero a velo.