Pavarella
Scritto da vinoway | Pubblicato in vitigni
Il nome deriva dall’aroma di Santoreggia (pianta aromatica che cresce spontanea nei campi usata per insaporire i cibi). Il sinonimo Angelica umbellifera dal profumo di pepe verde, conferma tale caratteristica speziata. Dal pepe verde può derivare l’etimo veneto “peverise-pevere”.
Citato dall’Acerbi tra i vitigni coltivati in Valsugana e nei dintorni di Trento viene distinto in Peverella maggiore e minore, mentre il di Rovasenda (1877) riferisce di una forma ad acino nero coltivata in provincia di Treviso assieme a quella a bacca bianca. Il suo vino prodotto dalla Società Enologia Trentina alla metà del 1800 ebbe giudizi molto positivi alla fiera di Torino. È presente anche in Brasile e California portato da emigranti trentini e veneti.
Sinonimi
Peverise, Pevarise, Pexerenda,Malvasia del Vicentino, Angelica, Pfeffertraube,Trebbiano di Soave o di Verona, Trebbiano di Lugana o Torbiana, Verdicchio.
Nomi errati: Peverello.
Caratteristiche del vino
Il vino che se ne ricava è gradevolmente florale-fruttato, caratterizzato da esteri e acetati di origine fermentativa, buona speziatura da santoreggia e pepe verde; dotati di buona struttura e spiccata acidità che ne valorizza la freschezza.
Utilizzazione enologica
La vinificazione in vendemmia tardiva con fasi di appassimento naturale o artificiale porta ad un incremento significativo di note speziate da noce moscata (4-terpineolo) e da lillà. Se ne consiglia l’uso come vino da taglio o in purezza, se si vogliono produrre vini a nota fruttata o caratterizzati da note speziate e florali rispettivamente con raccolte normali o vendemmie tardive.
Fonte: Istituto Agrario di San Michele all’Adige.