L’Italia rischia di perdere la denominazione “Terrano”

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Il nostro Paese, dopo aver perso la denominazione Tocai per far posto a quello ungherese Tokaji, rischia di perdere anche quella del Terrano nel Carso Triestino a causa della Slovenia.

Tutto ebbe inizio quando nel 2013 il Ministero dell’Agricoltura Slovena fece ritirare da tutti gli scaffali del Paese tutte le bottiglie di Terrano made in Croazia.

La rivendicazione slovena però può avere effetti negativi anche sul Friuli-Venezia Giulia che ha già la sua Doc Friuli-Venezia Giulia Terrano.

Un alto dirigente ministeriale ha posto lo stop all’uso della denominazione da parte dei viticoltori del Carso triestino.

Citando le norme Ue, con una lettera inviata alla Regione ha infatti comunicato che l’Italia, in presenza della Dop Teran “non può legittimamente prevedere che il vitigno Terrano possa essere utilizzato per qualificare taluni vini Dop o Igp” e ha invitato a consultare i produttori del Carso in modo da “attivare, con la dovuta sollecitudine, la procedura intesa ad applicare la modifica ai disciplinari di produzione, in modo da consentire ai produttori di effettuare la scelta più appropriata per sostituire il nome del vitigno Terrano per le relative tipologie di vino”.

Nella sola provincia di Trieste sono coltivati circa 400 ettari di viti e un terzo è dedicato al Terrano, con una produzione media di 60 ettolitri ad ettaro, che danno 600.000 litri di rosso carsico.

Cristiano Shaurli, assessore regionale alle Risorse agricole del Friuli-Venezia Giulia, ha già incontrato al Parlamento europeo, a Bruxelles, il presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, Paolo de Castro, per discutere sul contenzioso con la Slovenia.

Questa mobilitazione punta a rivendicare e difendere una consolidata tradizione produttiva vinicola del Carso triestino appartenente alla famiglia dei Refosco e che prende il nome dalla terra rossa del Carso.

Redazione di Vinoway

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