Potatura della vite, longevità delle piante, malattie del legno e qualità. il metodo dei preparatori d’uva.
Scritto da Davide Ferrarese | Pubblicato in viticoltura
La scorsa settimana sono stato a Pollenzo per la quarta edizione del “Corso di potatura”, progetto realizzato dai Preparatori d’uva Marco Simonit e Pierpaolo Sirch.
Sono stati tre giorni di formazione e divulgazione di alcuni principi fondamentali, per me importantissimi anche prima del corso.
Qualche tempo fa, durante le potature, ho portato via dai vigneti alcuni ceppi di vite, di età differenti, ma che una volta sezionate mi hanno fatto vedere la verità di quello che accade al suo interno, e di come noi modifichiamo il suo flusso linfatico. (ti allego alcune foto)
Nelle mani del potatore sta il futuro del nostro patrimonio vitato. I potatori di un tempo sapevano bene come preservare la salute di una vite: nei vigneti si soffermavano con cura e dedizione davanti a ogni pianta, la studiavano con attenzione, pianta per pianta, senza l’ansia di uno sfruttamento immediato, ma con la lungimiranza di preservare la salute e lo sviluppo equilibrato della loro vigna.
Le potature oggi sono cambiate, sono cambiati i tempi e le persone che operano nel vigneto, infliggendo alle piante ferite alle quali non sono in grado di reagire, esponendole in tal modo alle tante malattie del legno.
Invecchiare bene consente una migliore qualità della vita e permette enormi risparmi: meno cure, meno medicine, un equilibrio vegetativo e di frutti esemplare.
Sono stati confermati alcuni dei miei principi, quali:
– evitare tagli grossi, possibilmente sul legno di 1 o di 2 anni massimo;
– mai fare tagli radenti, ma rispettare le gemme della corona;
– favorire il più possibile flussi linfatici lineari all’interno della pianta.
Per di più ci sono stati consigli interessanti contro il mal dell’esca dalla professoressa Mugnai dell’Università di Firenze, sull’impiego dei mastici e di trattamenti contenitivi alla diffusione dei funghi patogeni.