Distribuzione della viticoltura nel mondo

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La distribuzione della viticoltura nel mondo dipende principalmente da tre fattori:

1 – Motivazioni storiche.
2 – Cambiamenti sociali ed economici.
3 – Le esigenze ecologiche.

 

1 – Motivazioni storiche

La vite, partendo dalla Mezzaluna fertile e passando per la Grecia si è spinta all’interno del bacino del Mediterraneo e l’Europa centrale all’epoca dei Romani. La colonizzazione europea ha fatto in modo che la “Vitis vinifera” arrivasse nei territori del Nuovo Mondo con le colonie spagnole e portoghesi e successivamente con quelle inglesi ed olandesi.

Il progresso tecnologico, la facilità di scambio e l’industrializzazione di alcune zone ha causato la scomparsa delle viticolture marginali. Anche l’urbanizzazione e le esigenze climatiche hanno contribuito a questa selezione. Questo è il caso di alcune viticolture delle serre inglesi e belghe e quelle delle zone settentrionali della Francia o di alcune aree montane dell’Italia.Tuttavia vi sono dei casi dove l’evoluzione tecnologica ha permesso la sopravvivenza della vite in zone meno vocate; ad esempio l’area dello Champagne e l’impianto di vigneti in aree tropicali e subtropicali.

2 – Cambiamenti sociali ed economici

I cambiamenti sociali ed economici e la nascita di nuovi aree industrializzate, come l’India e la Cina ha fatto cambiare la quantità e il tipo di richiesta del consumatore. Questo a spinto molti paesi Europei a inseguire una viticoltura più accurata e rivolta ad delle produzioni di qualità.

La riduzione del consumo di vino, ha portato ad un ridimensionamento delle aree vitate dell’Europa quali Italia, Francia, Grecia, Bulgaria, Romania, Ungheria.

Altri paesi con una più scarsa cultura viticola, che hanno intravisto un possibile sviluppo economico in quanto ambito, hanno incrementato le aree vitate; è il caso dell’URSS, Portogallo, Austria, alcuni paesi del Nuovo Mondo come Argentina, Cile, Uruguay e alcuni paesi dell’Asia come la Turchia, l’Afganistan,l’India e la Cina.

3 – Le esigenze ecologiche

La crescente attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e della salute ha portato, in questi decenni, ad un’evoluzione delle tecniche di controllo dei parassiti e delle malattie. Le prime tappe di questa evoluzione sono nate a partire dagli anni settanta.

La produzione integrata punta innanzitutto alla prevenzione del danno, lasciando gli interventi di lotta diretta come mezzi di soccorso qualora le misure preventive si rivelino insufficienti. Questo tipo di approccio ha portato ad una pianificazione della coltura, considerando tutte le risorse disponibili:

  • La scelta di specie e varietà adatte all’ambiente.
  • Le produzioni più adatte al tipo di ambiente.
  • La scelta di varietà esistenti.
  • La scelta di materiale certificato.
  • La scelta dell’epoca di semina ottimale.
  • L’investimento ottimale di piante per unità di superficie.

 

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