Benanti Pietramarina punta di diamante dei vini dell’Etna

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Non si può parlare di Etna senza citare una delle sue cantine storiche: Benanti. È stato infatti il cavaliere Giuseppe Benanti, uno dei primi a credere in questo territorio, oggi tra i più apprezzati a livello internazionale.

 
Seguendo le orme del nonno, suo omonimo, già proprietario di alcune terre alle pendici dell’Etna, alla fine degli anni Ottanta, decide di riprendere l’antica tradizione di famiglia e fondare una cantina che negli anni diventa punto di riferimento per addetti ai  lavori e non solo. La cantina si trova sul versante Sud dell’Etna, a Viagrande (CT).

Oggi la guida dell’azienda i figli di Giuseppe, Antonio e Salvino. Intraprendenti e cosmopoliti i due gemelli, viaggiando in giro per il mondo, hanno saputo ben raccontare non solo i loro vini ma quelli di tutto il comparto Etneo, puntando su un lavoro di squadra. Non è un caso infatti che il nuovo presidente del Consorzio di tutela dei Vini Etna Doc sia Antonio Benanti.

Quest’ultimo sta infatti puntando a diversi progetti, avviando collaborazioni con le persone più qualificate nel settore enologico. Facendo un focus sui vini, è difficile stabilire quale sia il migliore tra nerello cappuccio, mascalese, carricante, ecc.

Ma, è indubbio che negli anni, uno dei bianchi più apprezzati che ha dimostrato grande potenziale di longevità, sia il Pietramarina, Doc Etna bianco Superiore. Proviene dalle vigne a piede franco presenti in contrada Caselle, sul versante orientale del vulcano più alto d’Europa. Il suo aspetto mostra un colore perfetto per la tipologia, giallo paglierino, e una lucentezza che lo definisce brillante.

All’olfatto si alternano diversi sentori, dalla dominante minerale alle note di frutta e, ancora, al mix di erbe aromatiche in cui si riconoscono in particolare salvia e timo. Al palato l’ingresso è fresco-sapido. Lo sviluppo gustativo si definisce in un rapido alternarsi tra la parte delle durezze e quella delle morbidezze. Si alternando infatti elegantemente, alcolicità, freschezza sapidità, regalando una sensazione piacevole e di pulizia. Un’altra punta di diamante è il Nerello Cappuccio in purezza.

La cosa che colpisce maggiormente è la sua longevità. Colore compatto e all’olfatto una complessità che mette in evidenza sentori di frutti, di fiori e anche di spezie, complice anche l’affinamento in legno. Al palato piace perché c’è un bellissimo gioco tra sapidità e tannicità. I tannini sono ben integrati con le altre componenti del vino, sono morbidi e rendono questo prodotto di facile beva e abbinamento.

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