Dall’Oltrepò il Metodo Classico dell’Azienda Calatroni
Scritto da Luisa Alzetta | Pubblicato in recensioni vino
Quando inizia a parlare della sua azienda di famiglia e dell’Oltrepò, il giovanissimo Stefano Calatroni è un fiume in piena: potrebbe parlarne per ore -con competenza e precisione- senza annoiare i suoi uditori, passeggiando tra i filari o nella sua tecnologica cantina a Montecalvo Versiggia.
Ascoltandolo ci si rende conto di quanto l’agricoltura sia un mondo in continuo movimento e quanto c’è da imparare sul biologico per non dare giudizi affrettati.
Da due anni circa l’azienda ha infatti intrapreso l’iter per la certificazione biologica e sta effettuando interessanti sperimentazioni, per esempio sui tannini naturali e sull’uso del zeolite.
Nel primo caso si tratta di prove condotte in collaborazione con il dott. Gianpaolo Benevento per l’utilizzo in vigna di tannini derivati dal carciofo e dalle foglie di té contro l’attacco di microrganismi patogeni, un progetto basato su studi effettuati presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige sull’efficiacia di tali sostanze.
Nel secondo caso si tratta dell’impiego del zeolite, un minerale di origine vulcanica che ha la capacità di creare una sorta di barriera fisica contro gli insetti vettori di alcune malattie (ad esempio le cicaline) e di assorbire l’umidità che si annida all’interno del grappolo maturo, allo scopo di contrastare l’insorgenza di oidio e botrytis.
Tutte pratiche da attuare in prevenzione, ovviamente.
L’azienda fa uso di letame per la concimazione, mentre è piuttosto “prudente” nei confronti del rame, che “altera la composizione microbica del terreno, tanto da bolccare l’attività dei microrganismi che dovrebbero scomporre il fertilizzante stesso per renderlo utilizzabile dalle viti”.
Un altro nuovo progetto interessante pensato da Stefano e da suo fratello Cristian: verranno accantonati e affinati in legno vini base di diverse annate, da utilizzare poi in piccola percentuale uniti all’annata corrente. Una sorta di metodo soleras, insomma, allo scopo di dare un tocco caratteristico agli spumanti dell’azienda: un sistema ancora poco praticato in Italia.
La loro produzione di Metodo Classico -circa 70.000 bottiglie- è unicamente di millesimati. Interessante il Pinot Nero 64, il primogenito dell’azienda, da un clone antico originario di queste zone. Spiccano l’acidità malica e sapida e le note balsamiche, tutto dovuto al territorio.
Esprime tutta la tipicità del pinot nero il “NorEma”, un rosé pas dosé sapido e “polposo” con soli 2 g di zucchero per litro, prodotto dopo una macerazione pellicolare di un mese.
Di prossima uscita un altro pas dosé, stavolta da pinot nero al 90% e chardonnay al 10%. Noi attendiamo con pazienza, perchè la fretta non va d’accordo con la spumantizzazione…