Dalla Terra dei Messapi un vino strutturato e fresco: Calitro Negroamaro Rosato IGT Salento
Scritto da Luigina Simonetti | Pubblicato in recensioni vino
Un rosato intenso, che parla della tradizione tutta pugliese del metodo a “lacrima”.
Una terra ricca di storia e di cultura, crocevia di grandi popolazioni che hanno lasciato preziose testimonianze archeologiche, è quella parte di Puglia chiamata Messapia.
Dominazioni, culture e civiltà si sono sovrapposte nei secoli, lasciando tracce importanti in siti archeologici, in cui è possibile incontrare cripte rupestri, torri costiere di avvistamento e strutture architettoniche di civiltà preromana.
Questo è un territorio piuttosto vasto, che comprende le province di Taranto, Brindisi e Lecce. Un ambiente in cui l’indiscusso protagonista è la viticoltura.
Primitivo e Negroamaro qui si presentano con le loro caratteristiche più spiccate, più radicate nel territorio.
Il paesaggio è dominato dalla macchia mediterranea e dall’utilizzo della pietra, di cui questa zona fatta di terreni calcarei e argillosi, né è piena. I confini tra un podere e l’altro sono segnati da bianchi muretti a secco. I Tholos, trulli a gradoni, rifugio dei contadini, sono disseminati qui e lì tra i campi. Un tempo, erano anche luogo di stoccaggio di piccole quantità di raccolto.
Questo spicchio di Puglia è caratterizzato da un microclima i cui inverni presentano rari episodi di grande freddo e le estati risultano battute da venti secchi settentrionali.
In quello che rappresenta l’ultimo avanposto Tarantino prima del Salento Meridionale, in agro di Manduria, Sava e Lizzano si trova l’azienda Calitro.
Si sono susseguite quattro generazioni legate a questo nome. Infatti, l’azienda di Francesco Lonoce produce vino da oltre mezzo secolo, e il termine Calitro affonda le sue radici nella tradizione locale di identificare i ceppi familiari attraverso l’uso di soprannomi. In questo caso, il termine viene dall’Oriente, si ipotizza dall’Albania oppure dalla Turchia.
Kaliter, che in entrambe le culture, riporta ad una aggettivazione positiva e che conduce all’idea di eccellenza, di grande valore e qualità.
Tra le sue produzioni, CALITRO Negroamaro Rosato IGT Salento, molto presente durante questa estate, sia nella ristorazione frequentata anche da noti personaggi del mondo dello spettacolo, sia nelle più importanti manifestazioni dedicate ai rosati.
Così lo incontriamo non solo qui in Puglia, ma anche in Friuli Venezia Giulia a Farra d’Isonzo(GO) presso Tenuta Borgo Conventi al TAKITALY, la grande maninfestazione di VINOWAY su vini Rossi e Rosati.
I vigneti seguono la forma di allevamento ad alberello, come è nella tradizione pugliese.
La raccolta viene fatta nella terza decade di settembre, rigorosamente a mano, con un’attenta selezione dei grappoli cui segue una pigiatura soffice delle uve e la vinificazione, che avviene col metodo a “lacrima”.
Subito dopo, si ha una svinatura parziale del mosto, che avviene dopo solo qualche ora di macerazione, con successiva fermentazione alcolica in “bianco” e breve passaggio in barrique.
Dalle uve del vitigno più antico della Puglia, il Negroamaro appunto, si estrae il primo fiore, che riesce a dare un vino che risulta fresco, sapido, morbido e piacevole, di gusto raffinato, capace di racchiudere in una bottiglia i colori e i sapori della terra di Puglia.
L’intensità di questo rosato si rivela già alla vista, col suo rosa cerasuolo dai riflessi porpora, i profumi intensi e persistenti di ciliegia e lampone, con sfumature di rosa canina.
Un vino strutturato, ma fresco ed equilibrato, ideale per accompagnare piatti di pesce, crostacei e molluschi, da bere freddo, ad una temperatura ottimale di 10°- 12°C.
Spett. Vini CALITRO,
GRADIREI CONOSCERE, GENTILMENTE, COME MAI IL VS. VINO HA PRESO IL NOME: CALITRO
GRAZIE
Ciao Luigi,
Calitro, ad oggi, è il soprannome della famiglia Lonoce e le prime tracce risalgono al 1700.
Pare, da ricerche fatte, che addirittura fosse il vero cognome della famiglia in origine, poi tramutatosi in soprannome negli anni a discapito del soprannome originale (Lonoce).
“Lonoce” derivava dal fatto che un loro avo avesse un imponente albero di noce nel vigneto al centro del paese.
In ogni caso questo Calitro è carico di storia e si potrebbe continuare a parlare ancora, ma..
Chissà, magari negli anni potrà ritornare ad essere un cognome 😀
Grazie e buona giornata.