Dalla Terra dei Messapi un vino strutturato e fresco: Calitro Negroamaro Rosato IGT Salento

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Un rosato intenso, che parla della tradizione tutta pugliese del metodo a “lacrima”.

 
Una terra ricca di storia e di cultura, crocevia di grandi popolazioni che hanno lasciato preziose  testimonianze archeologiche,  è  quella parte di Puglia chiamata Messapia.

Dominazioni, culture e civiltà si sono sovrapposte nei secoli, lasciando tracce importanti in siti archeologici, in cui è possibile incontrare cripte rupestri, torri costiere di avvistamento e strutture architettoniche di civiltà preromana.

Questo è un  territorio piuttosto vasto, che comprende le province di Taranto, Brindisi e Lecce.  Un ambiente in cui l’indiscusso  protagonista  è la viticoltura.  

Primitivo e Negroamaro qui si presentano  con le loro caratteristiche più spiccate, più radicate nel territorio.  

Il paesaggio  è  dominato dalla macchia  mediterranea  e dall’utilizzo della pietra, di cui questa zona fatta di terreni calcarei  e argillosi, né è  piena. I confini tra un podere e l’altro  sono segnati da bianchi  muretti a secco. I Tholos, trulli a gradoni, rifugio  dei contadini, sono disseminati  qui e lì tra i campi. Un tempo, erano anche luogo di stoccaggio di piccole  quantità di raccolto.

Questo  spicchio di Puglia è caratterizzato  da un  microclima i cui inverni presentano rari episodi di grande freddo e  le estati risultano battute  da venti secchi  settentrionali.

In quello che rappresenta l’ultimo  avanposto Tarantino prima del Salento  Meridionale, in agro di Manduria, Sava e Lizzano si trova l’azienda Calitro.

Si sono susseguite quattro generazioni  legate a questo nome. Infatti, l’azienda di Francesco Lonoce produce vino da oltre mezzo secolo, e il termine  Calitro affonda le sue radici  nella  tradizione locale di identificare i ceppi familiari attraverso l’uso di soprannomi. In questo caso, il termine viene dall’Oriente, si ipotizza dall’Albania oppure dalla Turchia.

Kaliter, che in entrambe le culture, riporta ad una aggettivazione positiva e che conduce all’idea di eccellenza,  di grande valore e qualità.

Tra le sue produzioni,  CALITRO Negroamaro Rosato IGT Salento,  molto presente durante questa estate, sia nella ristorazione  frequentata anche da noti personaggi del mondo dello spettacolo, sia nelle più  importanti  manifestazioni dedicate ai rosati.

Così  lo incontriamo non solo qui in Puglia, ma anche in Friuli  Venezia Giulia a Farra d’Isonzo(GO) presso Tenuta Borgo Conventi  al TAKITALY, la grande maninfestazione di VINOWAY su vini Rossi e Rosati.

I vigneti seguono la forma di allevamento  ad alberello, come è  nella tradizione pugliese.  

La raccolta viene fatta nella terza decade di settembre, rigorosamente a mano,  con un’attenta  selezione dei grappoli cui segue una pigiatura soffice delle uve e la vinificazione, che avviene  col  metodo a “lacrima”.

Subito dopo, si ha una svinatura parziale del mosto, che avviene dopo solo qualche ora di macerazione, con successiva fermentazione alcolica in “bianco” e breve passaggio  in barrique.

Dalle uve del vitigno più antico della Puglia, il Negroamaro appunto, si estrae il primo fiore, che riesce a dare un vino che  risulta fresco, sapido, morbido e piacevole,  di gusto raffinato, capace di racchiudere in una bottiglia i colori e i sapori della terra di Puglia.

L’intensità  di questo rosato si rivela già alla vista, col suo rosa cerasuolo dai riflessi porpora, i profumi intensi e persistenti di ciliegia e lampone, con sfumature di rosa canina.

Un vino strutturato, ma fresco ed equilibrato, ideale per accompagnare piatti di pesce, crostacei e molluschi, da bere freddo, ad una temperatura ottimale di 10°- 12°C.

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- 2 risposte:

  1. Luigi Cicoira ha detto:

    Spett. Vini CALITRO,

    GRADIREI CONOSCERE, GENTILMENTE, COME MAI IL VS. VINO HA PRESO IL NOME: CALITRO
    GRAZIE

  2. Vigneti Calitro ha detto:

    Ciao Luigi,
    Calitro, ad oggi, è il soprannome della famiglia Lonoce e le prime tracce risalgono al 1700.
    Pare, da ricerche fatte, che addirittura fosse il vero cognome della famiglia in origine, poi tramutatosi in soprannome negli anni a discapito del soprannome originale (Lonoce).
    “Lonoce” derivava dal fatto che un loro avo avesse un imponente albero di noce nel vigneto al centro del paese.
    In ogni caso questo Calitro è carico di storia e si potrebbe continuare a parlare ancora, ma..
    Chissà, magari negli anni potrà ritornare ad essere un cognome 😀
    Grazie e buona giornata.

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