Fongaro Riserva Brut Spumante Metodo Classico: ricercata interpretazione del Durello

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Le alte vallate tra le province di Verona e Vicenza, quelle dei Monti Lessini, sono uno scrigno naturale capace di custodire un ambiente unico ed ideale per una viticoltura che può raggiungere risultati di grande eccellenza. I rilievi dal profilo aguzzo, subito mostrano la natura del luogo e riconducono all’origine vulcanica del territorio, la cui impronta costitutiva, caratterizza in profondità, con forti tratti distintivi, le produzioni vitivinicole.

 
Certamente la Durella, vitigno autoctono dei Monti Lessini, è l’uva che rappresenta con più forza l’identità territoriale di queste colline. Una vite dalla storia antica, che si presenta con aspetto rustico, acini dorati dalla buccia spessa e dal sapore acidulo, ma capace di leggere e rappresentare in profondità questo luoghi, cosi come solo gli autoctoni, dopo un lungo periodo di  adattamento all’ambiente sanno fare; infatti l’appartenenza della Durella ai Monti Lessini risale almeno  al Medioevo.

Si comincia a parlare di Durella a partire dal 1200, quando in alcuni manoscritti compare con  il nome di Durasena, in latino Durus Acinus, a causa della sua buccia spessa e dura. Ma la prima vera descrizione la troviamo in epoca rinascimentale, nel 1553, quando , declinata al maschile col nome di Durello, compare come vino. Continuano ad occuparsene tra fine ‘800 e primi del ‘900 alcuni ampelografi, attestandone l’origine nella zona di Roncà.

Quest’area, per la ricchezza del suolo, composto da tufo e basalto, ricco di ferro, magnesio e numerosi altri microelementi, risulta tra le più interessanti del Nord Italia. I terreni dei Monti Lessini, hanno una grande presenza di fossili, risalenti a 50 milioni di anni fa, quando tutta l’area era ricoperta da distese di acqua. La porosità tipica delle terre vulcaniche, favorisce l’accumulo di acqua e di calore solare, che lentamente vengono poi rilasciati. I vigneti si distendono lungo i pendii in alta collina, trovando esposizione, aerazione ed escursione termica, ottimali e determinanti per produrre vini dal profilo di grande freschezza ed aromaticità, cui fanno da sfondo un accesa sapidità e mineralità.  Qui la natura non richiede grandi interventi da parte dell’uomo, e la viticoltura risulta perciò ecologicamente sostenibile.

Il Parco Naturale dei Monti Lessini con la presenza di boschi, prati ed insetti predatori ed impollinatori, determina una biodiversità naturale come risorsa attiva. In questo spettacolare connubio tra ricchezza del terreno, data dalla sua natura geologica, posizione geografica e microclima, sorge l’azienda Fongaro Spumanti Metodo Classico, che produce vini biologici. Fondata nel 1975 da Guerrino Fongaro, fin da subito, le sue produzioni hanno privilegiato la Durella, perché la sua elevata acidità si esprime molto bene nella produzione di spumanti con  metodo classico.

Alla conduzione dell’azienda, troviamo ora Matteo Fongaro, che rappresenta la terza generazione, e con grande maestria continua a portare avanti la tradizione del Durello.

I vigneti si trovano tra i 290 ed i 500 metri di altitudine nell’area della DOC Durello Monti Lessini, una zona che ricopre appena 300 ettari. L’azienda ha saputo con successo sfruttare le caratteristiche congenite dell’uva, dando vita ad un prodotto, che la moderna enologia e la perseveranza del produttore hanno saputo trasformare in punti di forza.

Così sia l’alta acidità che  la sapidità garantiscono al filtrato una grande longevità, che consente il riposo in cantina molto a lungo, con risultati sorprendenti. L’acidità consente di mantenere vivo il vino , anche dopo un lungo affinamento che permette di ammorbidirsi e di sviluppare aromi e sentori di grande complessità. Queste caratteristiche lo rendono un eccellente base per la spumantizzazione con Metodo Classico.

Il sistema di impianto a tendone veronese corto affonda le sue radici in questa distesa di terreni vulcanici disponendosi in ampi terrazzamenti. Tra  fine agosto ed ottobre le uve vengono raccolte a mano e segue il raffreddamento in cella prima della pigiatura. Così ad una temperatura ottimale di 10 -12 gradi le uve vengono sottoposte a pressatura soffice. Segue la prima fermentazione in vasche di acciaio termocontrollate.

La maturazione in bottiglia sui propri lieviti non è inferiore a 48 mesi, a termine della quale le bottiglie, prelevate dalle cataste, vengono infilate nelle pupitres e ruotate manualmente ogni 30 giorni, segue poi la sboccatura. Grande cura viene anche dedicata all’etichettatura, poiché per ogni bottiglia la controetichetta contiene sempre informazioni relative all’anno di vendemmia, al numero delle bottiglie, alla data di imbottigliamento e a quella della sboccatua, oltre ovviamente all’uvaggio ed alla certificazione come vino biologico.

Tra gli spumanti dell’azienda, di pregio notevole risulta Fongaro Metodo Classico Riserva Brut. La bottiglia si presenta in etichetta nera con eleganza austera ed autorevole, prennuncio di un vino dai toni importanti. Giallo paglierino carico,  molto intenso con riflessi dorati,  perlage fine, persistente, molto elegante e delicato. Al naso finemente maturo ed inequivocabilmente complesso, profondo, sofisticato, con la sua florealità soffusa,  brioche,  e poi ancora grassezze di frutta secca, nocciole e tostature, con un frutto tendente al tropicale, ma rotondo e fresco. L’immancabile mineralità  fa da sostegno  fino a toccare la menta in un gioco di sfumature olfattive di fine eleganza. Nonostante ciò, non riesce a rivelarsi del tutto fino all’assaggio, quando la sottile spuma attraversa la bocca in un sorso teso e levigato, animato da una gradevole freschezza, cui fa sostegno una profonda nota minerale, accesa, sapida, che accompagna note di frutta secca, nocciole e un frutto gustoso di matrice agrumata, che si chiude in una piacevole persistenza.

Un vino  strutturato che si presta a numerosi abbinamenti che vanno dall’accostamento a piatti a base di formaggi leggeri, oppure a mozzarella di bufala, a piatti a base di pesce in  qualunque tipo di preparazione e condimento, che sia l’affumicatura o il guazzetto.

Lo scorso luglio, Fongaro Riserva Brut 2010 ha partecipato all’edizione 2017 del Mondial des Vins Exstremes, concorso che si occupa di isole della biodiversità viticola, e nella categoria Vini Spumanti ha guadagnato  la Medaglia d’Argento. Inoltre, il grande valore paesaggistico ed ambientale e l’unicità del vitigno di produzione concorrono a fare  di questo spumante  una personalità originale, che per gusto e struttura si differenzia da altri,  permettendogli anche di conquistare fasce di mercato sempre piu ampie e qualificate.

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