I vini di Ronco Severo
Scritto da Liliana Savioli | Pubblicato in recensioni vino
Tutto mi parlava oggi… Il cielo mi raccontava storie di passaggi di pioggia e vento, le nuvole evocavano pittori amati, il vecchio albero senza foglie ruggiva con la bora appena arrivata, le vigne russavano beate, la stufa in ceramica diceva di volerci bene, i ciclamini fioriti canticchiavano beandosi del sole. Una botta di follia? Forse, ma è quello che ho percepito oggi andando a trovare Stefano Novello, proprietario della cantina Ronco Severo in quel di Prepotto (Ud).
Tutto mi parlava oggi… I visi degli amici e degli sconosciuti diventati amici in breve tempo, i loro sorrisi , i loro sbigottimenti e i loro compiacimenti.
Tutto mi parlava oggi… Le etichette raffiguranti un bimbo che sale su una sedia, sulla spalliera della sedia per cercare di vedere oltre, per trovare l’equilibrio, per avere il coraggio di cambiare.
Tutto mi parlava oggi.. Il pinot grigio 2013, color corniola, voleva farmi conoscere la sua anima poliedrica con sentori di bacche di rosa canina, geranio, curcuma, tamarindo, liquirizia. Anima tannica, lunga, scattante. Mentre il Pinot Grigio 2009 voleva farmi conoscere sia la sua anima metallara che quella di danzatrice in tutu. Con la voce grossa ma capace di momenti di eleganza squisita. Ramato di quel rame appena uscito dalla fabbrica, che brilla tutto. Pepe rosa, mallo di noce, rosa appassita. Secco, tannico, con un gran corpo, sferico. Poi è arrivato lui, in magnum: il signor Pinot Grigio 2000. Color tramonto infuocato. Lui mi comunicava, con calma, la sua anima calda. Uva sultanina, vaniglia dei caraibi, carruba, pasticceria, zafferano, resine. In bocca mi diceva che era ancora giovane, fresco, con tannini setosi.
Tutto mi parlava oggi… Le mani di Stefano mentre raccontava delle lunghe macerazioni dei suoi vini bianchi che poi bianchi non sono, delle macerazioni per dare durata ai vini, delle vigne vecchie ma in piena salute, dell’annata 2015, annata di grande bucce e poco succo, del seguire le fasi lunari senza essere biodinamico, del voler riappropriarsi della tradizione utilizzando le nuove tecnologie, delle amicizie sincere con i colleghi di Viniveri e di tanto altro di cui vi parlerò un’altra volta…