Il Metiusco Bianco Metodo Classico di Palamà: blanc de noir da negroamaro
Scritto da Pino De Luca | Pubblicato in degustazioni, progetti, recensioni vino
Qualche tempo fa narrammo di bollicine e di bianchi di Puglia.
E la realtà sa essere prodiga di fatti che son concepiti ben prima che le parole li raccontino. Che, come si suol dire in circoli d’alto lignaggio, possono usar parole per narrare nessun fatto, ma non vi sono fatti che non abbiano parole che li raccontino.
Will we be forgiven if we use important words for “small-brain” topics?
Eccoci dunque in casa Palamà, cantina della quale abbiamo raccontato molto e nella quale ho tenuto a battesimo il passaggio delle consegne tra il mitico Ninì, tra i pochi a passare alla storia prima di trapassare, e il figlio Michele, di ampia stazza e altrettanta ambizione. A suo favore la giovine età e la indiscussa competenza, oltre che il grande amore per ciò che dovrebbe renderci tutti idioti. E ci prova dai tempi di Noé. Senza riuscirci. Che sarebbe meravigliosa una ricerca per sapere quanto vino bevono coloro che in giro per il pianeta scatenano guerre e massacri. Ma queste sono altre storie.
Michele ha trovato Teo, un “compare” degno per competenza e quel briciolo di follia che necessita quando si vuol fare qualcosa “fuori dagli schemi”. Il risultato? Spumante di negroamaro in bianco, metodo classico.
E che c’è di nuovo? diranno in molti, a partire da Pizzolante ve ne sono stati fatti tanti di esperimenti, alcuni anche di grande prestigio.
Come viene prodotto il Metiusco Bianco Metodo Classico
Di nuovo c’è una procedura e dei lieviti che hanno prodotto una bottiglia che unisce alla bellezza del colore, la piacevolezza dei profumi e la freschezza della beva la possibilità di riconoscere il vitigno, in particolare nella “cremosità” e nel finale che restituisce quell’amaricante tanto seducente del negroamaro in purezza.
Non sono autorizzato come e quando si sia lavorato in “ossidazioni piuttosto che in riduzione” né a dire quali lieviti si siano utilizzati, ma posso dire con amor di verità che, finalmente, 24 mesi sono più che sufficienti per fare uno spumante metodo classico che NON somiglia a nessuno champagne e, però, può camminare a fianco a qualunque senza necessariamente levarsi il cappello se non verso un millesimée della Vedova.
Il 2020 è un pas dosé millesimato strepitoso da qualunque punto lo si guardi e, ho azzardato, un suo abbinamento chiave è con “ostriche rosse”. Cibo da ricchi mi ranno tutti. Si, vero, ma se vuoi gustare un territorio devi essere disposto a pagare un prezzo. E quel territorio ti dirà subito che “il prezzo è giusto”.
Ma anche con un panino con la seppia cruda va benissimo!
Evoluzione nel tempo del Metiusco Bianco Metodo Classico
Beh, lasciatelo (se ci riuscite) un anno in bottiglia. Un anno dopo ritroverete nel calice tutta la pazienza che avete avuto. La forza evolutiva del negroamaro resta intonsa anche nella vinificazione albina e il terziario che avanza ha un piacevolissimo fondo di petricore al naso e una susina al palato davvero seducenti.
E se rimane due anni? Non lo so. L’avventura è cominciata nel 2019 ed è quella la prima annata di cui posso dire …
E il Metiusco rosato?
Una sorpresa per terminare. Il Metiusco rosato resta integro ma ve ne sarà anche una versione a bollicine. La base è stupefacente, il risultato è un augurio a campare. Se ne parlerà nel 2025, o 2026.
Mi auguro di raccontarne il risultato e vi auguro di poterlo leggere.
Avremo di certo il cervello piccolo, ma, credetemi, ci accontentiamo di avere un cuore grande.