Le Manzane di Ernesto Balbinot: valori e progetti ai tempi del Prosecco

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Quando assaggio un vino mi piace conoscere la storia e i valori che un’azienda vuole trasmettere, insieme al patrimonio territoriale, varietale e il progetto enologico che vorrebbe esprimere.
In questo caso ho avuto il piacere di incontrare e conoscere questa azienda durante un evento organizzato in occasione della vendemmia 2015. Non capita tutti i giorni di incrociare aziende che fanno del proprio prodotto anche un motivo di condivisione solidale. In questo caso Le Manzane ha organizzato una giornata a scopo benefico per raccogliere fondi a favore dei bambini della “Città della Speranza”, che da vent’anni si impegna nella ricerca oncologica pediatrica. L’iniziativa, la presenza di 400 persone e l’organizzazione sono “fatti” che meritano questa introduzione.  

Ci troviamo a San Pietro di Feletto, piccolo comune in provincia di Treviso, di origine Longobarda, in località “Manzana” che fa parte di una delle quarantatré micro-aree (Cru) nella zona del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, che può utilizzare la denominazione “Rive” che sta ad indicare, nel gergo “volgare”,  terreni scoscesi. Da qui passa, e vale la pena citarla, La Strada del Prosecco, la più vecchia via enologica italiana che unisce Conegliano e Valdobbiadene.

Durante l’evento ho osservato con ammirazione Silvana ed Ernesto e ne ho colto la loro intesa e la voglia di lavorare, da intendersi come passione e orgoglio di portare avanti l’azienda insieme ai figli Marco ed Anna. Una famiglia giovane  ma consapevole delle proprie radici e storia che parte dal  nonno Aldo, un uomo schietto e lucido che insieme alla moglie sono ancora i pilastri dell’azienda perché portano con sè l’esperienza e la cieca devozione per questo lavoro. Hanno saputo “lasciare” le redini in un momento in cui veniva richiesta l’innovazione e la curiosità di affrontare nuove sfide. Ho voluto scambiare due parole e l’elemento emozionale che immediatamente  ho colto è l’orgoglio, per la splendida famiglia e per l’azienda che ha saputo creare.

L’azienda conduce 72 ettari, quasi tutti posti in zona collinare tra Conegliano e Valdobbiadene. Nei vigneti, oltre al Glera, vitigno principe per la produzione del Prosecco, vengono coltivati gli autoctoni  Verdiso, Manzoni Bianco, Marzemino e vitigni internazionali quali Cabernet e Merlot. Esporta i suoi prodotti in ben 27 Paesi.

La bottiglia di cui vorrei lasciare alcune note è Le Manzane “20.10 Millesimo” Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Superiore DOCG 2014 Extra Dry.

Il vino prende il nome dall’anno 2010 ricordando la nascita della denominazione di origine controllata e garantita Prosecco.

Questo prodotto nasce dalla volontà e dalla passione del vignaiolo Ernesto Balbinot.
Il vigneto in questi anni è stato controllato e curato a livello maniacale per arrivare alla prima raccolta: riducendo gradualmente la produzione, la concimazione ed i trattamenti fitosanitari. Solo il mosto fiore viene utilizzato per la produzione del 20.10, che viene raccolto facendolo riposare sui lieviti di fermentazione primaria per dare corpo e struttura al vino. Sono stati limitati al massimo i travasi (due) per non rompere gli equilibri di maturazione del prodotto. Segue la presa di spuma a bassa temperatura con ulteriore sosta sui lieviti.

Viene prodotto utilizzando il vitigno Glera (100%) e spumantizzazione in autoclave con metodo Charmat.

Alla mescita presenta una spuma compatta che lascia subito spazio ad un’elegante e ben espressa vivacità costituita da numerose bollicine di assoluta finezza.
Si presenta con un  brillante giallo paglierino invogliandomi  al primo approccio olfattivo.  L’ingresso è fine, abbastanza complesso, con note di frutta bianca di cui possiamo riconoscere la mela, la pera e qualche lievissimo ricordo “esotico”. Floreale con note di acacia e narciso e piacevolissima fresca fragranza e leggera “mineralità”.
In bocca è vellutato e piacevole fin da subito. Equilibrato,  l’acidità si concede in punta di piedi ben bilanciata dalla presenza zuccherina (è un extra dry). Di buona persistenza, il vino è pronto nonostante siamo alla fine dell’annata e stiamo già aspettando quella successiva con la consapevolezza che se l’annata 2014 ha questa caratteristiche organolettiche la 2015  ci riserverà senz’altro straordinarie sorprese …

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