Malvasia Immensus 2004 Mazzone: una bella sorpresa
Scritto da Liliana Savioli | Pubblicato in recensioni vino
Quanto mi piace la Malvasia Istriana, in tutte le sue espressioni. Ma oggi non vi parlerò della “mia” Malvasia ma di una “foresta” che viene coltivata a quasi 1.000 chilometri da dove vivo.
Siamo in Puglia e anche lì, come in molte altre parti d’Italia, viene coltivata la Malvasia. La coltivazione delle varie tipologie è raccomandata e autorizzata complessivamente in ottanta province italiane. La Malvasia bianca, in particolare, vede la sua presenza principale in Puglia, dove è utilizzata per molte IGT e DOC del Salento.
Fa parte di una grande e composita famiglia di vitigni, coltivati in quasi tutte le regioni d’Italia, e costituenti una popolazione geneticamente molto eterogenea, formata da almeno diciassette varietà, per la maggior parte a bacca bianca, ma alcune anche a bacca rossa, talune aromatiche e altre a sapore neutro.
La Malvasia bianca lunga di Puglia fa parte del gruppo dal sapore neutro. Dona un vino fresco, sapido con sentori di pesca, fiori bianchi e una buona mineralità. Un vino da bere giovane ti viene da pensare. Invece anche no. Se prodotto con i dovuti crismi, raccogliendo le giuste quantità da vigne, magari vecchie, può donare delle belle sorprese.
Una bella sorpresa è stata partecipare alla verticale della Malvasia Immensus dell’Azienda Mazzone a Ruvo di Puglia, presso il ristorante ‘La Locanda di Beatrice’ a Corato di Maurizio Balducci, condotta da Andrea De Palma.
Un ettaro e mezzo di tendone, 3.500 vigne di 35 anni su terreno calcareo, vinificata in acciaio con lieviti selezionati. Francesco Mazzone, enologo e comproprietario dell’omonima azienda, si è messo in gioco e ha presentato otto annate.
Immensus non è il vino di punta dell’azienda, è un IGT, 100% Malvasia bianca al costo di €8,00. Ma è prodotto con il cuore, donandogli tutte le attenzioni che si donano ad un grande vino. E i risultati si vedono e si degustano.
Di solito i vini bianchi pugliesi non sono concepiti per aver lunga vita. Questo neanche, ma la mano esperta dell’enologo, le tante prove, la passione per il vitigno, la cura maniacale del vigneto, hanno fatto si che si possano degustare con piacere anche bottiglie “diversamente giovani”. Infatti, tra le annate presentate, quella che ha riscosso maggior successo è stata la 2004, 12 anni e non li dimostra proprio.
La 2004 è stata un’annata calda, le uve sono state raccolte tra il 10 e il 15 settembre. Si presenta giallo paglierino con riflessi ancora verdi, sembra giovanissima. Ti accoglie con sentori citrini, di zenzero, mandorle, note mielate e floreali. Poi, man mano, arrivano leggere note di idrocarburi. In bocca è scattante, fresca e salina. Ti saluta lentamente lasciandoti ricordi “minerali”. Grande è la piacevolezza. Insomma, se fosse una persona, sarebbe una bella giovane signora con un vestito svolazzante che corre tra i campi…
Foto di Vito Gallo & C. s.a.s.