Marramiero, dimora della tradizione

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Tradizione e territorio: sono termini ricorrenti quando si parla di vitivinicoltura, spesso adoperati a sproposito. Ma in questa occasione poche altre parole potrebbero essere usate per descrivere l’essenza di una delle più importanti aziende abruzzesi.
Marramiero, azienda vinicola del comune di Rosciano (Pe),  è una realtà che ci racconta di generazioni al servizio della vigna; è Dante Marramiero,  negli  anni Novanta,  a dare l’impronta produttiva attuale, portata avanti dal figlio Enrico in collaborazione con l’enologo Romeo Taraborrelli. L’attenta selezione di ceppi autoctoni condotta negli Sessanta e Settanta, oggi si traduce in vini fedeli testimoni delle  caratteristiche pedoclimatiche della zona che li vede nascere. Espressioni di una tradizione che, in chiave moderna, accoglie anche vitigni alloctoni.

Da cui il Montepulciano d’Abruzzo Doc  “Dante Marramiero” ottenuto da ceppi di oltre 40 anni e affinato per 120 mesi (24 in tino, 24 in piccole botti nuove – di 5 diversi tipi di rovere –  e 72 mesi in bottiglia), degustato in occasione di una verticale presso la Masseria Milano. Splendido casolare dell’azienda Marramiero, ristrutturato e appena inaugurato. Immerso in 27 ettari di verde, di cui 21 vitati (15 a Montepulciano e 6 a Pecorino), 1 di oliveto e 5 di bosco.

Il “Dante Marramiero” 1998 ci regala un  nettare dall’impronta balsamica decisa e con marcate note di frutta sottospirito; il 1999 al naso svela note di torrefazione, di cioccolato e un sorso sapido; mentre il 2001 e il 2003 ci restituiscono un profilo sensoriale all’insegna del brio e della freschezza, tipici del Montepulciano ancora “fanciullo”.

Sempre in ambito di autoctoni troviamo “Altare” trebbiano d’Abruzzo Doc 1994. Giallo intenso, corposo nel bicchiere e dal bouquet di fiori, agrumi e spezie. In bocca persistente. A sottolineare quanto possano essere adatti all’invecchiamento determinati vini bianchi abruzzesi.

Passando ai vitigni internazionali è degno di nota l’assaggio dello spumante metodo classico “Marramiero” 2000, chardonnay e pinot nero. Bouquet impostato su note fragranti di crosta di pane, albicocca matura e una scia mentolata.

A chiudere, la tradizione: il vino cotto “Livia”. 2114 bottiglie prodotte dopo un processo di vinificazione decisamente lungo. Riduzione del mosto fresco a 1/3 di 100, a fuoco diretto per consentirne la caramellizzazione. Una volta raffreddato, ripristino del volume di partenza (100) con l’aggiunta di mosto fresco. Fermentazione in piccole botti a temperatura controllata. Affinamento sulla madre per 10 anni. Pregiato vino da dessert, fresco, speziato e per nulla stucchevole.

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