Mustilli: dimora e cultura del vino
Scritto da Antonella Amodio | Pubblicato in recensioni vino
Sant’Agata dei Goti è un piccolo borgo tra i più belli d’Italia, situato alle falde del Monte Taburno, nella provincia di Benevento. È apprezzata per l’integrità urbanistica/paesaggistica del centro storico, le cui fondamenta poggiano su una roccia tufacea.
Le antiche Cantine Mustilli, cinque secoli fa, furono scavate proprio in questo tufo, a 15 metri di profondità, nel centro storico della città di Sant’Agata dei Goti.
Leonardo Mustilli, fondatore dell’azienda, continuando la tradizione dei suoi avi, che producevano vino per uso personale, le diede vita negli anni 60. Appassionato e studioso di antropologia e della natura, recuperò dall’abbandono diversi vitigni, quali la falanghina, il greco e l’aglianico. Nel 1979 realizzò la prima falanghina interamente vinificata in purezza, permettendo una svolta importante per un vitigno considerato da taglio. Qualche anno più tardi, dopo diversi riconoscimenti, ottenne l’istituzione della DOC Sant’Agata dei Goti, che, dato il ristretto arenale di produzione, conta il primato della più piccola denominazione di origine controllata della Campania, con un unico produttore.
Leonardo fu, tra l’altro, anche promotore del Movimento Turismo del Vino.
Oggi la conduzione dell’azienda è appassionatamente curata dalle figlie Paola e Anna Chiara che a tempo pieno si occupano dei vigneti, della cantina e dell’aspetto commerciale, aiutate per le pratiche enologiche da Fortunato Sebastiano. Due splendide donne che con garbo e amore salvaguardano la tipicità del luogo, raccontandone la storia attraverso il vino, e ri-creando cultura.
A proposito di cultura, va ricordato che nel 2000 nasce il “Premio Mustilli” per il Sannio Film Festival. Conta tra i premiati: Pupi Avati, Ettore Scola, Silvio Orlando, Mario Monicelli, Ferzan Ozpetek, Giancarlo Giannini e tanti altri illustri professionisti. Inoltre la Cantina Mustilli è stata sponsor per sette anni dell’annuale calendario Pirelli, prodotto in edizioni limitate.
E sempre parlando di arte e cultura, Mustilli riceve gli ospiti in due edifici dalla bellezza disarmante: la dimora storica “Palazzo Mustilli” (datata XVI secolo) dove vive parte della famiglia, che è la sede delle antiche cantine (oggi destinate solo all’affinamento del vino) e accoglie all’interno anche un wine bar; e la dimora settecentesca “Palazzo Rainone”, ubicata nella stessa piazza, dove – circondati da bronzi, busti, vasi e carrozze d’epoca – è possibile dormire in una delle camere del B&B, con annesso il ristorante.
Tra la fitta e ricca vegetazione del luogo, ci sono anche 20 ettari vitati di proprietà, impiantati con le uve aglianico, piedirosso, greco e falanghina. Quest’ultimo vitigno è coltivato nei due cloni: falanghina flegrea, dai toni floreali e dall’ acidità sostenuta, e falanghina di bonea, dai toni caldi e dall’ importante struttura.
Qui la regina delle uve – la falanghina appunto – è veramente straordinaria. La dimostrazione della potenzialità del vitigno e della longevità dei vini Mustilli, è stata confermata – per quanto mi riguarda – con l’esperienza della degustazione dell’ annata 2002 ( annata non classificata tra le migliori ). Un vino bianco che dopo 15 anni mostra freschezza e integrità.
Per parlare delle recenti vendemmie, la Falanghina Vigna Segreta 2015, prodotta con uve del vigneto Pozzillo, luogo magico e segreto, è un piccolo capolavoro. Affina sur lies per circa dieci mesi. Una delle falanghine più buone ed espressive in questa annata.
Ma anche le uve a bacca rossa regalano vini importanti. È d’obbligo, a tal proposito, citare l’elegante Piedirosso Artus 2015. Fermenta e matura in vasi di ceramica. Racconta – nei profumi e al sorso – la storia di un vitigno straordinario che a Sant’Agata dei Goti ha trovato il giusto habitat.
Ed infine, un intramontabile classico: Cesco del Nece. Aglianico in purezza, che nella versione 2014 esprime lo stile autentico del territorio, nel carattere forte ed austero.
Le Cantine Mustilli producono circa 100.000 bottiglie divise in due linee: Le Selezioni e I Classici.