San Leonardo 1724: vino e bellezza
Scritto da Chiara Giorleo | Pubblicato in recensioni vino, Trentino Alto Adige
Tenuta San Leonardo, prestigioso nome ambasciatore della bellezza del vino italiano nel mondo, si rende protagonista anche del più recente trend nel settore: l’ enoturismo.
Paesaggio mozzafiato, vini straordinari, approccio familiare, storia e accoglienza professionale sono gli ingredienti infallibili che disegnano un tour in azienda.
Siamo ad Avio (TN) a pochi Km da Rovereto dove la famiglia Guerrieri Gonzaga ha costruito la sua fama, tutta giocata su quel magnifico equilibrio tra il rigore produttivo e la storia di famiglia avendo dalla propria anche la bellezza dei territori italiani e trentini nello specifico.

Il totale è di circa 300Ha tra bosco e vigneti che ne occupano circa un decimo e sono soprattutto dedicati alle uve a bacca nera per la produzione del blend bandiera della casa: il maestoso ‘San Leonardo’ da Cabernet Sauvignon, Merlot e poi il Carmenère da viti fino a 80 anni, la sua impronta digitale; con il suo secondo, il delizioso ‘Terre di San Leonardo’, provenienti dalla Valle dell’Adige dove le montagne proteggono dai venti freddi del nord e il fondovalle è mitigato dal lago di Garda.
Qualche ettaro in affitto in Val di Cembra offre l’altitudine più adatta e il clima più fresco per la produzione dei bianchi: Sauvignon Blanc, Riesling Renano, Chardonnay; poi un po’ di Lagrein per il rosato. Tutti i vini sono oggi firmati in collaborazione con l’enologo Ferrini – dopo il lancio e il lungo scambio con Tachis – per un approccio mai invasivo.

Per quanto riguarda in particolare i rossi, le uve di ciascun vigneto sono raccolte e lavorate separatamente e fermentano in cemento, senza controllo della temperatura per massimo 15/18 giorni (per i rossi), prima della selezione dei migliori tagli e relativo affinamento in barrique francesi nuove e usate (e un po’ di tonneaux).
Ambienti dal sapore storico grazie alla lungimiranza del Marchese Carlo che intuisce l’importanza di rivoluzionare il mondo contadino di cui conserva, però, tutte le testimonianze in un museo: dalle attrezzature ai vecchi documenti e altro, trasmettendo la stessa passione al figlio, il Marchese Anselmo, con fare altrettanto determinato.

In degustazione il San Leonardo 2018 (60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenère, 10% Merlot – 24 mesi in legno) si conferma in tutta la sua eleganza composita già nei suoi primi anni di vita pur promettendo un’evoluzione graduale. Il Terre di San Leonardo 2022 (50% Cabernet Sauvignon, 40% Merlot, 10% Carmenère – 80% cemento, 20% legno) a meno di 20euro delizia con beva succosa e immediata distinguendosi dal Villa Gresti 2019 (prevalentemente Merlot con 10% di Carmenère) affinato soprattutto in legno nuovo – a differenza dei precedenti – che si rende più goloso a avvolgente. Completano gli assaggi il rosato da Lagrein e un bianco rinfrescante e profumato che mette tutti d’accordo: Vette 2022 da Sauvignon Blanc, solo acciaio, arricchito dall’affinamento sui lieviti.
L’inserimento, per il secondo anno consecutivo, nella top100 mondiale del concorso mondiale sull’ enoturismo – World’s Best Vineyards 2023 – testimonia la completezza dell’offerta di un’eccellenza tutta italiana.