Sempre Verde: Verdicchio di Jesi “Cuprese”
Scritto da Marina Betto | Pubblicato in recensioni vino
L’aria rinfrescata da temporali estivi, quasi quotidiani in questa estate 2013 , si surriscalda lentamente, facendo assomigliare l’atmosfera mediterranea a quella tropicale.
Alla ricerca di qualcosa di piacevole ,da bere, che possa dare refrigerio e sapore, ho scelto il Verdicchio di Jesi di Colonnara “ Cuprese”.
Siamo al centro delle Marche, sulla riva destra del fiume Sino, vicino Ancona, tra i 500 /600 m sul livello del mare, esposti ai venti dell’est; il territorio è ricco di fonti, quindi fresco, ciò permette all’acino sulla pianta di sviluppare grande acidità, che è una delle caratteristiche peculiari del grappolo di verdicchio.
Colonnara è una cantina coperativa nata più di 50 anni fa per produrre spumanti di qualità; oggi i soci sono 190 e il radicamento con la terra , i luoghi e le tradizioni è molto sentito, riflettendosi sui vini prodotti.
Un brindisi è d’uopo , con quello che è considerato lo spumante metodo classico più rappresentativo della cooperativa, che prende il nome di un noto enologo ottocentesco di Cupramontana, quindi brindiamo con Ubaldo Rosi 2007, dal profumo di lievito e mandorla, floreale, fruttato di lime, il gusto è fresco con una scia sapida e un ritorno di mandorla grezza.
L’interessante verticale di Cuprese si apre con l’annata 2011, che sprigiona nel bicchiere vividi ricordi di fiori di gelsomino, erbe aromatiche verdi e odore di brezza marina;in bocca è fresco e sapido, minerale; è un vino accattivante per questa sua delicata sensazione di freschezza.
Prima si ossidavano molto i mosti, mentre oggi non è più così, per ottenere un impatto aromatico diverso, più fruttato e floreale, come vuole un certo gusto di tendenza.
La 2010 propone un bouquet più complesso e interessante : pesca gialla,agrume, mela verde, miele dolce, erbe aromatiche secche, rosmarino; sembra di annusare la campagna in una giornata estiva; il gusto è sapido e salino sorretto dall’acidità con finale lungo e minerale.
Quelle caratteristiche ossidate che si volevano ritrovare nel Verdicchio, delineando uno stile più tradizionale, eccole evidentissime nell’annata 2004. Note terziarie si mescolano con miele di castagno e frutta cotta, sensazioni zuccherate di torrone e dolciumi rincorrono quelle di fiori di zagara macerati nell’alcol, tabacco e liquerizia. Il sorso è fresco e vellutato con buona acidità che però non equilibra la sensazione ossidata, e rimane sfuggente.
Sebbene si presenti un po’ chiuso, il naso del 2002 si lascia sfogliare lentamente come le pagine di un buon libro;sensazioni di idrocarburi si confondono con zucchero filato, miele, nocciola. In bocca è poetico, regalando un perfetto equilibrio tra tutte le componenti, lunghissimo. In abbinamento con della mozzarella di bufala con bottarga potrebbe essere eccezionale.
Anche l’annata ’99 sorprende per vivacità, sia nel colore giallo oro brillante sia per un naso raffinato di idrocarburi e polvere da sparo portati da refoli di brezza marina, donando sensazioni gustative di grande agilità.
L’annata ’95 color oro antico lucente è un pot pourri di fiori secchi, miele, pasticceria francese che mi ricorda profumate e burrose tarte taten e strudel di mele e uvetta; il gusto è ancora una volta un bell’equilibrio tra sapidità e freschezza.
Con il ’91 chiudiamo la verticale e sembra il più giovane dei vini bevuti. Le note agrumate sono vivide e persistenti regalandogli giovinezza;sentori floreali e di idrocarburi sono la veste di questo vino bianco più che ventenne ancora perfettamente equilibrato, minerale, fresco e persistente; uno spirito sempre verde.