Anima: dove qualità è il logaritmo di passione
Scritto da Pino De Luca | Pubblicato in birra
Una cosa veloce, alle 13.30, a compensare di una mattinata calda e faticosa. Clienti abituali al Porto Adriano, volti noti e storie mille volte raccontate. Un background familiare, così familiare che una nuova presenza risalta come il sugo sulla camicia candida.
Quello si, lo conosci da tempo, vecchio agente per la distribuzione di beverage, Gigi, accento romanesco, lingua spigliata e millanta aneddoti da raccontare, con gli alti e i bassi di una vita da ottovolante. “Se nun me piaceva facevo il bancario …” e un giovane dall’accento del nord: Alberto. Ci vuol poco a far conversazione.
Alberto è socio di una azienda del cuneese che produce … birra.
Il nome della azienda è intrigante e la confezione anche: tappo meccanico per una bottiglia scura di piccola taglia e collo stretto, molto elegante. Etichetta eterea: Anima.
Troppo preso da un bianco di Franz Haas, ho avuto in dono due bottiglie da degustare a tempo dovuto: Leonardo e Mozart. Trascorso il tempo dovuto, trovata la giusta compagnia e lasciatela riposare in una parte del frigorifero che viene poco movimentata, è giunto il tempo. Della Leonardo.
L’azienda la descrive come una “Birra bionda doppio malto, straordinariamente completa, caratterizzata da sentori fruttati, corpo esile, base maltata generosa, ottima schiuma, sapiente chiusura in amaro. Un’eccellenza a tuttotondo.” Come gran parte delle descrizioni vi è un articolazione che contiene il tutto e il suo contrario e non saremo qui a fare le pulci a chi scrive queste discutibili attribuzioni. Approfitto solo per ricordare che la dicitura “Doppio Malto” è una classificazione ESCLUSIVAMENTE italiana, nulla ha a che fare con il malto, ci dice solo che il grado alcolico è sicuramente superiore al 3,5% e che la concentrazione zuccherina è assai elevata: grado Plato oltre il 14,5%. Su come possa avere corpo esile una doppio malto ci sarebbe da riflettere.
Ma torniamo alla nostra Leonardo, nella sua elegante bottiglia da 0,5 l, si presenta di un bel colore carico e con una schiuma consistente e abbondante di media durata. La parte migliore è il naso che regala un ampio paradigma olfattivo che fa dal fiore di campo al frutto giallo maturo, ho ritrovato anche la pera nashi (o mela nashi?). Ottima beva, carbonazione giusta e corpo per nulla esile come il finale che rimane piacevole e, forse, l’amaro è così flebile che il mio palato non lo ritrova affatto. Una bella birra da annusare e bere con un sorso di grande lunghezza.
La Mozart invece, magari sono eretico ancora una volta, è una grande birra. Una birra della quale mi piace tutto o quasi. Il colore leggermente troppo carico forse, ma bello, consistente e “pastoso”, il profumo di fresco e di possente, e in bocca si fa sentire con una freschezza che si coniuga perfettamente con la potenza e la robustezza. Un gran bel sorso che lascia veramente soddisfatti. Sugli abbinamenti ho le mie perplessità, mi son fatto persuaso che la compagnia ideale sono le arachidi, quelle con la buccia da scartocciare. Unico difetto è l’assenza di una magnum.
Anima fa anche altre birre: Anastasia, Cleopatra, Newton e Dante. Non le ho ancora assaggiate e dunque non ne parlo, ma mi riprometto di farlo. Datemi tempo e vi terrò informati. So bene che c’è chi assaggia mezzo bicchiere e sa tutto. Personalmente comincio a capir qualcosa dopo la terza pinta … sono lento di comprendonio e ho una gran sete!