Oro incenso e … birra

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“Quando essi videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. E, entrati nella casa, trovarono il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono. Poi aperti i loro tesori, gli offrirono doni: oro, incenso e mirra.”


Così racconta Matteo l’adorazione dei Magi che, per noi e di questi tempi, coincide con l’Epifania.

Non è questo il luogo per discernere su questioni teologiche simboliche. Ma alzi la mano chi, al primo sentire, capì cosa fosse la Mirra e ne comprese la preziosità. Per parte mia trascorsero molti anni prima di sapere cosa fosse la Mirra. Anzi passarono molti anni prima di capire che i doni erano Oro, Incenso e Mirra. Ero già adulto quando ebbi insieme la delusione e l’illuminazione.

La delusione fu che avevo sempre pensato ai doni come Oro, Incenso e Birra, l’illuminazione fu che la Mirra avesse un potere taumaturgico. Come la birra. Mi ero sbagliato ma di poco. La mirra cura un sacco di malattie, come la birra, ma ha controindicazioni, al contrario di quest’ultima, che non ne ha nessuna. Gluten free financo.

Allora ho deciso con la mia tradizione, al Bambinello porterò una bella birra.

Regale come si deve al Re dei Re. Come molto tempo addietro avemmo occasione di raccontare. Il Reinheitsgebot, o editto della purezza, nel 1516 a Ingolstadt stabilì la prima norma per la definizione degli ingredienti da usare nella fabbricazione della birra: acqua, orzo e luppolo.

Guglielmo IV lo emise e da allora dalla Baviera in poi la birra si è conformata. Ovviamente l’editto non è più in vigore, al suo posto esiste una legge moderna che modifica quell’editto ma non di molto. Intanto per i lieviti che allora erano sconosciuti e poi perché definisce il malto. Eppure, al netto dei divieti (non si può usare orzo non maltato, nel 1858, a Duisburg, oltre la Kölsh di Colonia, oltre la Altbier di Dusseldorf, in Renania-Vestfalia, il signor Theodor König volle rifare la birra dei Re. Appunto la König che, per cinque generazioni (fino al 2000) è rimasta una birra di produzione familiare.

Poi è passata in mano alla Holsten e quindi alla Carlsberg…. Meno specifica ma enormemente più diffusa. Ha diverse declinazioni: dalla Weiss alla Dunkel, passando tutti i gradi di colore e di corpo.

Siamo di fronte ad una birra tedesca per davvero, le caratteristiche generali sono: bionda di tipo Lager/Pilsener caratterizzata da una schiuma fine e poco persistente e un aroma che ricorda il fieno appena tagliato. Corposità bassa sprigiona le sue migliori qualità nel forte carattere del suo luppolo che la rende amara e leggermente acidula. Anche il finale è fortemente caratterizzato dal luppolo, lascia la bocca secca e asciutta. Naturalmente le varie versioni ampliano e/o mitigano le caratteristiche generali.

E pensare che la König nasce come birra ad alta fermentazione assai apprezzata nella sua zona, soprattutto perché si produce da malti bavaresi di alta qualità e luppoli pregiati. Almeno fino al 1911 quando la prima traccia di Pilsner compare negli scritti del sistema produttivo della azienda. Da quel momento l’evoluzione di bassa fermentazione è totale.

Le tre birre che porteremo in dono sono la König Ludwig Weissbier, birra che deve i suoi aromi e il suo sapore molto fruttati e freschi sono derivati da speciali lieviti selezionati. Il processo di lavorazione, con la rifermentazione in bottiglia, garantisce che la Hefeweissbier mostri un gusto ben bilanciato ed di una apprezzabile lunghezza.

Poi di certo la König Ludwig Dunkel, una delle migliori birre scure di Germania, garantita personalmente da Sua Altezza Reale Luitpold Principe di Baviera. Fresca, con una leggera nota di tostatura ed una perfetta carbonazione per una Dunkel, ne fanno un prodotto di estrema piacevolezza e bibibilità.

La terza è sicuramente la König Ludwig Hell, una bionda dal colore luminoso, schiuma sottile e persistente e gusto pieno dovuto alla lunga permanenza in cantine fredde (lager). Prodotto davvero interessante. Ecco dal Sud partono le materie prime, e vanno al nord e poi ritornano al sud nell’infinito viaggio dei gusti e delle produzioni umane.

Non c’è tradizione che non abbia bisogno di una rottura, le rotture a volte si rimarginano altre volte sono un nuovo inizio.

Un consiglio, se potete, gustate le König alla spina, ciascuna nel suo bicchiere, cureranno molte malattie, se non quelle del corpo ameno quelle dell’anima. E con questo vi auguro un anno d’oro, tra profumi di incenso e tanta tanta birra.

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