Bomber del gusto: Bérèche Champagne Extra Brut Reserve
Scritto da Claudia Bondi | Pubblicato in champagne
Alcuni récoltant-manipulant sono considerati vere e proprie certezze. Esistono infatti RM che possiedono una filosofia ed un metodo di lavoro così precisi e caratteristici tanto da essere ricercati proprio per essi.
In questa categoria rientra senz’altro Bérèche, considerato spesso come un faro da coloro che prediligono uno stile irruente e dalla sfaccettata complessità. La maison, fondata nel 1847 e guidata dai fratelli Raphael e Vincent, figli di Jean-Pierre e rappresentanti della 5° generazione della famiglia, ha la sua sede a Ludes, nella Montagne de Reims, la regione più settentrionale della Champagne e con il blasone del maggior numero di comuni classificati come Grand Cru (ben 9); le vigne hanno un’età media di 38 anni e si distendono nei territori di Ludes, Trepail e Chigny les Roses, dove sono coltivati tutti e 3 i vitigni principali ovvero Chardonnay, Pinot Noir e Meunier.
Tratti distintivi: basse rese (60-65 hl/ha), vinificazione condotta sia in serbatoi smaltati per incrementare la preservazione dell’autenticità del vino sia in botti di legno, che qui hanno la dimensione borgognona di 300 litri (a differenza di quella tipica della Champagne da 205 litri) per favorire l’esaltazione del frutto; inoltre il tirage viene effettuato per le cuvée millesimate con il tappo di sughero (bouchon liège), e ciò implica la necessità di dégorgement manuale ed il conseguente impiego di 2 persone che al giorno lo effettuano su 1.200 bottiglie circa. Un punto saliente è rappresentato dal fatto che la conversione malolattica non è assolutamente prevista e, nell’ipotesi in cui si inneschi spontaneamente, viene subito bloccata, il che risulta abbastanza semplice data la bassa temperatura di 8° della cantina: i fratelli Bérechè, così come i loro antenati e predecessori, considerano infatti la malolattica un fenomeno nato negli anni ’80 esclusivamente per conferire maggiore bevibilità ai vini, e per questo artificioso. E qui l’artificio è bandito: l’azienda è in conversione biodinamica e già nel 2004 con l’ingresso di Raphael aveva eliminato completamente gli erbicidi, reputati come il peggior nemico per la salubrità della viticoltura.
I dosaggi sono piuttosto bassi, intorno a 2-3 g/l: proprio come nel vino di oggi, che ho trovato particolarmente espressivo di quella che è la gamma aziendale.
CHAMPAGNE EXTRA BRUT RESERVE
Prodotto con Chardonnay, Pinot Noir e Meunier in parti uguali e con l’apporto del 30% di vin de rèserve, ha un dosaggio di 2 g/l e sosta 2 anni sui lieviti. Sprigiona al naso un bagaglio olfattivo costellato da spunti floreali, pesca bianca, mela, scorza di limone ma anche una sponda con cenni di ribes rosso ed effluvi balsamici. La bocca esibisce una bella e vigorosa potenza, mostrando aromi coerenti con il profilo del bouquet ed una chiusura scandita da cenni sapidi evidenti e precisi.
Eccellente per accompagnare ravioli di ricotta al burro e salvia e pasta ripiena in genere.
(Costo medio in enoteca: euro 45.00)
Foto credit: www.snooth.com