La Wodka polacca … è tanta.

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La Vodka la abbiamo definita come vuole la legge, ne abbiamo accettato l’articolo e anche l’iniziale.


Le regole dei supergoverni spesso non regolano nulla.

Annunci senza base, almeno fino ad oggi. Patata non ne abbiamo trovata almeno nella roba seria. Continua la distillazione dei cereali come da tradizione. A volte sembra che si scrivano leggi e regolamenti per rendere legali coloro che per decenni hanno imbrogliato, sembra. In realtà il diritto anglosassone trae fondamento dall’usum …

Scendiamo dunque in Polonia, area nella quale qualcuno dice che sia nata la Wodka addirittura nel 1405!!!

Ovviamente non poteva esser fatta con le patate che in Europa non esistevano. Ma di Wodka in Polonia se ne produce ovviamente tanta e, ovviamente, non manca la produzione casalinga per uso privato (bimber) la cui vendita e distribuzione è assolutamente vietata, ma in una cascina di campagna o in un matrimonio tradizionale la si trova quasi sempre.

Sugli scaffali, in particolare dopo la caduta del muro, si sono moltiplicate le offerte anche se alcune case storiche continuano a detenere molte delle etichette di categoria Super Premium che è la più alta riconosciuta in Polonia.

Dal punto di vista della diffusione la Wyborowa è sicuramente la più nota, nel nome sta il successo infatti Wyborowa in polacco significa “selezionata” o anche “squisita”.

I palati dei VIP preferiscono la Belvedere, Wodka di grande eleganza prodotta esclusivamente da segale.

La Orzel di Stock Poliska incontra i gusti sopraffini delle super premium, sottoposta a sei distillazioni e quattro filtrazioni di cui una in sabbia di quarzo. L’aquila rossa è un prodotto di lusso a partire dalle materie prime fino al packaging.

Nell’ambito della riscoperta delle Wodke “povere” si pone la Potocki, più vicina al polugar che alle produzioni moderne, ma certamente molto piacevole. Di scuola analoga è la Chopin fatta esclusivamente di patate e la Vestal prodotta in monodistillazione.

Da citare la Zynia ma siamo già all’arricchimento con frutta (alcol di mele) e la U’luvka che però risente di mano non polacca (anglosassone) a dimostrare quanto questo distillato stia crescendo nel gusto dei consumatori e si orienti soprattutto nella miscelazione a occupare un posto molto importante.

Sobiesky, Konig’s tail e Krova sono nomi assai interessanti da esplorare.

Ed infine la più venerate soprattutto dai giovani: la Luksusowa e la Biala Dama. Particolarmente amate sono anche la Goldwasser, la Krzeska, la Starka, la Zoladkowa Gorzka, la Jarzebiak Izdebnicki.

In testa in ogni Pub la Wodka del Bisonte: la Zubrowka, difficile da bere liscia, si aromatizza con succo di mela, di pera oppure si accompagna con un cetriolo.

In Polonia dunque vi sono decine di Wodka in varie forme di distillazione e filtrazione, di varia provenienza della materia prima. Senza contare le versioni botaniche.

E come per ogni distillato la zona di produzione, la storia famigliare e le materie prime danno prodotti tutt’affatto differenti.

Le versioni industriali di provenienza occidentale molto spesso acquisiscono il brand ma poi si orientavo verso produzioni di “carta bianca” da utilizzare quasi esclusivamente come base per i cocktail.

Il paradosso è che in occidente sta crescendo la produzione di Vodka artigianale anche di ottima qualità. Ma di questo ne parleremo la prossima volta.

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