Nerello Mascalese che diventa Metodo Classico dell’Etna
Scritto da Daniele Sala | Pubblicato in spumanti
Siamo abituati a conoscere il Nerello Mascalese nella sua tipica e celebre vinificazione in Rosso, ma oggi avremo modo di scoprire la suggestiva interpretazione come Metodo Classico di questo Vitigno d’eccellenza della zona dell’Etna. Si tratta di un’Uva autoctona intimamente legata a questo Territorio da diversi secoli, pare che il suo nome derivi dal fatto che fosse inizialmente coltivata nella Contea di Mascali, per poi essere diffusa nelle zone limitrofi.
Il Nerello Mascalese è un Vitigno che ha trovato un terroir particolarmente favorevole sui suoli vulcanici, dove si sviluppa con notevoli proprietà organolettiche che poi ritroviamo nei Vini, i quali principalmente appartengono alle Denominazioni Etna Doc e Faro Doc, dove spesso è affiancato in uvaggio dal Nerello Cappuccio.
Storicamente viene coltivato ad alberello anche se oggi alcuni utilizzano altre tecniche, la sua vendemmia si effettua solitamente a metà Ottobre vista la sua maturazione piuttosto tardiva.
Il Nerello Mascalese è una tipologia di Uva che non possiede una grossa carica antocianica colorante, risulta invece piuttosto ricca in termini di acidità e tannini, motivo per cui se ne ricavano Vini con ottime potenzialità di affinamento, con interessanti evoluzioni in termini gusto-olfattivi.
Gli estimatori di questo Territorio paragonano la zona dell’Etna alla Borgogna e raffrontano il Pinot Nero col Nerello Mascalese, in virtù del fatto che quest’ultimo possiede una grande variabilità in funzione di terreno e microclima, per cui solo poche zone possono vantare eccellenti risultati Enoici con tale Vitigno.
La buona carica acida di quest’Uva ha spinto qualche Produttore a pensare il Nerello Mascalese nell’ottica del Metodo Classico, sfidando la tradizione che lo vede ovviamente vinificato in rosso, visione fortemente radicata nella zona dell’Etna.
Non è facile la scelta di cimentarsi nella produzione di Metodo Classico in una regione come la Sicilia che non ha questa tipologia nella sua principale tradizione Enoica, ma la voglia di sperimentare qualcosa di innovativo e la profonda Passione per un Vitigno legato alla propria Terra sono gli ingredienti di questa “avventura”.
Principale interprete di quest’ambizioso progetto è la Cantina Murgo, situata a Santa Venerina in provincia di Catania, qui da diversi decenni la Famiglia Scammacca conduce quest’attività agricola fondata principalmente sulla produzione Vitivinicola, ma anche su quella di Olio Extra Vergine di Oliva, Miele, Confetture, Conserve e Marmellate.
Nelle scorse settimane l’Editor di Vinoway Davide Gangi ha visitato personalmente quest’azienda e ha avuto occasione di confrontarsi col loro Metodo Classico: con piacere da parte mia ci siamo confrontati e anch’egli mi ha manifestato impressioni molto positive sui loro Vini rifermentati in bottiglia.
Dedichiamoci ora alla Degustazione di due Spumanti di questa Cantina, esempi significativi delle sfumature enologiche che si possono ottenere da questo Vitigno autoctono, con peculiarità apprezzabili da palati diversi, proprio in virtù dei differenti tagli gustativi.
Partiamo con il Metodo Classico Brut Rosé 2009, prodotto con 100% Nerello Mascalese, affinamento sui lieviti per almeno 24 mesi, titolo alcolometrico 12,5%.
Nel bicchiere si presenta con un affascinante rosa cerasuolo che ricorda il corallo, di ottima brillantezza e con un perlage fine e persistente.
Al naso la componente aromatica è di buona intensità e col passare dei minuti si carica di variegati sentori, iniziando da un bel profumo di lieviti, addolcito da gradevoli sensazioni fruttate su cui primeggia quella della ciliegia, il tutto arricchito da un delicato sottofondo floreale di rosa appassita.
In bocca il sorso si rivela immediatamente intenso e di buon corpo, con una complessiva rotondità gustativa che rende il Vino molto gradevole e di bella morbidezza, ottimamente equilibrato dalla componente acido-sapida, che nel finale si esibisce con un’intrigante nota minerale. Buona la persistenza con un piacevole ritorno nel retrogusto delle note di ciliegia percepite al naso.
Un Metodo Classico che è in grado di avere un ottimo compromesso fra struttura e gradevolezza di beva, coniugando in maniera calibrata il carattere del Nerello Mascalese con un equilibrio complessivo che ne rende il sorso sicuramente piacevole.
Dedichiamoci ora al Metodo Classico Extra-brut 2005, sempre ottenuto con 100% Nerello Mascalese, affinamento sui lieviti per almeno 48 mesi, titolo alcolometrico 12,5%.
Nel bicchiere si presenta con un colore giallo paglierino dalla particolare tonalità, con un perlage sicuramente elegante e di ottima brillantezza.
I profumi sono intensi e all’inizio si ha un dominio netto delle note di lievito, ma la complessità aromatica aumenta col passare del tempo, quando giungono al naso piacevoli sentori minerali, poi arricchiti da una leggera nota agrumata che dona eleganza.
In bocca questo Metodo Classico dimostra subito il suo carattere deciso e senza compromessi, con un ingresso intenso, strutturato, dall’approccio gustativo decisamente secco, piacevole freschezza e un finale piuttosto lungo dove domina una complessiva sensazione di mineralità.
Un Vino adatto ad abbinamenti con portate abbastanza impegnative, sicuramente apprezzato dagli amanti del Metodo Classico “duro e puro”, dove prevale il carattere “maschio” piuttosto che le rotondità gustative.
Abbiamo quindi a disposizione due significativi esempi di come il Nerello Mascalese possa essere interpretato per ottenere Spumanti con declinazioni gustative diverse, ma fondate sui comuni denominatori di struttura e mineralità, generando “Bollicine” dall’originale impatto gusto-olfattivo regalato dal suggestivo Territorio dell’Etna, acquistabili per cifre inferiori ai 20 euro per bottiglia.
Ora tocca alla vostra preziosa curiosità Enoica, buona Degustazione.