Magie di Basilicata: tra gli Angeli di Castelmezzano

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Piccoli e incantevoli, incoronati dalle montagne, vecchi borghi incastonati tra le rocce nude, alte e bellissime delle Dolomiti Lucane. In quest’angolo di Basilicata è racchiuso il fascino di paesaggi di pietra creati da Madre Natura al semplice scopo di stupire gli uomini, dopo un lavoro durato millenni.

Si lascia la Basentana e appare un piccolo presepe, uno scrigno conservato con appassionata cura: è la normanna Castrum Medianum, il “castello tra due castelli” l’ultima roccaforte di Federico II. In questa terra di mezzo, in provincia di Potenza, dove le rocce assumono strane forme di animali e le case hanno pareti di pietra, si respirano ancora momenti di storia e tradizioni antiche, di templari e di streghe mentre uomini travestiti da angeli sfrecciano in cielo, per ammirare dall’alto uno dei borghi più belli d’Italia. Roba da non crederci, forse: e invece questo luogo esiste davvero e si chiama Castelmezzano perché come dice Rocco Papaleo in un noto film “La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, o ci credi o non ci credi!”

Il borgo attuale, cullato e protetto dalle sue montagne, nasce nell’anno 1000, quando gli abitanti dell’antica Maudoro (Mondo d’Oro) fuggono dalle incursioni saracene. La rocca normanna da cui si avvistava il nemico è ancora lì, con la sua lunga e ripida scalinata scavata nella roccia, a sentinella della vallata sottostante, come monito di un paese inattaccabile. Ma a volte le “terre di mezzo” offrono sorprese inaspettate: nei borghi antichi la storia è vita e a Castelmezzano si lega con il misterioso mondo del braccio armato della Chiesa: i Cavalieri Templari. Lo si scopre nello stemma comunale che riproduce il sigillo dell’ordine del Tempio (i due cavalieri su un unico cavallo), fino ad arrivare alla croce templare sulla porta murata secondaria della bella Chiesa Madre di S. Maria dell’Olmo, in Piazza Caiazzo, di fronte allo stupendo Belvedere. All’interno della stessa chiesa un’altra traccia, l’icona in pietra della Madonna della Stella del Mattino, la protettrice di quella che era la milizia di Dio. La storia si fa largo in questo splendido borgo medievale di grande suggestione, fatto di curate case in pietra assiepate l’una all’altra e palazzi nobiliari che si aprono all’improvviso: per chi ama passeggiare e perdersi in un’altra dimensione, Castelmezzano è l’universo a misura di pedone. Ma non è tutto, perché basta alzare lo sguardo per rendersene conto.

 

Il desiderio terreno di raggiungere il cielo, di emulare gli angeli: da sempre l’uomo insegue il desiderio di infinito, aprire le ali e volare. Tra le Dolomiti Lucane il sogno di Icaro si avvera indossando ali di angelo e vista di aquila, godendo di uno scenario mozzafiato a 400 metri d’altezza, in 60 secondi di brivido e adrenalina pura. Un’avventura vissuta a contatto stretto con la natura per godere di uno scenario unico e indimenticabile: è il Volo dell’Angelo che dal 2007 ha unito i due borghi più belli d’Italia che qui si fronteggiano da secoli, la normanna Castelmezzano e l’araba Pietrapertosa, distanti pochissimi chilometri ma accomunati da un unico progetto di valorizzazione delle risorse ambientali e turistiche. Giovani “angeli” di tutta Europa che qui si danno appuntamento per sfrecciare in tutta sicurezza su un cavo d’acciaio, sospesi tra cielo e terra. Un privilegio che permette di ammirare dall’alto il tramonto che si tinge di rosa, gli strani volti delle rocce arenarie delle Dolomiti Lucane e respirare la vera natura del territorio, volando sul borgo che sembra un alveare di pietra fatto di strade e case.

A Castelmezzano si va e si viene da un paese all’altro come angeli, si seguono le orme dei Templari nel borgo ma si balla anche con le streghe. Da secoli l’umanità si interroga su storie e leggende apparentemente irreali: in questi luoghi anche le pietre parlano all’uomo e raccontano di donne che si ungevano di olio magico ricavato da alberi d’ulivo e di quando varcavano la notte su enormi cani bianchi. Luoghi dove Vito il contadino ballava con loro, in preda a fatture d’amore: sono le “masciare” di Castelmezzano che hanno dato vita al Percorso delle Sette Pietre, un percorso letterario accompagnato da elementi sonori e scenografici, ispirato al testo dello scrittore Mimmo Sammartino sulla base di racconti tramandati da generazioni. La Basilicata dal fascino arcano consente di vivere emozioni sempre diverse in questo paese, anche a tavola, con il profumo della cucina tipica: l’agnello cotto con le erbe del parco o il capretto alla brace ne sono solo un primo esempio. La salsiccia, dolce o piccante, è qui venduta nell’unica macelleria della zona (Macelleria Trivigno) che lavora le parti più nobili del maiale ancora secondo le vecchie tradizioni, per poi destinare il taglio povero e grasso nella preparazione della celebre “salsiccia pezzente”. I peperoni “insertati” con ago e filo che formano lunghe collane di rosso colorate sono messi ad essiccare sui balconi, per poi diventare croccanti, o meglio “cruschi”. Per finire con dolcezza ai Crost’l (Crostole), lunghe strisce di pasta arrotolate, fritte e servite con zucchero o miele. Non è così difficile innamorarsi di un borgo così scenografico eppure così piccolo, popolato da poco più di 800 abitanti, tutti ospitali e operosi, che hanno fatto del turismo la loro arma vincente. E forse la magia è proprio questa, sentirsi da visitatori parte viva di un territorio, dove diventare angeli, templari o streghe per un giorno: è il fascino dell’Italia dei borghi, piccoli e preziosi, da conservare come fanno a Castelmezzano, come uno scrigno e con appassionata cura.

Foto di Lorenzo Antonio Palazzo da Castelmezzano.net (All Rights Reserved)

Link utili:

Comune di Castelmezzano: www.comune.castelmezzano.pz.it

Servizi per il Turismo Culturale : www.castelmezzano.net

Info turistiche: Pro Loco “Le Dolomiti Lucane” [email protected]

Info e prenotazioni Volo dell’Angelo: www.volodellangelo.com

Dove mangiare: Ristorante Il Becco della Civetta www.beccodellacivetta.it

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