Pasqua a Lesina: tra risorse naturali ed enogastronomiche

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Trekking, pesca, laboratori didattici e le coccole gourmet dello chef Nazario Biscotti.

 
Con piacere torniamo a parlare di Lesina, perché in effetti si configura come meta validissima dove trascorrere le prossime festività, all’insegna del turismo lagunare. Come abbiamo descritto esattamente un anno fa, qui, si tratta di un’area lacustre di circa ventidue chilometri per due di larghezza, con un fondale bassissimo, la cui profondità non supera il metro e mezzo. In questo habitat ricco di flora e fauna trovano una dimensione ideale la pesca, il birdwatching, il trekking e la pescaturismo (a bordo dei sandali o del LagoBus). Scoprire questo vasto territorio, di 5000 ettari e la cui zona est è riserva naturale dello Stato, diventa una piacevole esplorazione, resa più facile con la guida e il supporto del Centro Visite diretto da Giacomo Bitondi. La struttura è un punto di riferimento per la didattica e ospita anche il Centro di Documentazione Ambientale; l’acquario con il variegato esempio di fauna marina, in primis l’anguilla; e la Casa del Pescatore, con una ricostruzione storica e fedele della vita in loco. L’intero complesso è meritevole di più risorse dall’Ente Parco del Gargano in virtù  dell’importante funzione svolta per  tutelare e valorizzare l’area.

Nella placida Lesina si riprendono ritmi a misura d’uomo, scanditi dalla vita lacustre. È possibile raggiungere il mare percorrendo il canale di Acquarotta. Oppure fare trekking  a Bosco Isola, dove la macchia mediterranea è prodiga di mirto. L’utilizzo di questa specie aromatica è oggetto di un laboratorio, a cura di Lello De Buono, programmato presso il Centro Visite. Il tramonto diventa il momento più idoneo per passeggiare sul pontile che dal lungolago conduce per svariati metri all’isolotto di San Clemente. Suggestione assoluta. San Clemente è un sito archeologico che testimonia la pregressa esistenza di  un monastero benedettino la cui croce affiora dall’acqua.

Da Lesina è possibile esplorare anche altri specchi lacunari e piccoli borghi. In auto o con le Ferrovie del Gargano si può raggiungere il Lago di Varano.  Il tragitto ha come sfondo le Isole Tremiti. Il Lago di Varano è  lungo dieci chilometri e largo sette e mezzo, la profondità si aggira sui tre metri e mezzo, con punte massime di circa cinque. È il posto ideale per pescare, sia da riva, che dalla barca. Nei dintorni si trovano i borghi di Cagnano Varano, Ischitella e Carpino (di cui abbiamo precedentemente già parlato qui).

Le belle passeggiate, si sa, stimolano l’appetito.  Lesina e zone limitrofi si fanno apprezzare anche per i piaceri della tavola, con il piatto principale che è l’anguilla (una volta presidio Slow Food).  Ma ci sono altre specialità ed esempi genuini di produzione gastronomica e agricola.

Se parliamo di alti livelli di ristorazione il primo nome che viene in mente è quello del ristorante “Le antiche sere” del noto chef Nazario Biscotti. Una sintesi di creatività fondata sui legami con le usanze e risorse territoriali. C’è l’imbarazzo della scelta nel menù, dal carpaccio di cefalo al polpo arrosto, fino all’involtino di melanzana. Così elencato sembra che parliamo di ricette abbastanza semplici, ma all’assaggio si spalanca un ventaglio di emozioni che rivela la grande perizia dello chef nel reperire e trasformare la materia prima. Tutt’altro tipo di cucina, incardinata nella tradizione e la semplicità, è quella offerta dal ristorante  “Acquarotta-In Laguna”. Ottima l’anguilla arrostita e le  restanti proposte dell’attento  Alberto Calvo. Per una buona pizza c’è “La cruna del lago” e per un aperitivo rilassante ci sono “L’isola di Wight” e “Lake Cafè”.

Dal lago alle ampie distese destinate all’attività agricola il tragitto è breve e costellato di pale eoliche.  Vale la pena percorrerlo per visitare alcuni laboratori e aziende di Lesina che valorizzano i prodotti locali. L’azienda Agricola Turco è leader nella produzione e trasformazione di pomodori, che hanno il pregio di crescere in un terreno con substrato ricco di elementi salini.  A guidarla è Gino Turco. L’assortimento di conserve artigianali di qualità è vasto, impreziosito da un packaging essenziale, moderno ed efficace. L’azienda segue il protocollo GLOBAL G.A.P., certificazione che definisce le buone pratiche agricole relative agli elementi essenziali per lo sviluppo delle best practices applicabili ad aziende agricole, coltivazioni e prodotti della terra, allevamenti, ecc. Agricola Turco produce complessivamente 200.000 bottiglie che raccontano di una Daunia autoctona. La gamma comprende datterino acqua e sale, datterino salsato, passata di datterino, passata tradizionale e pomodori pelati. Gino Turco sostiene che in un periodo storico come l’attuale, in cui i costi del pomodoro/kg  sono scesi drammaticamente fino ad arrivare a 0,09 centesimi, l’unica via per restare sul mercato è quella di puntare sulla produzione di qualità, focalizzandosi sulla tipicità e facendo testare il prodotto direttamente al consumatore finale.

Un’altra realtà è l’“Agricola del Fortore”.  Rappresenta la filiera casearia, dall’allevamento al caseificio. 100 vacche  per la produzione di latte. Razza Frisona, Bruna alpina e Bruna italiana  nutrite con cereali autoprodotti. Il titolare Diodato Centonza con incredibile abilità dà forma a prelibatezze come le trecce, le scamorze e il caciocavallo, solo per citarne alcune. La lavorazione avviene con la metodica del siero a innesto, ricavato dalla lavorazione del giorno precedente.  Parola d’ordine: freschezza.  Sempre in tema caseario c’è un’altra azienda da inserire assolutamente nel percorso, è “La Bufalara” di Vincenzo Giovanetti. Possiede 900 capi tra bufale e vacche, vengono munte 2 volte al dì (2 di giorno e 2 di pomeriggio). Dalla mungitura di una bufala si ricavano 8 litri di latte al giorno, contro i 30 di una mucca. Ecco spiegati i costi dell’eccellente prodotto finale.

Non ci siamo dimenticati del vino. Nei pressi di Lesina è facilmente raggiungibile Lucera per degustare la tipica denominazione Cacc’e Mmitte di Lucera di cui Cantina La Marchesa è una bella espressione, ne abbiamo parlato qui. Sempre nei pressi, a San Severo, sorge il polo spumantistico del Sud, con cantine storiche ed emergenti che ben rappresentano il settore delle bollicine Made in Puglia.

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