Il fascino selvaggio di Salina

Scritto da | Pubblicato in Sicilia Il fascino selvaggio di Salina

Tra Malvasia e capperi in fiore, un percorso alla scoperta dei mille sapori e profumi dell’isola

Salina, l’antica Dydime, dalla caratteristica forma a gobba di cammello; la più rigogliosa delle “Sette Perle del Mediterraneo” disseminate lungo la costa nord orientale della Sicilia, al centro del meraviglioso arcipelago eoliano. Qui il sole d’autunno sa ancora d’estate e scoprirne ogni suo piccolo dettaglio è come un’epifania. Come svelare un aspetto nascosto della persona amata: in ogni momento della giornata, ci regala una nuova luce, un nuovo tramonto, un nuovo colore del suo incantevole paesaggio! Dal giallo accecante della ginestra di Spagna, alla spumeggiante macchia mediterranea che l’ha resa nota con l’appellativo di Isola Verde. Dal blu dei suoi fondali bassi e sabbiosi che la eleggono a meta imperdibile dello snorkeling alle numerose passeggiate, approfittando di un clima mite durante tutto l’anno. Spettacolare, per gli appassionati di trekking, l’escursione sui crateri della Fossa delle Felci, impreziositi da una vegetazione intatta, ammantata di felci e castagni centenari, e quindi protetta come riserva. L’isola è divisa in tre comuni, di cui Santa Marina ne è la porta d’ingresso con la sua settecentesca Chiesa omonima e Via Risorgimento, detta “U Stratuni”, piena di negozietti e di locali notturni. Di particolare importanza anche il Museo Civico e il Museo del Vino, ricchi di spunti interessanti per comprendere meglio l’isola, la cui storia è testimoniata da numerosi reperti archeologici. Ma una delle località più belle è certamente la Baia di Pollara, nel comune di Malfa, esile lingua di terra a strapiombo sul mare, un anfiteatro naturale creatosi a seguito del cedimento di un cratere estinto e accessibile da un ripido sentiero che attraversa la casa del Postino. Qui è stato girato l’omonimo film dell’indimenticabile Massimo Troisi. Dalla veranda della splendida “casa rosa”, meta di tantissime visite, si può ammirare l’imponente bellezza di questo luogo quasi surreale i cui tramonti si tingono di rosso e di magia.

Nel 1908 l’Arciduca d’Austria scrisse che nelle Eolie “vivevano donne brutte e pelose” che producevano però un “nettare dolcissimo”: era la Malvasia delle Lipari. Salina è la più vitata delle Isole Eolie dove la viticoltura pare risalga al 400 a. C, prima dell’arrivo dei Greci, come testimoniato dai ritrovamenti di alcune monete raffiguranti un grappolo d’uva. La Malvasia delle Lipari DOC è il risultato di tecniche antichissime e nasce dalle uve di Malvasia di Lipari e Corinto Nero, in tre differenti declinazioni: Malvasia, Passito della Malvasia e Malvasia Liquoroso. Per produrre la versione passita si distendono le uve ben mature al sole, sui “cannizzi” (i graticci), per due settimane e sarà il caldo settembrino a conferire una notevole concentrazione degli zuccheri e degli aromi. E’ uno dei vini più affascinanti della Sicilia e racconta di una viticoltura “eroica” fatta da uomini e donne che s’inerpicano con i cesti in mezzo a vigneti i cui filari, abbarbicati su pendii irti e scoscesi, giungono sino al mare accarezzati senza tregua dal vento e dal sole. Dal colore giallo oro che vira sul topazio, la Malvasia esprime al naso profumi mediterranei e fruttati di nespola, albicocca, con note di fiori bianchi, mandorla dolce e miele. Un vino morbido e avvolgente che lascia un ricordo indelebile al palato e nel cuore.


                                                            
Come in tutte le Eolie, la cucina di Salina è tipicamente marinara: dagli spaghetti olive e capperi, ai totani panati e arrostiti per finire alle linguine al cartoccio, preparate con vongole, cozze e pomodoro. Protagonista indiscusso della cucina tipica è il cappero, gioiello dell’enogastronomia eoliana, che arricchisce sughi, piatti di pesce e diventa persino insalata e gelato. A Salina la cultivar di cappero Nocellara, dal bocciolo molto compatto, ha trovato l’habitat ideale ed è richiesta dai grandi chef di tutto il mondo. I capperi e i loro meravigliosi frutti, detti “cucunci”, impreziosiscono anche il pane cunzato di Salina, fetta spessa di pane tostato farcito, dove ben si sposano pomodorini, melanzane, peperoni, ricotta infornata, tonno, mozzarella, pomodori secchi, pesce, pesto di capperi. Un cocktail esplosivo di profumi inebrianti, sapori mediterranei e colori: questa è Salina.

Foto di Love Salina (All Rights Reserved).

Links utili:
Info Turistiche: Love Salina  www.lovesalina.it

Tag

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *