Nel PICCOLO sta il BELLO

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Il Monastero dei Benedettini di Catania è uno dei monasteri più grandi d’Europa. Situato nella zona centrale e più antica di Catania e a poco meno di un chilometro dal Castello Ursino, è una delle tappe architettoniche e storiche da visitare della città etnea. Proprio nel Monastero dei Benedettini di Catania si è svolta la V^ edizione di Piccolo è Bello, riportando nel capoluogo etneo un evento sui vini dopo diversi anni. La manifestazione ideata da Agata Arancio, che nel corso degli anni è andata in un crescendo, tanto è vero che in quest’ultima edizione vi è stata la presenza di oltre cento cantine che hanno dato la possibilità ai partecipanti di poter degustare i vini prodotti.

La manifestazione nasce con lo scopo di dare maggiore visibilità e di far conoscere ai consumatori ed ai wine lover le aziende siciliane (in gran maggioranza quelle etnee) più piccole, dalle quali si hanno basse produzioni e proprio per questo non sempre facili da trovare. Da questo prende il nome la manifestazione, perché nei piccoli produttori si possono avere le sorprese più belle, con prodotti che riescono ad emozionare, a lasciare un segno ed un ricordo. Nell’ampio chiostro interno è stato possibile ammirare l’imponenza e la bellezza architettonica del Monastero assaggiando i vini ed allo stesso tempo potendo spostarsi “virtualmente” da Catania a Castiglione di Sicilia, Sant’Alfio, Milo. Particolarmente interessante è stato il percorso Sant’Alfio – Milo – Castiglione di Sicilia. Intrigante perché riesce ad esprimere le caratteristiche territoriali etnee, di come vengano caratterizzati i vini bianchi o rossi, a seconda del versante in cui si trovano i vigneti.

Nel territorio di Sant’Alfio (paese noto soprattutto per il Castagno dei Cento Cavalli), ad un’altitudine di m. 450 s. l. m. si trovano i vigneti dell’azienda Sive Natura di Giuseppe Paolì, il vino prodotto da uva Carricante, un I. G. T. Bianco Terre Siciliane, che ha tutte le caratteristiche ed i connotati di un Etna Bianco D. O. C., millesimo 2020, fornisce un valido inizio e fa capire come il versante est dell’Etna sia particolarmente adatto per la coltivazione di uva a bacca bianca e per la produzione di vini bianchi. Si presenta con un bouquet ricco e complesso con sentori di lime, di muschio e di funghi. Per un 30% della massa fa affinamento in tonneaux, questo fa sì che abbia maggiore struttura ed arricchisca il suo bouquet. Da Sant’Alfio a Milo, il tragitto è breve, visto che sono due paesi confinanti. Salendo di circa m. 300 a Milo, in contrada Caselle Giuseppe Paolì produce un altro vino bianco, un Etna Bianco Superiore D. O. C.. La menzione di Superiore per l’Etna Bianco può essere data solo per i vini ottenuti dalle uve raccolte nel territorio di Milo, oltre ad avere una percentuale minima di Carricante dell’ottanta percento (80%) ed avere un ph più basso rispetto all’Etna Bianco. Ma la cosa pregevole è stata poter avere la possibilità di denotare le differenze tra un I. G. T. Bianco Terre Siciliane (che per quanto riportato prima può essere considerato a tutti gli effetti un Etna Bianco D. O. C.) ed un Etna Bianco Superiore D. O. C. ottenuto con la stessa percentuale di Carricante (100% per entrambi), stessa annata (2020), ma coltivati in parti diverse e soprattutto vinificate dallo stesso enologo Giuseppe Paolì. Il BiancoMilo 2020 è fresco sia per i profumi che pervengono dal calice sia all’assaggio, da questo si denota un’ottima corrispondenza gusto – olfattiva. I sentori sono di agrumato e di nota marina, i lievi accenni di ginestra e di pietra focaia arricchiscono e completano il tutto. Lungo al sorso, buona la progressione. Questo fa capire come la menzione di Superiore, sia più che valida.

Rimanendo nel territorio di Milo ed assaggiando un altro Etna Bianco Superiore D. O. C. Rachele 2021 prodotto da Pontemida, si denotano altre sfaccettature del Carricante di Milo. Sentori di agrumi vengono arricchiti da note di frutta esotica (ananas e kiwy), accenni di pietra focaia e di nota marina. Corrispondenza gusto – olfattiva più che buona, con un timbro minerale. Spalla acida notevole e lunghezza di sorso lo rendono un vino pregevole.

Da Milo ci si sposta nel territorio di Castiglione di Sicilia, versante nord – est dell’Etna per assaggiare un Pinot Nero. L’Azienda Agricola Siciliano produce Rossoeuphoria, Pinot Nero I. G. T. Terre Siciliane ed è stata la prima azienda sull’Etna a produrre Pinot Nero in via sperimentale, per poi farne il suo vino più rappresentativo. Il millesimo degustato è stato il 2022, che si caratterizza per una freschezza tipica del vitigno, e per i sentori di piccoli frutti di bosco, con lievi accenni di pietra focaia. Buon equilibrio al sorso fra le componenti dure e morbide, gli donano una buona fluidità di beva. 

Infine in contrada Arcuria, sempre a Castiglione di Sicilia la Cantina Calcagno produce Arcuria Etna Rosso D. O. C., ottenuto da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio. Arcuria 2018, dimostra la sua eleganza e raffinatezza già dai profumi, piccoli frutti di bosco, nota fumè e balsamica, humus e la conferma assaggiandolo. Alla beva è verticale, i tannini sono fini e la trama tannica è fitta. Buona persistenza.

Così rimanendo all’interno del chiostro del Monastero dei Benedettini è stato possibile muoversi “virtualmente” assaggiando vini e verificandone le varie sfaccettature, una delle varie virtù che riesce a regalare un calice di vino.

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