La Vernaccia di San Gimignano: la perla bianca della Toscana
Scritto da Alessio Turazza | Pubblicato in territorio, Toscana
L’Anteprima 2023 della Vernaccia di San Gimignano, che si è tenuta il 16 febbraio presso il Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, nel centro storico dell’antico borgo, offre lo spunto per parlare di questa storica denominazione toscana, l’unica a bacca bianca che può fregiarsi del riconoscimento della DOCG. Le sue origini restano avvolte nel mistero, ma sappiamo che nel Medioevo il vitigno era già presente a San Gimignano. Da allora ha sempre fatto parte del paesaggio agricolo e ancora oggi è coltivato su una superficie di 756 ettari, che si trova all’interno del territorio comunale. Area di produzione è caratterizzata dai rilievi di dolci colline, situate a un’altitudine compresa tra i 200 e i 300 metri sul livello del mare. Il clima è mite e tendenzialmente mediterraneo, con una ventilazione costante e buone escursioni termiche. I terreni sono di antica origine marina e sono composti da sedimentazioni di sabbie e argille gialle, che poggiano su substrati più profondi e compatti di argille blu. Sono suoli pregiati e molto adatti alla coltivazione delle uve a bacca bianca.
Gli assaggi dell’anteprima hanno confermato la complessità di un’annata calda e siccitosa come la 2022. Tuttavia chi ha saputo ben interpretare il millesimo, anche con una vendemmia tempestiva e non troppo posticipata, ha saputo produrre vini armoniosi e piacevoli, che coniugano intensità, ricchezza, freschezza e sapidità.
Eccellenti le Riserve 2019, che confermano la bontà dell’annata e la predisposizione del vitigno a lunghi affinamenti, grazie alla sua notevole longevità.
In occasione dell’Anteprima, abbiamo sentito il parere su questo storico vino toscano della Presidentessa del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano Irina Strozzi.

Quando si parla di Vernaccia si parla di un vino antico e dalla storia importante.
“La Vernaccia ha quasi mille anni di storia alle spalle. Il primo documento ufficiale in cui viene menzionata risale al 1276 ed è quindi uno dei vini più antichi d’Italia. La Vernaccia viene citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, da Boccaccio nel Decamerone, il Vasari la rappresenta nel Salone dei Cinquecento, è davvero una denominazione che ha fatto la storia e che ha sempre rappresentato un elemento di identità territoriale e di cultura. Proprio per sottolineare il valore del territorio, è stata introdotta una modifica al disciplinare, che è in corso di approvazione al Ministero, per poter inserire anche la dicitura Toscana in etichetta.

Cosa rappresenta oggi la Vernaccia di San Gimignano nel panorama del vino toscano.
“È una produzione di nicchia rappresentata da tante piccole aziende fortemente radicate sul territorio. La Vernaccia è una perla bianca nel mare dei rossi toscani, per questo motivo l’abbiamo identificata come La Regina Bianca, l’unica Regina Bianca in una terra di Re Rossi e unica DOCG bianca della Toscana. Le abbiamo attribuito anche le connotazioni di unica, nobile per la sua storia e ribelle perché è un vino che non accetta gli stereotipi solitamente associati ai vini bianchi, sia per la sua straordinaria longevità, sia per le sue capacità di abbinamento a tavola”.
Quali sono i progetti per il futuro?
“A livello di territorio stiamo lavorando molto sul concetto di sostenibilità. Abbiamo già oltre il 60% di produttori biologici e molti altri che ne adottano le pratiche anche se non sono ancora certificati. Stiamo lavorando molto sulla comunicazione, anche nel settore dell’enoturismo e sui mercati internazionali, in particolare sui mercati di riferimento della Vernaccia: Germania, Stati Uniti e Nord Europa. Abbiamo lanciato una campagna di comunicazione dedicata ai Paladini della Regina Bianca che sono i nostri produttori e stiamo preparando un grande evento: il Festival della Vernaccia di San Gimignano che si terrà per la prima volta quest’anno il 3 e 4 giugno”.
