L’Altra Toscana: un vivace mosaico di territori da scoprire
Scritto da Alessio Turazza | Pubblicato in eventi, Toscana
L’Altra Toscana ha chiuso il ricco programma delle anteprime regionali con la degustazione del 17 febbraio, presso il Palazzo degli Affari a Firenze. Nonostante si tratti di una realtà giovane, si sta mettendo in luce come una delle proposte più interessanti e dinamiche all’interno dello scenario della Toscana. L’Associazione riunisce 12 Consorzi, che rappresentano piccoli territori connotati da particolari caratteristiche. Le denominazioni Carmignano e Barco Reale, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana e Valdarno di Sopra costituiscono un mosaico di terroir molto diversi per storia, tradizioni, caratteristiche pedoclimatiche e vitigni coltivati. Insieme compongono un panorama vivace e multiforme, che mette in risalto e valorizza le differenti sfaccettature di una regione troppo spesso identificata in modo semplicistico e superficiale solo con Chianti, Montalcino e Bolgheri.

Rispetto ad altri territori della regione, una delle caratteristiche distintive de L’Altra Toscana è la presenza di un’importante selezione di vini bianchi, realizzati soprattutto con Vermentino, Ansonica e Trebbiano, ma anche con gli internazionali Sauvignon Blanc, Chardonnay e Viognier. In particolare, nell’area della Maremma Toscana, il Vermentino è cresciuto molto per estensione vitata e per livello qualitativo. Oggi offre una gamma di etichette che riflettono una precisa identità territoriale e un livello qualitativo di assoluta eccellenza. Per quanto riguarda i rossi, il Sangiovese resta il vitigno più coltivato, ma dona nei vari terroir espressioni molto diverse tra di loro: dai vini più freschi di Rùfina a quelli più strutturati e potenti di Montecucco a quelli solari e mediterranei della Maremma. Da non sottovalutare anche la presenza di vini realizzati con gli altri autoctoni toscani, Pugnitello, Canaiolo e soprattutto Ciliegiolo, che regala rossi piacevolmente fragranti, dal frutto ricco e croccante.

L’entroterra della Costa Toscana si conferma particolarmente vocato per la coltivazione delle più famose varietà internazionali a bacca rossa: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot, che vengono proposte nei classici tagli bordolesi o in interessanti versioni in purezza.

Infine, Cortona rappresenta una piccola enclave francese in terra di Toscana. Da diversi decenni il suo vigneto è quasi esclusivamente coltivato con la Syrah. Questo affascinante vitigno originario dell’alta Valle del Rodano, nato da un incrocio tra Mondeuse blanche e Dureza, ha trovano nella Val di Chiana un terroir d’elezione ed esprime rossi di grande eleganza e intensità aromatica.
Gli assaggi delle etichette de L’Altra Toscana
Assaggiare le etichette de L’Altra Toscana è un invito al viaggio e alla scoperta dei luoghi in cui nascono vini dalla forte personalità e capaci di svelare autentiche espressioni di piccoli grandi terroir.

Per approfondire queste tematiche abbiamo sentito il parere di Francesco Mazzei, alla guida dell’Associazione L’Altra Toscana e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
“Sono molto soddisfatto della curiosità e dell’attenzione che c’è attorno a quest’evento dedicato all’Altra Toscana, quasi inaspettato. È solo la seconda edizione, ma già molti giornalisti mi hanno detto che è l’evento più interessante tra tutte le Anteprime Toscane. È una cosa che mi riempie d’orgoglio perché l’abbiamo portata avanti noi come Consorzio Maremma ed è interessante perché abbiamo 12 Consorzi presenti con realtà anche molto piccole come l’Orcia, Le Terre di Casole, che però hanno le loro peculiarità e le loro particolarità e credo che questo contribuisca a generare molto interesse”.
Qual è il filo rosso che unisce le varie denominazioni de L’Altra Toscana?
“Ciò che unisce tutte queste realtà è l’aspetto dimensionale, non solo sono più piccole ma sono fatte anche da produttori più piccoli e questa caratteristica conferisce loro un approccio artigianale, sartoriale ed anche una maggiore facilità nella gestione dell’attività agricola in modo sostenibile. Molte delle aziende che fanno parte del circuito dell’Alta Toscana sono biologiche o biodinamiche. C’è una particolare attenzione all’ambiente che si riflette anche in un rapporto profondo e identitario con i luoghi di produzione. È un territorio interessante per le sue sfaccettature, Cortona con la Syrah, la Rùfina con il Sangiovese, la Maremma con il Vermentino, sempre più importante, ma anche con molta voglia di sperimentare. Si crea uno scacchiere interessante con ogni pedina al suo posto e ognuna che piano piano sta facendo la sua strada, anche fuori dai luoghi comuni”.
L’Altra Toscana è anche un panorama di denominazioni molto complementari tra di loro.
“Si è vero, anche se il Sangiovese è forse ancora dominante, si esprime in modi molto diversi, nella Rùfina che è una zona fresca il Sangiovese si esprime con vini più acidi e meno corposi, a Montecucco con vini più densi e strutturati. Proprio per questo abbiamo realizzato dei percorsi di degustazione tematici che facilitano la lettura e l’interpretazione del territorio”.
Una delle punte di diamante di questo territorio è sicuramente il Vermentino, un vino su cui la Maremma Toscana sta lavorando da alcuni anni molto bene.
“Sono il promotore del Vermentino da quando sono Presidente del Consorzio della Maremma, forse dissacrando il principio tradizionale che vede la Toscana solo come terra di rossi. È però evidente che oggi la Maremma ha nel Vermentino un suo carattere identitario, non solo perché aumenta in termini di superficie, ma perché ha una qualità molto definita e in costante crescita. Peraltro, venerdì scorso è arrivata l’approvazione del Ministero per introduzione della versione Superiore, speriamo già dalla vendemmia 2021. Il Vermentino è un vitigno straordinario, è estremamente gastronomico, molto equiparabile a un vitigno rosso, non solo per complessità, struttura, ma anche per longevità. Bisogna sfatare questa convenzione che i vini bianchi vanno bevuti giovani e subito, e anche far capire che vanno serviti a una temperatura non troppo fredda, altrimenti vengono penalizzati profumi e aromi”.
A livello internazionale come vengono percepite le denominazioni de L’Altra Toscana?
“Oggi a livello di esportazioni le denominazioni più importanti fanno il 70% di export, quelle più piccole e più giovani fanno il 40-50%, c’è attenzione anche sulle piccole realtà che godono della fama mondiale del brand Toscana”.