L’Arcipelago Toscano e i suoi vini
Scritto da Alessio Turazza | Pubblicato in territorio, Toscana
L’Arcipelago Toscano è formato da sette isole principali: Isola d’Elba, Capraia, Giglio, Montecristo, Pianosa, Giannutri e Gorgona. Su alcune di queste isole esiste una storica tradizione della viticoltura, che ancora oggi regala piccole produzioni di grande interesse. Le isole più importanti dal punto di vista enoilogico sono l’Elba, Il Giglio, Capraia e Gorgona. L’arcipelago gode di un clima tipicamente mediterraneo, con estati calde e secche, mitigate solo dalla costante brezza del mare. I terreni sono prevalentemente pietrosi, piuttosto poveri e spesso difficili da lavorare, soprattutto nelle isole più piccole e rocciose.
L’Isola d’Elba è la più grande dell’arcipelago e anche quella che presenta un territorio più vario, che passa dalla zona orientale di Rio Marina, ricca di giacimenti ferrosi, alla vetta del Monte Capanne, che con i suoi oltre 1000 metri occupa la zona occidentale dell’isola. La coltivazione della vite risale ai tempi dei primi insediamenti degli Etruschi, che già avevano scoperto la ricchezza mineraria dell’Elba e poi alla successiva colonizzazione romana. La consuetudine della viticoltura è tuttavia rimasta viva fino alla devastazione della fillossera, che distrusse quasi tutti i vigneti europei. La lenta ripresa e stata poi frenata dallo sviluppo del turismo nel secondo dopoguerra, che ha favorito l’abbandono delle terre e in particolare dei vigneti coltivati nelle zone più impervie e scoscese. Oggi gli ettari vitati sono circa 300 e si trovano soprattutto nelle zone più pianeggianti. Ancora oggi sono coltivati i vitigni storici del territorio: il trebbiano toscano o procanico, l’ansonica, il vermentino, il moscato e il biancone per le uve a bacca; l’aleatico e il sangiovese per le uve rosse. Tuttavia non manca qualche parcella di ciliegiolo, canaiolo e colorino e di varietà internazionali: merlot, cabernet sauvignon e syrah.
La viticoltura del Giglio ha avuto una parabola simile a quella elbana, ma con un abbandono quasi totale in favore del turismo, viste le difficoltà di coltivare la vite sui ripidi pendii dell’isola. A testimonianza del passato, rimangono ancora i resti degli antichi palmenti che risalgono al XVI-XVIII secolo. Negli ultimi decenni, alcuni piccoli produttori hanno recuperati e ripristinati i vecchi terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, affacciati direttamente sul mare. Oggi la produzione di Ansonica spicca per intensità aromatica e ricchezza. È un vino solare e armonioso, proposto in un numero limitato di bottiglie, ma di notevole qualità.
Fino al 1986, l’isola di Capraia ha ospitato una colonia penale agricola. I detenuti vivevano all’aperto dedicandosi all’allevamento e alla coltivazione delle terre. Negli ultimi anni, alcuni viticoltori hanno recuperato i vecchi vigneti terrazzati, all’interno di un ambiente selvaggio e incontaminato. Pochi ettari coltivati con aleatico, sangiovese, ciliegiolo, vermentino e ansonica. Una viticoltura eroica che regala alcune etichette di ottima qualità.
Infine, l’isola di Gorgona ospita un interessante e meritorio progetto che la cantina Frescobaldi ha iniziato nel 2012 in collaborazione con l’Istituto di Pena dell’isola. I detenuti, con la consulenza degli agronomi e degli enologi Frescobaldi, coltivano vigneti e producono vino sull’isola. Un modo per imparare un mestiere, che potrà esser loro molto utile nel momento in cui riacquisteranno la libertà.
Due le etichette, un bianco e un rosso, tutti e due assolutamente da provare.
Le principali cantine
Isola d’Elba
Azienda AgricolaArrighi
Tenuta Acquabona
Tenuta La Chiusa
La Fazenda
Cantina Mazzarri
Fattoria Delle Ripalte
Isola del Giglio
Altura
Castellari
Bibi Graetz
Cantina Scarfò
Fontuccia
Le Greppe
Isola Capraia
La Piana
La Mursa
Isola Gorgona
Tenuta Frescobaldi