Bardolino Doc, alla scoperta del suo mondo turistico – Parte 2

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Continuiamo a parlare del territorio del Bardolino.

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GARDA

Garda divide in due parti quasi uguali la riviera orientale del Benaco e dista circa trentadue chilometri da Verona.

Il golfo di Garda è chiuso a sud dalla Rocca, su cui sorgeva il castello che diede nome al lago, e a nord dal Monte Luppia, la cui ultima propaggine è costituita dalla piccola perla del lago: Punta San Vigilio che forma una penisola che chiude a nord-ovest il golfo. Sul lembo di terra ci sono Villa Brenzoni Guarienti, che venne progettata dal Sanmicheli, una chiesetta, una locanda storica, un suggestivo porticciolo e la Baia delle Sirene. Un’oasi naturale in cui si incastrano palazzi storici con statue incastonate quasi a sorvegliare le antiche mura.

Garda è il paese lacustre che conserva più spiccata la tradizione della pesca professionale: i suoi pescatori sono riuniti in una Cooperativa. La festa patronale è il 15 agosto, giorno della Madonna Assunta: è anche la data nella quale si corre il palio delle contrade, sulle barche da pesca.

A Garda in pochi chilometri si concentrano scenari paesaggistici variegati, sfondo di memorie storiche e artistiche, costellati di chiesette nascoste e fastose ville nobiliari, come il Palazzo dei Capitani, in stile veneziano, Villa Albertini e Palazzo Carlotti Canossa, teatro della passione fra Gabriele D’Annunzio e Alessandra di Rudinì Carlotti.

Garda offre numerose chiese che vale la pena di visitare: prima fra tutte la pieve di Garda, una delle più antiche dell’area, ricostruita in seguito a un terremoto che la colpì nel 1117 e dedicata a Santa Maria, per poi essere rimodernata nel 1824. Da vedere sono anche la Chiesa di Santa Maria Assunta, del XVIII secolo, l’eremo dei Camaldolesi e la chiesa di Santo Stefano, a lato della strada che attraversa il paese, accanto al torrente della Santissima Trinità.

Come per gli altri paesi del lago, anche Garda vanta origini preistoriche con i consueti ritrovamenti palafitticoli dell’età del bronzo. Vi sono diverse testimonianze di un passato antichissimo come ad esempio le incisioni rupestri del monte Luppia che raffigurano guerrieri, armi, cavalieri, labirinti, animali. Rimane a Garda qualche testimonianza dell’età romana, sia nella configurazione del centro abitato che in alcune lapidi funerarie. Con la caduta di Roma e del suo impero, la zona del Garda divenne terra di conquista delle popolazioni barbariche del nord. Il nome “Garda” deriva probabilmente dalla parola tedesca Warte, che significa guardia, “fortezza”, e che fa riferimento al baluardo “imprendibile” costituito dalla Rocca. Gli storici ritengono che questa fortezza nei primi secoli del medioevo fosse divenuta tanto importante dal punto di vista strategico da dare il proprio nome all’intero lago: lago di Garda appunto, a sostituzione del più antico nome romano di Benàcus. Il primo documento in cui compare il nome di “Garda” risale al 712 d.C., ai tempi di Liutprando, re longobardo. Nel quadro delle rivalità nobiliari, a partire dall’anno 888, si inserisce la vicenda della regina Adelaide di Borgogna, imprigionata nella Rocca di Garda e da qui fuggita grazie alla complicità di un frate.

Attualmente Garda è una delle più floride e frequentate località turistiche del lago di Garda.

Gli sportivi che anche in vacanza non voglio rinunciare al movimento possono cimentarsi in corsi di vela ben organizzati, oppure lanciarsi in pedalate sul magico sfondo della riviera lacustre. Il territorio di Garda, infatti, offre agli appassionati della mountain bike un percorso ideato dalla due volta campionessa olimpica della specialità Paola Pezzo.

Gardacqua è un centro benessere con SPA, piscine interne ed esterne immerse in un parco.

Dove mangiare

Regio Patio dell’Hotel Regina Adelaide

Ai Beati

Osteria Caffè Amaro

Trattoria Al Graspo

Dove dormire

Hotel Villa Antea

Poiano Resort

Hotel Madrigale

Hotel Villa Madrina

Hotel Conca d’Oro

LAZISE

Lazise è un toponimo di matrice latina. Secondo le teorie più accreditate deriverebbe da “lacus”, “laces”, e quindi starebbe a indicare un villaggio lacustre, il che suona abbastanza plausibile. Il territorio appare abitato fin da epoche preistoriche di cui si sono trovate tracce di palafitte. Il passaggio dell’epoca romana è chiaramente testimoniato dal nome, ma è durante il Medioevo che si vive il periodo storico più significativo del borgo e che getta le fondamenta per quello che sarà in seguito la cittadina.

Comune autonomo già nel 983, grazie alle concessioni di Ottone II, Lazise vanta un’ampia cinta muraria ampliata e resa più sicura dagli Scaligeri. Tre le porte d’accesso al centro: la porta Nuova, voluta da Cansignorio nel 1376, porta San Zeno e la porta del Lion. Il castello venne eretto fra il 1375 ed il 1381. Scenografica la piazza del municipio, che si apre verso il porticciolo. Suggestivo e pittoresco il centro storico di forte carattere medievale di cui affascina, soprattutto, la singolare pavimentazione a scacchi nella piazza principale e con motivi geometrici lungo le vie.

Sul porto si affaccia la Dogana veneta che fu edificata nel Trecento, destinata a svariati usi nel corso del tempo, come deposito del cotone, arsenale, mercato e fino a Casa del Fascio; oggi è una splendida cornice per mostre ed eventi culturali. Diverse sono le chiese che valgono una visita in paese. Tra queste, quella dei Santi Zeno e Martino, del 1200, ricostruita attorno al Settecento, e quella di S. Nicolò, dedicata a San Nicola di Bari ed edificata sul porto nel XII secolo.

Il castello è un’altra attrazione da non perdere. Fu edificato verso l’anno mille per difendere il paese dalle incursioni degli Ungari. La sua struttura fu rimaneggiata più volte nel corso dei secoli. Verso la fine del 1800 fu acquistato dalla famiglia Buri alla quale si deve il merito della ristrutturazione; la parte della fortezza accessibile alla visita turistica è quella che segue la cinta muraria, sia all’esterno che all’interno, ancora in ottimo stato di conservazione.

Fiero ed elegante, l’edificio presenta una base quadrata e cinque torri, più il mastio. Gli stemmi degli Scaligeri son ben visibili in corrispondenza dei due ingressi.

Sul territorio comunale sorgono parecchie interessanti ville, quasi tutte, però, non sono visitabili, alcune sono di epoca rinascimentale, come Villa De Beni, nella vicina Pacengo, e romantiche, come Villa Buri a Lazise. La Villa Pergolana, alla fine del lungolago in direzione Bardolino, fu costruita nel 1800 in stile rinascimentale nel sito di un antico monastero ed include la chiesetta di Santa Maria Delle Grazie, costruita nel XVI secolo.

Due le frazioni di Lazise: Colà, con il bel palazzo Miniscalchi, noto come Villa dei Cedri oggi centro termale e Pacengo, in riva al lago, con la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista costruita sul finire del Settecento. Si può visitare anche Canevaworld, un parco divertimenti che comprende l’AquaParadise, un grande parco di divertimenti acquatici e i Movieland Studios, un parco giochi sul tema del cinema.

Per lo sport, al Gardawake potrete praticare wakeboard, flyboard, parasailing, crazy disc, wakesurf e sci nautico.

Dove mangiare

Il Porticciolo

Vecchia Dogana

La taverna da Oreste

Alla Grotta

Dove dormire

Quellenhof Luxury Resort Lazise

Relais agli Olivi

Corte Valier

Cantine

Bergamini

Le Tende

PASTRENGO

Sulla sponda orientale del Lago di Garda, guardando un po’ più verso l’interno rispetto alla riva, si trova Pastrengo, un borgo che fu teatro di grandi scontri e nel quale ancora risuonano le antiche gesta. Pastrengo è ricordata per la carica compiuta nel 1848 al grido di “Savoia!” da tre squadroni di carabinieri a cavallo in difesa di re Carlo Alberto, minacciato dalle truppe austriache: l’evento è rievocato ogni anno il 30 aprile. L’epoca risorgimentale è testimoniata da alcuni imponenti nei forti militari austriaci presenti sul territorio: il complesso difensivo è costituito da forte Degenfeld, sul colle a nord di Piovezzano, forte Benedeck sul monte Bolega, forte Nugent a Poggio Pol, sul colle San Martino, e forte Leopold su Poggio Croce. La parrocchiale dell’Esaltazione della Croce, a Pastrengo, conserva alcune pale d’altare attribuite al Cignaroli e al Lorenzi. La parrocchiale di San Zeno, nella frazione di Piovezzano, venne rifatta nell’Ottocento. Il santuario seicentesco di Santa Maria, nella contrada di Pol, dà sull’Adige. A Pol c’è pure la chiesetta di San Rocco, seicentesca. Sempre in territorio di Pastrengo, esattamente sulla provinciale, si possono ammirare l’edificio liberty del Pio Ricovero, e, appena fuori dal centro abitato la villa detta del Castello, che sorge proprio su un’altura.

Dove mangiare

Stella d’Italia

Al Forte

Ristorante Eva

Dove dormire

Villa Padovani Relais

Agriturismo Sambuco

Villa Avesani

Cantine

Benazzoli

PESCHIERA DEL GARDA

Peschiera del Garda è uno dei paesi più caratteristici del lago di Garda: si affaccia sulla bassa sponda veronese del lago nel punto in cui le acque del Garda confluiscono nell’emissario Mincio. Nel suo nucleo originario è costruita all’interno da una rete di canali che poi confluiscono a formare il fiume Mincio. Queste canalizzazioni fanno parte della struttura difensiva della città fortificata di Peschiera, fondata dagli Scaligeri e successivamente sviluppata sotto la Repubblica di Venezia e in età napoleonica. Questa particolare conformazione rende Peschiera diversa da tutti gli altri paesi del lago.

Peschiera vera e propria città-fortezza, ha avuto nel corso dei secoli un fondamentale ruolo strategico-militare, testimoniato dalle massicce mura e le fortificazioni lasciate dagli Scaligeri, da Venezia (che affidò la progettazione delle difese al Sanmicheli), dagli austriaci (Peschiera, con Verona, Mantova e Legnago, era uno dei vertici del Quadrilatero, il sistema difensivo creato nel Lombardo-Veneto dopo il 1815) e dall’Italia.

Fu Mastino della Scala ad iniziare l’opera di fortificazione del centro di Peschiera: la Rocca fu costruita su preesistenti costruzioni romaniche e nel XV secolo la fortezza risulta composta da un gruppo di abitazioni civili intorno alle quali erano le mura turrite disposte su cinque lati e, nell’angolo meridionale, si trovava appunto la Rocchetta, detta poi Rocca.

Peschiera è entrata a far parte nel 2017 del patrimonio Unesco proprio grazie alla sua fortezza. Passeggiando lungo le mura si può ammirare tutto lo splendore di quella che un tempo era la roccaforte di numerosi imperi. Un museo a cielo aperto in cui ogni singola e piccola pietra racconta una storia centenaria fatta di battaglie, sconfitte ma anche grandi vittorie. La cura dell’ambiente pubblico cittadino fa sì che la passeggiata sia piena di colori e di profumi: azalee, petunie, margherite che fanno da corollario perfetto al già suggestivo paesaggio. Uno degli scorci più suggestivi di Peschiera è la zona di Porta Brescia, l’ingresso occidentale dell’antica piazzaforte, quella che faceva parte del grande quadrilatero fortificato di epoca asburgica.

Sullo stemma comunale compare l’anguilla: ricorda una citazione di Plinio, che narrava delle abbondanti catture che si effettuavano nella zona. Al margine di una delle piazze del centro storico si scorgono i resti delle abitazioni dell’antica Arilica, il villaggio di epoca romana. Gode di grande popolarità in zona il santuario della Madonna del Frassino che ricorda una miracolosa apparizione del 1511: vi sono conservate opere di Paolo Farinati.

Per quello che riguarda gli sport, da qui inizia una pista ciclabile lunga circa 40 chilometri, che la collega a Mantova e che costeggia il fiume per un lungo tratto del percorso. Per gli amanti del golf esiste il Golf Club Paradiso del Garda 18 buche su una superficie di 80 ettari, ma anche si può praticare vela al Fraglia Vela.

Dove mangiare

La locanda di Noris

Trattoria al Combattente

Trattoria Bella Italia

Antica Osteria Busocaldo

Dove dormire

Relais Villa Luisa

Boutique Villa Sara

Riviera Carducci Rooms

RIVOLI VERONESE

I primi insediamenti della zona si riscontrano nel periodo neolitico, ma solo in epoca medievale si può parlare a tutti gli effetti di entità costituita, che nel 1100 aveva le fattezze di struttura fortificata a scopo bellico. Rivoli Veronese è famosa per la battaglia che vi si combatté nel 1797 fra l’esercito di Napoleone e quello austriaco. A maggio viene organizzata una vera e propria ricostruzione molto coinvolgente dell’anniversario della Battaglia di Rivoli.

In paese esiste un piccolo museo napoleonico, che, in qualità di sito museale privato appartenente alla rinomata famiglia Da Pra Galanti, espone una miriade quasi incalcolabile di stampe, manoscritti, un dittico di plastici raffiguranti la battaglia di Rivoli Veronese e, non ultimo, il celeberrimo letto da campo utilizzato da Napoleone Bonaparte.

Seppur di contenutissime dimensioni, la località s’impone come centro urbano architettonicamente ricco, degno di nota per via dei numerosi edifici religiosi e civili che vi trovano magnificamente posto. Le strutture sacre più antiche sono l’ormai evanescente Chiesa di San Zeno Canale (XI secolo) – purtroppo andata distrutta e in passato dissacrata dalle truppe napoleoniche – e la Chiesa di San Pietro in Cattedra (XII secolo), per somma fortuna ancora integra.

Non lontana dalla spettacolare Chiusa (una sorta di canyon nel quale s’incunea l’Adige), vi è la contrada di Gaium, con la chiesetta di San Michele del 1100.

Seguono, in ordine d’età, la Chiesa di Sant’Antonio da Padova e la Parrocchiale di Canale (XVII secolo), infine la Chiesa parrocchiale di Rivoli (XVIII secolo), dotata di un pregevole e alto campanile con orologio. In quanto a tenute civili si possono citare le splendide ville Becelli, Corte Campana e Corte Bramante – tutte risalenti al ‘500 – e Villa Cozza (XVII secolo), Corte Fiffaro (stessa epoca) e Corte Rizzoni (secolo successivo).

La vallata dell’Adige è dominata dalla Rocca (importante sito archeologico) e dal forte di Rivoli, ben conservato, costruito dall’Austria fra il 1849 e il 1852. Attualmente questa apprezzabile struttura ospita un esaustivo museo concernente la Prima Guerra Mondiale.

Dove mangiare

Osteria La Cicala

Dove dormire

Agriturismo Villa Stella

Locanda al Museo

SOMMACAMPAGNA

Il territorio di Sommacampagna, sulle colline moreniche meridionali dell’entroterra del lago di Garda, è a forte vocazione agricola.

Era in origine chiamata Summa Campanea, campagna alta, per la posizione in collina rispetto alla campagna di Verona. L’insediamento più antico era collocato dove ancora oggi possiamo trovare la Pieve di Sant’Andrea, architettura religiosa riconducibile allo stile romanico, che sorge su un antico tempio pagano dedicato alla dea Leituria. Un vero e proprio gioiello, studiato e visitato da molti ricercatori. Nel 1300 la Pieve iniziò un lento declino e il centro della vita della comunità di Sommacampagna si spostò nell’attuale centro storico. Quest’area era caratterizzata dalla presenza di ricche dimore patrizie, appartenenti a nobili veneziani e veronesi che qui stabilivano la propria residenza di villeggiatura. Sulla cresta morenica spicca anche il Santuario della Madonna del Monte, chiesa di antiche origini che si dice aver ospitato San Francesco. Il santo d’Assisi è protagonista di un pregevole ciclo d’affreschi, che adorna le pareti perimetrali della chiesa.

La sede municipale è presso villa Da Vico, progettata dall’architetto neoclassico Adriano Cristofali. Tra i palazzi del territorio vi sono: Cà Zenobia, affrescata da Paolo Farinati, villa Pignatti Morano, già dimora degli Ottolini, a Custoza, e villa Venier, progettata da Luigi Trezza. La frazione di Custoza, nota per la sua viticoltura, è celebre anche per le battaglie che vi si combatterono in epoca risorgimentale e il suo ossario. A Custoza esiste anche il parco acquatico Picoverde. Un’altra sua frazione, Caselle, ospita lo Sporting Club Paradiso, un centro di equitazione rinomato.

Per gli amanti del golf, val la pena provare le 18 buche tra le colline del Garda, al Golf Club Verona.

Dove mangiare

Osteria del fil de fero

Trattoria tre colli

Trattoria al Ponte

Ca del Pea

Merica

Dove dormire

Agriturismo Cà Giulietta

Resort La Mola

Eldorado B&B

Cantine

Le vigne di San Pietro

Gorgo

Monte del Frà

SONA

Il territorio è quasi interamente compreso tra le colline moreniche di fondo, che creano un paesaggio incantevole e rilassante. Sulla piazzetta del centro di Sona si affacciano tre edifici degni di nota: il palazzo municipale, la parrocchiale e, in mezzo, un’antica filanda. Uno dei luoghi simbolo di Sona è la Chiesa di San Salvatore, la chiesa principale della città. Ancora oggi non si conoscono le origini della prima chiesa dedicata alle Sante Maria ed Elisabetta, ma si pensa che possa risalire tra il XII ed il XIII secolo. Parliamo di una chiesa storica, che all’inizio del XVI secolo divenne la sede parrocchiale con il titolo di “San Salvatore”.

Tre le frazioni: Lugagnano, Palazzolo e San Giorgio in Salici. Nel borgo (anticamente chiamato San Giorgio in Salcis) il monumento più importante è la chiesa opera dell’architetto Luigi Trezza, costruita tra il 1795 e il 1800.

Molto interessanti le chiese di San Quirico e Giulitta a Sona e Santa Giustina a Palazzolo, tra le migliori testimonianze del romanico veronese, con un bel ciclo di pitture murali. Molte le ville presenti sul territorio, tra le quali a Sona l’ottocentesca villa Trevisan Calderari ed a Palazzolo, nella piazzetta centrale, villa Schizzi.

Dove mangiare

El Bagolo

Trattoria Al Pigno

Villa Eire

Dove dormire

Antica Corte La Valle

Relais Corte Guastalla

Relais des Roches

TORRI DEL BENACO

L’antico borgo di Torri del Benaco è racchiuso tra mura e torri medioevali ottimamente conservate. Suo simbolo è il castello scaligero, fatto costruire nel Trecento da Antonio della Scala, per difendere i suoi possedimenti territoriali dall’espansionismo dei Visconti di Milano. Attualmente il maniero ospita un museo etnografico di notevole interesse. La “sala della pesca”, è la prima sala museale sorta in Italia dedicata alla pesca delle acque lacustri e raccoglie rarissime reti antiche, una “gondola piana” del Garda e la quasi totalità delle reti e dell’attrezzatura in uso presso i pescatori del lago di Garda. L’antica cappella del castello, ampliata nel XVII secolo, è diventata l’attuale sede parrocchiale (dedicata a San Marco). La chiesa conserva al suo interno una statua lignea della Madonna col Bambino (risalente al secolo XV), il battistero del 1522 e affreschi del Trecento. Il castello ospita anche l’antica limonaia, risalente al 1760, tra le ultime serre di agrumi rimaste in funzione sul lago. Tipiche di Torri del Benaco infatti sono le limonaie: furono i frati francescani, secondo la tradizione, ad introdurre sul Garda gli agrumi, nel XIV secolo.

Sul porticciolo si affacciano alcuni begli edifici di epoca veneziana, fra il cui il palazzo della Gardesana, oggi albergo. Merita di essere visitata la chiesa dei SS. Pietro e Paolo, edificata agli inizi del 1700 sulle rovine di una chiesa precedente e custode di antichi altari barocchi in marmo. Da ammirare sono le pale del Cignaroli, del Rotari e del Brentana, mentre le statue dell’interno sono opera di Michelangelo Speranza. Notevole è infine l’organo, costruito nel 1745 da Angelo Bonatti di Desenzano.

Pai ed Albisano sono le frazioni di Torri del Benaco: della prima, in riva al Garda, va citata la chiesetta di San Marco; dell’altra, in collina, il belvedere con punto panoramico. Fra i boschi delle colline è presente una ricca serie di incisioni rupestri di epoca preistorica e storica.

Per praticare kitesurf e windsurf rivolgetevi a Beekite ‘n’ Surf.

Dove mangiare

Le gemme di Artemisia

Osteria Ago e Rita

Ristorante Gardesana

Dove dormire

Hotel del Porto

Albergo del Garda

Hotel Eden

Locanda San Marco

VALEGGIO SUL MINCIO

Valeggio sul Mincio è un borgo incantevole agghindato di vigneti e vegliato dalle colline. Come dice il nome stesso, il corso del Mincio attraversa placido la cittadina veneta, riflettendo sulla superficie le bellezze del centro storico.

Valeggio è il comune più a sud fra quelli dell’area di produzione del Bardolino. I vigneti sono sulle colline moreniche, da Salionze, dove la tradizione vuole che Attila abbia incontrato papa Leone Magno, a Santa Lucia ai Monti, e poi giù lungo il corso del Mincio. Famosa per i suoi tortellini, Valeggio ha tra le sue attrattive storiche il castello scaligero. Cinema all’aperto e spettacoli durante la bella stagione richiamano visitatori da ogni dove, ma il fascino di questo Castello trecentesco esercita un grande potere d’attrazione tutto l’anno. Dei tre ponti levatoi che lo proteggevano solo uno si è conservato. L’ala più antica fu quasi completamente distrutta con il terremoto del 1117, salvo la Torre Tonda, a ferro di cavallo risalente al X sec.

Tra gli altri monumenti, la parrocchiale di San Pietro del 1753, sorta sui resti di un edificio seicentesco. La facciata è incompleta, mentre all’interno l’ampia navata in stile neoclassico conduce lo sguardo all’enorme pala d’altare dell’Ottocento, e sull’ingresso si trova un meraviglioso affresco del XVIII secolo. Da vedere anche l’organo a canne del 1812, magnifica creazione di G.B. Sona, completamente restaurato e tuttora in funzione.

Tra gli edifici civili spiccano Palazzo Guarienti, in stile neoclassico settecentesco, e Villa Maffei Sigurtà, la raffinata residenza estiva dei Conti Maffei, signori di Valeggio e Mozambano dal 1649. Progettata e portata a termine da Vincenzo Pellesina, che trasse spunto dai capolavori del Palladio, la villa mostra il passaggio dal barocco alle linee pulite del neoclassico. Chi ama i giardini lussureggianti troverà sul retro della dimora il Parco Giardino Sigurtà, aperto alle visite da marzo a novembre acquistato dal conte Sigurtà negli anni ’40 e da lui trasformato in un piccolo paradiso, degno di competere con le più sorprendenti raccolte botaniche d’Europa.

Borghetto è una piccola, romantica contrada fluviale, dove salta subito all’occhio il Ponte Visconteo, una diga fortificata realizzata nel 1393, commissionata dal duca di Milano Gian Galeazzo Visconti per proteggere i confini orientali del suo ducato. La lunghezza di 650 metri giustifica il soprannome di “ponte lungo”, mentre la larghezza, di circa 25 m, riesce ad accogliere il piano stradale. Valeggio sul Mincio con Borghetto sul Mincio sono due borghi riuniti nello stesso comune, entrambi per fondazione risalgono al periodo dei Longobardi anche se poi sono stati arricchiti di costruzioni e baluardi medievali quando infervoravano le lotte di potere tra i signorotti del territorio veronese e la Serenissima.

Come ogni antico borgo che si rispetti, anche Valeggio sul Mincio ha una storia ricca e affascinante, costellata di tradizioni immortali e magiche. Tra le occasioni più note c’è la Festa del Nodo d’Amore, il terzo martedì di giugno, con una lunghissima tavolata imbandita sul Ponte Visconteo, dove si gustano in compagnia i rinomati tortellini di Valeggio.

Dove mangiare

Antica Locanda Mincio

Alla Borsa

Belvedere

Dove dormire

Relais La Rocchetta

Corte Regia Relais

B&B La Pescadora

Da comprare

Pastificio al re del tortellino

Cantine

Corte Gardoni

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