Anteprima, saranno guai: la Russia aumenta i dazi sull’importazione di vino, +20%

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In risposta alla crisi in corso in Ucraina e in seguito alle sanzioni internazionali contro la Russia, il governo russo sta decidendo di aumentare i dazi sull’importazione di vino dall’Italia e da altri 48 paesi ritenuti “ostili”. Il provvedimento prevede un aumento del 7,5% sui dazi precedentemente applicati, portando il tasso dal 12,5% al 20% e stabilendo un minimo di 1,5 dollari al litro.

Il provvedimento, pur non essendo ancora pubblicato ufficialmente, fa parte di un pacchetto di misure di ritorsione pianificate dal governo russo nei confronti dei paesi che sostengono l’Ucraina. La decisione di aumentare i dazi sull’importazione di vino è stata presa come forma di pressione economica e potrebbe avere gravi conseguenze per i produttori e gli esportatori italiani di vino.

Impatto sui vini italiani e paesi “ostili”

L’aumento dei dazi sull’importazione di vino avrà un impatto significativo sul settore vitivinicolo italiano. La Russia è stata tradizionalmente un importante mercato per i produttori di vino italiani, e l’aumento dei dazi renderà i prezzi dei vini italiani meno competitivi rispetto a quelli dei paesi che non sono soggetti a dazi più elevati.

In particolare, i vini di fascia bassa e medio-bassa potrebbero subire una diminuzione delle vendite in Russia, poiché i consumatori potrebbero preferire alternative più economiche provenienti da paesi con dazi più bassi. Ciò potrebbe rappresentare una sfida per le aziende vinicole italiane che si sono basate sull’export in Russia per aumentare le proprie entrate.

Rinforzo della domanda interna e importazioni da paesi amici

Con l’aumento dei dazi sull’importazione di vino, è probabile che la domanda interna di vino in Russia aumenti e venga soddisfatta principalmente dalla produzione locale e dalle importazioni da paesi considerati “amici” o “neutrali” dalla Russia. Paesi come il Cile e l’Armenia potrebbero vedere un incremento delle esportazioni di vino verso la Russia, beneficiando della situazione creata dalle nuove tariffe.

L’industria vinicola italiana potrebbe quindi essere costretta a riorientare le proprie strategie commerciali, concentrandosi maggiormente sul mercato interno e cercando nuove opportunità di esportazione in altri paesi non soggetti a dazi elevati.

Ripercussioni internazionali

L’aumento dei dazi sull’importazione di vino potrebbe innescare una risposta internazionale da parte dei paesi colpiti. Alcuni di essi potrebbero decidere di imporre ulteriori misure restrittive nei confronti della Russia, creando così un circolo vizioso di ritorsioni commerciali che potrebbe danneggiare l’economia globale e complicare ulteriormente le relazioni internazionali.

In conclusione, l’aumento dei dazi sull’importazione di vino dalla Russia rappresenta una mossa significativa del governo russo in risposta alle tensioni geopolitiche in corso. Mentre il provvedimento non è ancora stato ufficialmente pubblicato, se attuato, avrà sicuramente delle ripercussioni sull’industria vitivinicola italiana e potrebbe spingere i produttori a cercare alternative per mantenere la competitività sui mercati internazionali. Nel frattempo, la Russia potrebbe aumentare la domanda di vino proveniente da paesi considerati “amici” o “neutrali”, contribuendo a riorientare gli scambi commerciali nel settore vinicolo. Tuttavia, le implicazioni di lungo termine di queste misure rimangono ancora incerte e dipenderanno dalla risposta degli attori internazionali coinvolti.

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