Cantina Endrizzi: una degustazione fuori dal coro
Scritto da Liliana Savioli | Pubblicato in degustazioni

Ci si sente accolti in famiglia andando a trovarli. Come non accettare l’invito rivoltomi da Aurora Endrici, che fa parte della famiglia, ad assaggiare delle novità da loro prodotte? Eccoci allora a parlare di Chardonnay. Un vitigno e un vino considerato internazionale, perché prodotto in tutto il mondo, ma che ha trovato casa in quel di San Michele all’Adige da moltissimo tempo.
Allo Chardonnay piacciono i terreni magri, calcarei e granitici, piacciono le escursioni termiche, piacciono le estati soleggiate e gli inverni rigidi. Dagli Endrizzi ha trovato tutto questo e si esprime al meglio. Con Paolo Endrici, Vito Piffer (Enologo aziendale) e Daniele Endrici (la nuova e preparata generazione)e un gruppo di giornalisti, ma più che altro amici, abbiamo degustato tre espressioni di Chardonnay. Una degustazione fuori dal coro, come lo sono loro.
Un pas dosè di solo 1.500 bottiglie prodotte per la famiglia e per pochissimi amici. Sarà in vendita per pochi fortunati a partire da dicembre e noi assaggiamo le bottiglie dalla 2 alla 7. Esprime tutta la personalità e il carattere Endrizzi. Sorridente ma anche risoluto, atletico ma anche delicato, raffinato ma anche agreste, rigoroso ma anche indulgente. Appena avvicino il naso al bicchiere vengo avvolta dai ricordi dello strudel che faceva mia mamma in montagna, con la stufa economica a legna. Profuma di mele, di uvetta, di burro, di caramello, di legna. E’ caldo, morbido, verticale. Sembra una bella signora tirolese in abito tradizionale, il dirndl. Ma non quello da giorno, quello da sera tutto velluto e pizzi e ricami dorati. Quello che Christine Endrici qualche volta indosserà, spero godendo del suo Masetto Privè 2008.