Degustazione vini Cantina del Taburno: quali saranno premiati alla Vinoway Wine Selection 2021?

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Se in Campania parte rilevante della viticoltura di qualità ha una storia relativamente recente,  guardando alla data di nascita delle aziende, dobbiamo invece ricrederci andando a visitare alcune grandi realtà del mondo del vino sannita, quella provincia di Benevento che, da sola, fornisce oltre la metà delle uve da vino raccolte in Campania.

 
A Foglianise, centro rurale alle pendici del Massiccio del Taburno-Camposauro, ha la sua sede la Cantina del Taburno, un’esperienza anomala nel novero degli assetti proprietari delle aziende vitivinicole, se consideriamo che dalla sua creazione nel 1972 questa è la cantina del Consorzio Agrario di Benevento, un ente strategico nel passato per l’economia sannita, se si pensa che fu tra le primissime partite iva, all’alba del XX secolo, ad essere registrate nella Camera di Commercio di questo territorio; al consorzio, da diversi decenni, c’è una gestione commissariale (che non sempre ha fatto bene), frutto di una governance concertata tra Mipaaf e Mise, che incide quindi sulle vicissitudini della cantina. Tutto ciò non ha depresso però il dinamismo commerciale, infatti è la cantina a vantare la rete vendita nazionale più longeva del Sannio, supportata da diversi anni dal dinamismo del consulente Giovanni Esposito animatore anche di Vino Espresso Taburno Discovery, per vivere enoturismo nel Sannio.

La Cantina non ha vigneti di proprietà, ma è il centro di conferimento di migliaia di piccoli proprietari pagati dalla coop appositaViticoltori del Taburno, con prezzi maggiori rispetto alla media del mercato. Si riesce ad operare su  una superficie complessiva di circa 600 ettari tra i comuni di Foglianise, Torrecuso, Vitulano, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Apollosa, Bonea, Montesarchio, Ponte, Tocco Caudio, Paupisi e Benevento, il che permette di avere uve di otto vitigni diversi, dai tanti terreni con caratteristiche anche climatiche diverse ma essenzialmente da colline argillose e calcareo marnosi. Il totale della produzione arriva a circa un milione di bottiglie, che la posiziona tra le maggiori 4-5 aziende della Campania. Prezioso il lavoro che qui ha svolto e svolge l’enologo consulente Luigi Moio, anche come esperto del Centro di Microvinificazione della Campania che ha qui, presso la Cantina del Taburno, una delle sue sedi, ed è proprio nella storica bottaia  che sono stati condotti, nei decenni passati, gli studi decisivi su Aglianico, Falanghina e Fiano che sono stati fondamentali per il rilancio della viticoltura meridionale. La storia del vino si vede e si sente durante la visita alla bottaia storica di fine settecento, un’ambiente ricco di botti e tonneau tra volte architettonicamente plastiche capaci di ispirare anche  altre grandi  e più recenti realtà del vino nella costruzione delle bottaie.

La degustazione, approntata con eleganza e stile, sugli storici tavoli di legno in postazioni  freschissime anche d’estate, nell’atrio prospiciente la bottaia, vi condurrà alla scoperta delle eccellenze della Cantina partendo dai prodotti di base, come la Coda di Volpe dalla etichetta vintage amatissima nei mercati dell’emigrazione italiana, ancora oggi, al ben fatto rosato Albarosa, trendywine negli States, e lì quasi del tutto venduto, con aglianico al 90% e poi il restante 10% Sangiovese e Merlot; questi ultimi due vitigni, pochi quintali coltivati da alcuni conferitori, trovano la  loro destinazione anche nel rosso Fidelis ottenuto col medesimo blend del rosato.

L’identità dell’azienda, però, oltre al sempreverde e noto Bue Apis, già strapremiato dagli inizi del 2000, passa ora per due importanti etichette nel panorama della Falanghina e dell’Aglianico del Taburno.

Vediamole insieme:

Cesco dell’Eremo, Igp Beneventano 2018 è il frutto di uve 100% Falanghina raccoltesurmaturatetra 400 e 600 mt slm a metà ottobre,poi sottoposte a leggera macerazione prefermentativa, in seguito pressate per un mosto a fermentare per 30 giorni in barriques di rovere, l’affinamento successivo è ancora in rovere per 4 mesi. Di colore giallo dorato, riempie il naso con profumi di frutta gialla matura con intensi riflessi speziati, un bianco complesso e da invecchiamento, in bocca risulta avvolgente, con fresca acidità, di preciso equilibrio. Ovvia la persistenza che predice la lunga vita anche alle bottiglie ancora giovani di ulteriore e positiva evoluzione. In Enoteca a 14 euro consigliato.

Delius, Aglianico del Taburno Docg 2015 con uve raccolte manualmente a novembre inoltrato a quota 400/600 mt, dopo diraspapigiatura, vengono sottoposte a fermentazione con macerazione di un mese.  Svolge  la fermentazione malolattica e la maturazione in barriques nuove di rovere, affina poi 12 mesi in barriques nuove di rovere. Di un gran rosso rubino intenso, al naso si raccolgono aromi decisamente  intensi, con la prugna, l’  amarena, con note  vanigliate e di liquirizia molto diffuse e gradevoli, piacevolissimo il pepe nero. In bocca si ritrova appieno il naso, per un sentore giustamente tannico, con vigore bilanciato in equilibrio dall’alcol,c’è tutto il corpo dei grandi aglianici a tutto sapore. Finale infinito per questa etichetta del 2015 che può averne davvero per molto. In Enoteca tra i 16 e i 18 euro.

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