Bolle in vigna: focus sulla spumantistica

Scritto da | Pubblicato in eventi, spumanti Bolle in vigna: focus sulla spumantistica

Nel periodo estivo, quando le temperature si innalzano notevolmente (cosa che ultimamente negli ultimi anni si verifica sempre con maggiore frequenza), i vini che vengono apprezzati sono quelli più freschi, leggeri, che si lasciano bere con maggiore facilità. Pochi sono i vini rossi che abbiano queste caratteristiche, il Frappato, il Nerello Cappuccio, la Schiava. I rosati rientrano maggiormente invece fra i vini che abbiano tali connotati, i vini bianchi sono quelli più adatti per il periodo estivo, ma c’è una categoria di vini speciali che hanno tutte queste qualità: gli spumanti.

I vini spumanti vengono classificati come vini speciali. La caratteristica a livello tecnico che li contraddistingue è la rifermentazione (che gli dà la frizzantezza) che può svolgersi in bottiglia (Metodo Classico), oppure in autoclave (Metodo Martinotti). Mentre che a livello amatoriale e di consumo, sono dei vini di estrema duttilità, che in molti casi possono andare bene a tutto pasto.

La spumantistica italiana negli ultimi anni ha dato ampi segni di come sia in continua espansione, se prima gli spumanti erano solo Franciacorta e Trento D. O. C., ora si può dire che quasi in ogni regione della penisola vengono prodotti spumanti degni di nota. Ovvio che i Franciacorta ed i Trento D. O. C. riescano ad avere ed a dare qualcosa in più, grazie all’esperienza acquisita nell’arco degli anni da chi li produce, ma con il passare del tempo altri si stanno affacciando sul mercato spumantistico senza sfigurare.

A tal proposito da qualche anno Cantine Nicosia organizza l’evento di “Bolle in vigna”, dove viene svolta una masterclass con spumanti e champagne, al fine di fare dei confronti di come la spumantistica italiana abbia raggiunto dei traguardi di tutto rispetto. Fatta questa premessa sono stati otto i vini assaggiati, fra di cui uno Champagne, un Cava, e sei Metodo Classico.

Si inizia con una Franciacorta di Bellavista ottenuto da Chardonnay in prevalenza (79%), Pinot Nero (20%) e Pinot Bianco (1%). Visivamente si presenta con un perlage costante. Dal calice si sentono frutta esotica, melone cantalupo, ananas ed accenni di frutta sultanina. Buona verticalità ed allo stesso tempo il sorso è rotondo. Chiude con finale leggermente sapido.

Il secondo è un Cava prodotto da Recaredo, il Terrers Brut Nature 2019, composto da 57 % Xarel lo, 25% Macabeo, 17% Parellada, 1% Monastrell. Ha un perlage fine e persistente. Bouquet raffinato ed elegante con una leggera nota fumé, poi viene fuori la nota di ananas surmaturo e in maniera leggera quella di eucalipto. Verticale al sorso, con una freschezza quasi croccante. Buona persistenza.

Dalla Catalogna si passa alla Puglia con l’azienda d’Araprì che produce solo ed esclusivamente Spumante Metodo Classico. Con il Gran Cuvée XXI Secolo, dà un chiaro segnale di come gli spumanti possano essere fatti in maniera più che lodevole anche al di fuori della Franciacorta e del Trentino. Una cuvée che raggruppa Bombino Bianco, Pinot Nero e Montepulciano si mostra visivamente con un perlage fine e persistente. All’esame organolettico fornisce sentori di frutta secca, mandorla e ricordi di nota iodata. Strutturato al sorso con una verticalità ben sagomata e con pienezza di sorso. Buona la progressione che gli dona persistenza. Il millesimo degustato è il 2017, sosta almeno sessanta mesi sui lieviti.

Saltando i confini, si arriva in Francia e si assaggia lo Champagne Palmer Grand Terroirs 2015 nel quale lo Chardonnay ha la percentuale maggiore (50%), con un saldo di Pinot Nero (38%) ed un 12% di Pinot Meunier. Il perlage è fine e costante. Profumi fini e complessi, che con il passare dei minuti evolvono ad divenire strutturati. Crosta di pane croissant, pesca bianca e nota floreale. La corrispondenza gusto – olfattiva è buona. Al sorso si sente struttura e potenza, pur avendo una beva agile e scattante. Lungo al sorso.

Nel Veneto la Durella è un vitigno che si presta molto bene alla spumantistica e Tenuta Corte Giacobbe produce il Cuvée Augusto Spumante Metodo Classico Lessini Durello D. O. C. Riserva. L’affinamento in bottiglia e di almeno cinquanta mesi. Il suo perlage è fine e costante. La freschezza si sente già a naso, crosta di pane, erba secca con una leggera nota fumé. Freschezza che lo rende verticale e che gli dona profondità di beva. Buona la corrispondenza gusto – olfattiva. Minerale e con una buona persistenza.

L’Umbria si lega in particolar modo a Lungarotti, che produce uno Spumante Metodo Classico Extra Brut che sosta sui lieviti per sessanta mesi. I vitigni utilizzati sono la Chardonnay ed il Pinot Nero. Un quantitativo di un migliaio di bottiglie, fa capire quanta attenzione e dedizione viene data a questo prodotto. Il millesimo degustato è stato il 2016. Dal calice emergono profumi fruttati, pera, pesca per poi passare alla nota muschiata ed un lieve accenno di eucalipto. Al sorso è appagante, confermando in maniera ampliata quanto sentito a naso. Equilibrato al sorso e con una freschezza che accarezza il palato. Persistenza buona.

Nerello Mascalese spumantizzato e tenuto sui lieviti per sessanta mesi significa Etna Brut D. O. C. ed è il Sosta Tre Santi di Cantine Nicosia. Visivamente si presenta con un perlage finissimo e persistente. Dal calice perviene pesca sciroppata e frutta a polpa bianca. Verticale al sorso, con una beva agile e scattante. Lungo al sorso.

La chiusura spetta ad un Trento D. O. C. il Ferrari Perlé Nero 2016. 100% Pinot Nero, sosta per oltre sei anni sui lieviti. Tutto questo si traduce in un perlage fine e costante. Bouquet composto da biscotto, cappuccino, nota di erba bagnata. Il sorso è di grande personalità, con un’acidità presente, ma non invadente. Sorso allo stesso tempo pieno. Grande persistenza.

Se qualche anno fa la differenza fra Champagne e Spumante Metodo Classico era più netta a livello di stile e di piacevolezza, ora questa “distanza” si è ridotta con prodotti italiani che hanno personalità, stile ed un livello qualitativo in continua crescita. Così se uno Champagne “gioca” in maniera più raffinata e poliedrica, lo Spumante Metodo Classico interpreta il territorio in cui viene prodotto, anzi risente del terroir in cui si trovano i vigneti, fermo restando che escludendo i Metodo Classico ottenuti dai vitigni internazionali (Pinot Nero, Chardonnay), quelli ottenuti da vitigni autoctoni virano su uno stile più diretto e più di personalità.

Tag