Bruno Vespa:”Se non ci fosse il Covid bacerei in bocca Walter Massa per il suo discorso”

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Lo scorso 10 Ottobre, durante la Vinoway Wine Selection 2021, è intervenuto anche il famoso giornalista Bruno Vespa che, da qualche anno, è diventato anche produttore, premiato da Vinoway per il suo “Terregiunte” come Vino novità del 2020.

 
Ha trattato il tema attuale Covid per quanto riguarda il mondo del vino e della ristorazione.

“Sono appassionato di vino da quando ero bambino e ho imparato a conoscere molte delle aziende qui presenti da giornalista quando, tanti anni fa, avevo il compito di raccontarle.

Ritornando al discorso di Walter Massa, dico solo che se non ci fosse stato il Covid lo avrei “baciato sulla bocca”, per le cose straordinarie che ha detto.

Seguendo queste aziende da 40 anni, so cosa provano vedendo certe bottiglie vendute a certi prezzi e questa è una situazione che scoraggia tutti, in Italia e all’estero. Mi sono reso conto che la fatica è enorme, un conto è parlarne, ma quando ci si ritrova nel “retropalco” e si comincia questo cammino, seppur da dilettante, io impallidisco rispetto alle grandi cantine che sono presenti qui stasera che da anni lavorano in questo settore. Complimenti a Davide Gangi per aver avuto l’opportunità e il privilegio di poterle ospitare.

Le aziende hanno dei ruoli importanti, si trema fino all’ultimo giorno, bisogna fare i conti con le piogge e le grandinate, le enormi difficoltà quando si scopre che il Sig. Covid ha azzerato le ristorazioni dalla sera alla mattina, quindi risalire sarà molto più complesso.

La crisi del comparto della ristorazione ho potuto raccontarla in tv perchè la conosco dall’interno e so quanta gente ha pianto, quanta piange perchè non potrà più riaprire e quanta gente doveva essere aiutata. Ho chiesto al Ministro dell’Economia di prolungare la cassa integrazione per questo comparto.

Mi ricordo quando moderai nel 1986/87 su invito di Gancia e di Gianni Goria, ex Ministro dell’agricoltura, tavole rotonde sulla morte del vino italiano dopo lo scandalo del metanolo. Grazie a Dio ho goduto la rivoluzione del vino italiano, perchè dalle grandi tragedie nascono grandi novità.

Adesso spero che dopo la tragedia del Covid ci possa essere una nuova ripresa, aiutata e supportata perchè noi italiani siamo dei grandi individualisti e non riusciamo a fare squadra, al contrario dei francesi.

Questo l’ho sempre rimproverato ai nostri vignaioli, che sono dei grandi geni ma appena creano gruppo iniziano a litigare. Nel vino c’è ancora un campanilismo che non comprendo, se guardiamo il mappamondo dobbiamo renderci conto di quanto siamo piccoli e come sono agganciati gli altri.

Impariamo dai francesi che non parlano mai male del vino del vicino, pur detestandolo, perchè la Francia è la Francia.

Signori, l’Italia è la migliore, l’Italia è l’Italia. Impariamo ad esserne orgogliosi e guardiamo avanti”.

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