Il Respiro del Vino racconta di “quel profumo coinvolgente, di quel respiro trattenuto, al quale è impossibile opporre resistenza”
Scritto da Luigina Simonetti | Pubblicato in fatti
Presso il prestigioso Hotel Palace di Bari, il 20 Dicembre 2016, AIS Delegazione di Bari, insignita lo scorso Novembre del premio SURGIVA per la sua attività di grande interesse culturale e scientifico, ha ospitato il prof. Luigi Moio per la presentazione del suo libro “Il Respiro del vino”, come terza delegazione in Italia.
La professoressa Adele Di Noia ha introdotto e presentato l’opera sotto forma di intervista al professor Luigi Moio, che ha raccontato quale sia stato il percorso che lo ha condotto ad occuparsi di enologia, sebbene il suo sogno giovanile fosse quello di studiare la fisica.
Un percorso lungo e pieno di eventi ed incontri che ha prodotto questo viaggio attraverso il mondo dei sensi, in cui all’olfatto viene affidato il ruolo di protagonista principale.
Un tomo di 504 pagine suddivise in 20 capitoli, in cui il professore, ordinario presso l’Università di Napoli Federico II, presidente della commissione di enologia dell’Oiv, esperto scientifico per il Mipaaf, massimo esperto di enologia e consulente per molte cantine, autore di numerose pubblicazioni scientifiche, si rivolge ad un pubblico di lettori non necessariamente esperti del settore, ma anche semplicemente appassionati dell’argomento.
Un testo che si presta ad una gradevole lettura grazie anche alle belle illustrazioni della bravissima Ada Natale, che lo ha arricchito di disegni a matita, capaci di suggerire ed evocare quelle che sono le sensazioni olfattive del vino, insieme alla sua struttura chimica.
Una genesi del volume che parte dalla capacità di seduzione delle lezioni del prof. Luigi Moio che hanno catturano l’attenzione di Sandra Furlan della Mondadori, con la quale è partito l’importante progetto editoriale. Non un testo esclusivamente di natura scientifica, ma una narrazione disseminata di episodi di vita, di aneddoti che alleggeriscono la lettura, ma allo stesso tempo tracciano il percorso dell’autore nel viaggio della conoscenza sensoriale del vino. Un viaggio iniziato tanti anni prima in Francia, quando approdato lì da ricercatore, si è confrontato con un modo di degustare il vino che all’epoca risultava sconosciuto in Italia. Un sistema di conoscenza enologica che passava attraverso l’olfatto.
Tra i nostri sensi, l’olfatto il più antico e potente, da sempre ci permette di trovare emozioni, ricordi, eccitazioni. Di lui si parla poco e si conosce meno che degli altri. Il più enigmatico, quello capace di operare profonde modifiche nel nostro inconscio. Un senso che ci mette in contatto col mondo attraverso meccanismi ancora poco noti e che ci guida verso quello che ci piace, attraverso un immediato discernimento di quello che è buono e quello che non lo è.
Si tratta di una questione legata alla storia profonda della nostra specie, che attraverso la sua evoluzione è riuscita a classificare le molecole odorose semplicemente separando gli aspetti gradevoli come quelli legati al cibo e al sesso da altri sgadevoli connessi con sensazioni di pericolo, come l’odore del fumo di un incendio anche lontano, oppure semplicemente un cibo andato a male. L’olfatto è stato uno dei primi sensi a svilupparsi in quella parte del cervello che è la più antica nel percorso evolutivo.
Così gli odori, i profumi, riescono ad influenzare il nostro comportamento, perché il sistema olfattivo è strettamente collegato all’ippocampo che gestisce la memoria, al sistema libico e all’amigdala che governano le emozioni. Il suo legame col senso del gusto è forte ed evidente tanto da utilizzare lo stesso linguaggio.
Il prof.Luigi Moio, presentando il suo libro ci dice “Vi parlerò di quel profumo coinvolgente, di quel respiro trattenuto, al quale è impossibile opporre resistenza, che anticipa tutto ciò che si sente in bocca subito dopo aver avvicinato il bicchiere alle labbra. Di quel profumo che può essere un effetto del sole di un’alba radiosa o delle nuvole che precedono la pioggia. Di quel profumo che forse è l’aspetto sensoriale più straordinario del vino, perché è anche il linguaggio della sua composizione, della sua storia, delle sue tradizioni, dei territori in cui nasce e dei microclimi che ne accarezzano i giorni.
Il vino è la sintesi sorprendente dei profumi di tutto ciò che ci circonda, perché ha nella natura più profonda le tracce della terra, dei fiori, dei frutti, delle spezie, del mare, della montagna, del vento, della luce e di tante altre cose che nobilmente rappresenta.
L’atto iniziale di chiunque si avvicini al vino è infatti quello di portare il calice al proprio naso per sentirne il profumo, roteando delicatamente il bicchiere, affinché il vino in esso contenuto, simile alla Terra che ruota intorno al proprio asse, possa sprigionare la sua intimità olfattiva. Da quando esiste l’uomo, nella sua cultura gastronomica non c’è altra bevanda o cibo che preveda questo meraviglioso rituale di incontro tra sensibilità, natura ed emozione.
È una gestualità mitica, quella legata al vino, che con la sua delicatezza ci aiuta a riappropriarci del nostro tempo e del nostro equilibrio interiore. Sarò certamente felice, perciò, se voi gentili lettori, arrivati all’ultima pagina, riporrete soddisfatti e arricchiti questo mio libro e un attimo dopo vi lascerete prendere dalla curiosità di stappare un’ottima bottiglia del vino che preferite per scoprire l’invitante e meraviglioso mondo di profumi che vi è racchiuso”.
La Professoressa Adele Di Noia ha concluso portando l’attenzione su come questo saggio, rigoroso e divulgativo, toglie all’improvvisazione di qualunque esame sensoriale rispetto alla tecnica degustativa.