Live Vinoway:”Il produttore non deve trascurare la critica classica del vecchio stile giornalistico”

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Nel Salotto di Vinoway si dialoga con Andrea Gori, Sommelier, giornalista pubblicista, scrittore e ristoratore da quattro generazioni a Firenze con la Trattoria di famiglia da Burde, fondatore del Dissapore Network e Intravino, giovani produttori pugliesi, Clemente Zecca dell’azienda Conti Zecca, Nicola Leo enologo dell’azienda Paolo Leo e Roberta Bricolo giovane produttricedell’azienda veneta Gorgo, il tutto moderato dal Presidente di Vinoway Italia Davide Gangi con la preziosa collaborazione di Alessandro Rossi wine manager.

 
Si è disquisito in un contesto tutto al giovanile, delle possibili “Soluzioni per fidelizzare i nuovi Winelovers”, i primi interventi sono serviti per mettere ordine e fare chiarezza, delineando i nuovi profili del comunicatore e dell’aspirante appassionato di vino, utente del web.

Nella prima parte della discussione, insieme agli ospiti si voluto dare la giusta identità al wine influencer, al loro stile dicomunicazione, i canali utilizzati e del ruolo operativo che queste figure hanno nel web, per sponsorizzare una bottiglia di una azienda.

Si è discusso in modo appropriato in un clima del tutto costruttivo, come i wine influencer, nati ed  evoluti nel mondo del web, possono far fidelizzare un nuovo potenziale winelover ad un’azienda e/o produttore, utilizzando tutti gli strumenti innovativi della moderna tecnologia comunicativa.

Altro importante punto cardine della discussione  è stata la descrizione del nuovo appassionato di vino, chi sono, il loro stile e finalità di degustazione, quale fascia di età appartengono.

Sicuramente dalla discussione si è dedotto in modo chiaro che la fascia di consumo del prodotto vino si è modificata e ampliata, spostando le quote più importanti del business verso la nuova generazione, i “Millennials”.

In questo ampio campo d’azione molti sono stati i temi trattati in compagnia degli ospiti, il primo pensiero sul tema viene espresso da Clemente Zecca, il giovane produttore afferma che: “In questo particolare momento storico, è sempre più difficile comunicare e trasmettere ad aspiranti appassionati e futuri amanti del vino le peculiarità del prodotto che esce dalla cantina, perché il modo di comunicare in questo periodo subisce un’evoluzione continua, in tempi sempre più ristretti, con strumenti che mutano velocemente  secondo le tendenze, spaziando dai social network ai canali comunicativi di maggior utilizzo e successo nel web”.

Il giovane produttore conferma quanto sia importante innovare la comunicazione aziendale ed essere sempre aggiornati sulle tecniche di vendita on line per attrarre sempre più appassionati. Sostiene che oggi le piattaforme on line, aiutano in modo semplice e veloce a reperire e degustare i vini di tutto il territorio italiano, per questo è difficile la fidelizzazione di unico brand.

“La filosofia aziendale di Conti Zecca è  quella di  essere sempre vicino al cliente, per avere un rapporto diretto e trovare l’affidabilità del consumatore legata alla qualità che gli viene offerta”.

Nicola Leo condivide il pensiero espresso dal giovane collega produttore, affermando: ”Le possibilità che vengono fornite dal mercato on line, aiutano molto in questo momento a commercializzare il prodotto. I ragazzi che sono i maggiori utilizzatori dei siti web e-commerce, acquistano box di bottiglie di vino ed eseguono degustazioni guidate con tour on line. I Millennials hanno una buona fascia di consumo, sono ragazzi che si documentano e sono preparati sulle bottiglie che acquistano. Nicola Leo lancia il messaggio che bisogna comunque  approfondire con uno studio mirato, quali sono le fasce di mercato e come si evolvono in questo momento storico”.

Roberta Bricolo è in linea con i pensieri espressi dai due giovani produttori che hanno preceduto il suo intervento,“i social devono essere vissuti a livello informale con contenuti molti accessibili, il concetto del vino deve passare come il prodotto di tutti, genuino e autentico”.

La soluzione migliore afferma Roberta Bricolo per fidelizzare i consumatori appassionati Winelovers è quella di avere gli ospiti direttamente in cantina per instaurare insieme a loro un rapporto emotivo, direttamente sul luogo di produzione.

”Esistono winelovers che possiedono una buona esperienza di degustazione e  influenzano con la loro comunicazione il mondo del vino”.

Nell’intervento di Andrea Gori viene sottolineato che ci sono Wine Influencer bravi e preparati, sostenendo che “un produttore non deve trascurare la critica classica, del vecchio stile giornalistico delle riviste, tanto meno quelle dei nuovi influencer del web che esprimono pochi contenuti di grande qualità”.

Per Andrea Gori, il mondo dei wine influencer si è trasformato nel tempo, il modo di coinvolgere le persone nel web oggi è sempre più complicato, per questo bisogna considerare tali, ci sono coloro i quali esprimono pochi contenuti di alta qualità, rispetto al passato, dove qualsiasi contenuto veniva assorbito e rilanciato con grande intensità anche se non era di qualità.

“La gente non considera quanto viene scritto negli articoli e le recensioni nel web, ma interessa in modo riduttivo più il punteggio assegnato ad un vino”.

Conferma a pieni voti, quanto detto precedentemente sul modo di comunicare dai post scritti, alle foto, ai video di pochi secondi che oggi vengono realizzati utilizzando i social network e gli altri canali comunicativi del web.

Alla domanda sul come avvicinare e fidelizzare i nuovi wine lover? Chi sono i nuovi wine lovers?

La comunicazione on line e dei social per Clemente Zecca è importante, bisogna eseguire continui test, non esiste una regola, serve una sperimentazione in un momento che cambia velocemente.

“Per questo  considero poco democratica  la comunicazione in questo momento. Modificare campagne dei shooting è molto impegnativo e costoso.

In italia è molto complicato fare comunicazione all’avanguardia. Comunicare la propria identità ed essere coerente, comunicando i giusti valori. Hanno chiuso tutte le fiere di riferimento, per cui si effettuano solo degustazioni on line e social, il modo di comunicare è anche saper diversificare, avvicinando alla comunicazione del vino anche settori di maggior interesse ad esso collegati come l’arte, la storia e la curiosità del territorio che può attirare l’attenzione di più persone, unendo in fusione entrambe le passioni”.

Conclude il suo intervento evidenziando il pensiero che “non solo per Millennials, ma anche le fasce di età dai trenta fino ad età importanti come i sessantenni, abituati ad altri mezzi di comunicazione, oggi seguono i social network, bisogna analizzare bene i dati statistici di ritorno da questo genere di attività per utilizzarli efficacemente”.
L’intervento di Roberta Bricolo: “Le realtà di grandi dimensioni possono far passare messaggi migliori rispetto ai piccoli produttori. Millennials hanno apertura mentale non esistono più preconcetti di vecchie generazioni, il mondo dei social come strumento curato e pulito può essere essenziale, ad esempio comunicare quali sono i valori su cui si fonda la cantina, quella che la nicchia di mercato, sarà una tematica sempre più vicina, ricordiamo come è stato per esempio, per il settore del vino biologico”.

Nicola Leo esprime il concetto della propria azienda, fondata su un contenuto comunicativo molto integrato nel contesto famigliare e aziendale.

“La forza è la famiglia, la presentazione migliore è proprio quella dell’unione famigliare, avere la grande fortuna e di affrontare tutto il lavoro insieme ed avere la possibilità di accrescere tutti i ruoli necessari e utili all’organizzazione. Stiamo cambiando la nostra comunicazione, passando da uno stile che era in tendenza con la comunicazione pugliese anni novanta, con foto bellissime ma fredde che non suscitano emozioni al pubblico che le osserva, ad una presentazione mirata della propria azienda, perché il vino oggi arriva a casa da ogni dove, per cui più sei identificativo più attiri attenzione”.

Altro quesito posto da Davide Gangi come argomento di discussione: “Non pensate che durante il lockdown la forza economica per l’acquisto sia diminuita, per poter fare una esperienza importante di degustazione sensoriale di  blasonate bottiglie, pensate che il modus operandi per l’acquisto si è modificato, dal raccogliere la quota partecipativa per unirsi all’acquisto di una determinata bottiglia da degustare. Su quali canali hanno acquistato vino i nuovi winelovers?”

Per Andrea Gori i nuovi Winelovers hanno avuto a disposizione tutte le piattaforme di e-commerce per l’acquisto di bottiglie ad un costo massimo di 20 e 25 euro”, nel suo intervento sottolinea che oggi sia “effettivamente complicatoavere la possibilità di acquistare grandi bottiglie, seguendo quanto già fatto a Londra, nel spedire a casa bottigliette di grandi vini in piccolo formato pari 125ml, potrebbe essere un’idea imprenditoriale, offrire la possibilità di acquistare grandi vini pur non potendosi riunire in gruppo per condividere il piacere della degustazione.

Viene formulata da Davide Gangi un’altra domanda agli ospiti su un altro aspetto realistico ed importante per questa fase di vita del mondo del vino: “Le associazioni storiche della sommellerie italiana in questo momento storico seguono il classico percorso didattico, può essere mantenuto e sostenuto, deve essere innovato e rinnovato?”

Alessandro Rossi risponde in riferimento alla propria esperienza passata, “Il percorso delle associazioni storiche è stato in passato di grandissimi profondità eseguite da grandi maestri della degustazione, con costi accessibili si poteva condividere tutte le sensazioni grandi bottiglie, il tutto non sarà più ripetibile.
Oggi diventare amanti del vino e collezionisti è molto caro, altro aspetto legato al tema delle degustazioni è che le riserve storiche e le grandi profonditàsono quasi terminate.

“Il Millennial beve vino basandosi sul rapporto tra qualità e prezzo, per le disponibilità economiche a disposizione, iniziando a lavorare in una fascia età molto avanzata rispetto al passato, per cui sperimentano idee per poter ammortizzare i costi. Il futuro sarà degustare vino con il giusto rapporto qualità/prezzo.
Le associazioni di sommelier in Italia devono adeguarsi al momento con attività online, servono corsi meno costosi, anche perché nei corsi per sommelier non si sono mai bevuti grandi vini.”

Interviene Andrea Gori ricordando che: “Solo Franco Ricci ha fatto bere ai tempi di Bibenda buoni vini.”

Conclude il pensiero Alessandro Rossi affermando che i “corsi devono essere meno costosi e far bere meglio, coinvolgere più le aziende, fornire agli aspiranti sommelier maggiore preparazione e sintonia con il nuovo mondo sfruttando le tecnologie”.

Davide Gangi rivolge due domande dirette a Roberta Bricolo: “Come vorresti che le associazioni educative portino delle nuove iniziative, cosa vorreste per creare nuovi winelovers? Masterclass con più persone oppure cambiare il modo di comunicare?”

La giovane produttrice  risponde: “Bisogna lavorare con più canali di comunicazione, con la ristorazione, inserire bottiglie nella carta vini legate ai territori.
Costruire una scala e le modalità sulla quale basarsi per diffondere le conoscenze del bere. Interagire con tutta la filiera, consorzi, istituzioni ragionali e territori per dare maggiore valore”.

Davide Gangi coinvolge Nicola Leo: “Una tua proposta da fare alle associazioni di categoria?”
Nicola Leo fa riferimento alla App Vinoway Wine Selection di Vinoway che porta l’utente direttamente alla conoscenza delle cantine,“bisogna muoversi con cautela, ma sono molto fiducioso, qualsiasi cosa dopo questo momento di restrizioni sarà gradita anche una masterclass con poche persone può essere apprezzata”.
Clemente Zecca alla stessa domanda risponde che tornare alla normalità: “Qualcosa a fine pandemia cambierà in e forte, non ci saranno più eventi grandi come una volta. Lavorare insieme ai produttori, masterclass online, comunicare aziende i propri vini, maggiore sinergia tra associazioni,consorzi”.

Davide Gangi rivolge una domanda diretta ad Andrea Gori: “Ritieni superato l’abbinamento Cibo Vino?”

Andrea Gori fa riferimento al corso da sommelier dove il 3^ livello sembra essere un “brodo allungato” che non porta nessun vantaggio in termini di qualità professionale, reputando il tutto come uno schema macchinoso, addirittura considerata una perdita di tempo e soldi.

“Sistema di lavoro che impiega troppe serate a studiare farine, abbinamenti di ogni tipo, che ormai sono superate come tipo di impostazione enogastronomica del nuovo millennio. Il Mondo anglosassone ad esempio, lascia direttamente allo chef e al sommelier di abbinare il tutto insieme. Tantissima pratica e una buona nozione come base. Formazione genera mostri, distoglie l’attenzione dal vero concetto di degustazione, molta pratica e lavorare con gli chef. Ognuno deve sentirsi libero di poter abbinare quello che reputa opportuno”.
 
Alessandro Rossi chiede ai  produttori presenti, se per loro: ”è importante investire più su immagine e comunicazione aziendale che si traduce in denaro, se quanto ereditato in termini storia della famiglia può bastare in termini di azienda?”

Per Clemente Zecca, l’immagine dell’azienda è una caratteristica principale che i consumatori considerano, come la storicità dell’azienda, “Molto più complicato in Italia riconoscere la storicità della propria azienda nel territorio nazionale, fattore descrittivo che  aiuta tantissimo nel resto del mondo, anche se dipende dal continente, comunque rispetto alle cantine giovani risulta essere un utile passepartout ”.

Alessandro Rossi fa una domanda diretta ad Andrea Gori: “Quanto è importante saper gestire un repost, un articolo che parla di te, ma soprattutto come valorizzare un’azienda basandosi sui numeri?”
Per Andrea Gori è importante replicare dando continui feedback se qualcuno parla di te, devi saper ascoltare per successivamente replicare nel tuo sito in modo efficace.

“Molti consumatori oggi consultano app, strumenti del web per consultare le recensioni per aver un quadro più completo da chi ha già degustato quella bottiglia”.

Serve sostenere un rapporto continuo, avere uno scambio continuo di opinioni, è fondamentale dare feedback opportuni alle richieste del consumatore, serve al produttore anche come una possibile base sulla quale lavorare per migliorare.
Davide Gangi chiede a tutti gli ospiti:“Se io vado da Andrea Gori, ci vado perché conosco la persona preparata a livello enogastronomico?

Andrea Gori,”i nostri clienti vengono a scoprire l’aspetto corale di tutto lo staff, chi viene per me magari scopre anche mio fratello Paolo, soprattutto viene per il territorio dove siamo presenti.

Siamo una trattoria si mangia la tradizione toscana, vini presentati in modo carini.

Importante per me informare lo staff delle critiche e delle aspettative che i clienti cercano, sono da raccontare per curare e migliorare sempre la presentazione del vino e del cibo, per degustare in modo”.

Per Roberta Bricolo “è importante il rapporto umano con il turista, bisogna essere accoglienti e ospitali saper creare attenzione e sapersi raccontare, non si riesce a fare una fidelizzazione sui social di questo genere”.

Davide Gangi chiede a Nicola Leo: “Quando crei un vino cosa pensi, quali sono le dinamiche principali a quali punti nella realizzazione?”
“Creo un vino per due motivi perché la proprietà lo chiede perché viene preso in studio,oppure perché viene preso dalla mia emozione e vena artistica, anche frequentando la vigna.  Il più delle volte viene creato per dare qualcosa di diverso e generare emozioni”.

Davide Gangi chiede ad Andrea Gori: “Tu pensi che i vini nascano per dare emozioni oppure per arrivare ad un target?”

Andrea Gori,“tutti pensano a fare i vini da punteggio,spesso sarebbe importanti per fare una nuova etichetta, prezzo, target a cui venderlo siano fondamentali”.

Davide Gangi rivolge l’ultima domanda ai suoi ospiti prima dei saluti finali: “Un nuovo giovanissimo winelovers, cosa vogliamo consigliare?”

Roberta Bricolo dice: ”Bisogna coltivare la propria curiosità, scindere dai propri preconcetti, senza obblighi morali di girare e degustazione di persone abbinare vino e visione del territorio delle varietà differenti.

Per Nicola Leo, adesso i nuovi Winelovers hanno armi a costo 0 per andare più a fondo.”

Clemente Zecca conclude affermando: “Conoscere le aziende sui social va bene, ma è importante viaggiare e parlare degustando i vini direttamente in cantina, per capire la bellezza del mondo vitivinicolo, importantissimo essere curiosi e scoprire le peculiarità del territorio, infine saper valutare il rapporto qualità prezzo è importante. Non farsi invogliare dai prezzi bassi, importante rimane in primis valutare la qualità del prodotto”.

Alessandro Rossi in conclusione sostiene: “Ascoltare tutti è saper prendere spunto da tutti, senza far differenze, tutti hanno da consigliare ed insegnarti, studiare molto e bere alla cieca, fare esperienza,fidandosi del proprio palato. Il vino deve piacere a chi lo consuma”.

Il pensiero conclusivo di Andrea Gori che si licenzia dal salotto di Vinoway odierno, affermando che: “Bisogna bere ogni giorno il proprio bicchiere, con la stessa attenzione, la stessa passione, la curiosità e la gioia, dedicata al primo bicchiere bevuto”.

La live è disponibile su VinoPlay.com

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