Piwi Veneto si candida alla guida di una viticoltura alternativa
Scritto da Alessandro Ren | Pubblicato in fatti
Piwi Veneto porta a casa un grande successo di partecipazione durante la serata di condivisione e promozione delle varietà resistenti. Presenti molti Bellunesi, ma anche diversi produttori da tutto il Veneto e Friuli.
L’associazione ha sede a Mel (BL) e fa riferimento a PIWI International. Dopo l’Alto Adige, che ha alcuni anni di esperienza, il Veneto si presenta con le carte in regola per avere una degna rappresentanza di piccoli produttori e simpatizzanti per guidare questo nuovo percorso di viticoltura alternativa.
Presente anche il responsabile alla viticoltura della regione Veneto Alessandra Muffatto che ha portato il contributo politico e alcune informazioni sugli steps necessari al riconoscimento delle varietà resistenti.
Qualcosa è già stato fatto con il riconoscimento delle varietà resistenti nella denominazione IGT Veneto. Ma mancano ancora alcuni fasi importanti, come il riconoscimento qualitativo dei vini prodotti dalle varietà resistenti, senza il quale non è possibile avviare un processo di sviluppo economico importante. Siamo ancora in fase di sperimentazione, ma le prospettive sono davvero interessanti. Produrre vino senza l’utilizzo di fitofarmaci credo sia un sogno di tutti i produttori e di tutta la popolazione.
Di vitale importanza, soprattutto per il Bellunese e le zone di montagna, sono i diritti di impianto che ad oggi sono centellinati e dati in base alla quantità richieste piuttosto che privilegiare le zone in una fase di avvio, che avrebbero bisogno di vincoli inferiori. Si parla di 1000 metri quadrati ad azienda che sono davvero pochi per dei territori in fase di espansione. Il vero filo conduttore è la sostenibilità, ma ci sono altri elementi da prendere in considerazione che partono dalla necessità di costruire un’identità territoriale passando per la filiera di produzione, ancora molto debole e disgregata, ma sempre sostenuti dall’importanza di comunicare per far sapere.
Siamo all’inizio, ma PIWI Veneto c’è ed ha degli obiettivi chiari, ben evidenziati all’interno dello statuto, su cui il presidente Giampaolo Ciet pone l’attenzione durante l’incontro. Di seguito i punti significativi:
L’associazione non ha scopo di lucro ed ha le seguenti finalità istituzionali:
1. Promuovere lo sviluppo delle viti resistenti sul territorio Veneto;
2. Favorire le attività di scambio informativo e delle conoscenze in materia tra gli associati;
3. Collaborare con gli enti e organismi preposti al settore vitivinicolo per il perseguimento dello stesso fine comune;
4. Coltivare e mantenere gli scambi con le altre associazioni PIWI e con tutti i centri di sperimentazione italiani ed esteri attivi nello studio delle varietà resistenti;
5. Partecipare attivamente all’attività di PIWI International;
6. Promuovere iniziative che migliorino la conoscenza dei prodotti degli associati sul mercato.
Possono far parte dell’associazione i produttori, singoli e associati, i vivaisti, i tecnici di settore e tutti coloro che dimostrino di avere interesse nel mondo delle viti resistenti. La domanda di partecipazione sarà formalizzata per iscritto.
PIWI Veneto è presente, ma adesso è importante stimolare la politica affinché vengano prese in considerazione le fasi cruciali per il riconoscimento “completo” delle varietà resistenti e i relativi prodotti.