Vinoway premiato da Paolo Leo come “Vignaiolo Onorario”

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Il Salento, noto al mondo  tra le mete turistiche di maggior spicco, consigliato da guide e giornali stranieri autorevoli come New York Times, Huffington Post, Guardian, Lonely Planet e National Geographic, solo per citarne alcuni, è il luogo dove il turismo si fa prezioso tutto l’anno, non solo per la bellezza mozzafiato delle coste, tra scogliere verdeggianti,  acque calde e cristalline,  calette assolutamente incontaminate e spiagge di sabbia finissima, masserie antiche riconvertite in lussuosi luoghi di accoglienza, ma anche e soprattutto perché, cibo e vino fanno da grande richiamo per l’ indiscutibile livello qualitativo e l’autenticità dei sapori e dei profumi. Qui la biodiversità e la tradizione sono un imperativo indiscusso da preservare e promuovere.

 
In questo panorama di tradizione da veicolare al mondo, si inserisce un’ azienda vinicola che conserva ancora il carattere di impresa famigliare, è l’azienda Paolo Leo,  a San Donaci (BR), nel cuore del Salento. Pur avvalendosi di alcuni collaboratori esterni, trova la sua linea di forza nel poter contare su figure della famiglia, tra cui il giovanissimo enologo Nicola Leo, curatore di  produzioni di altissima qualità, attraverso una filosofia innovativa, capace di rendere l’azienda attiva e dinamica.

Le origini storiche risalgono agli inizi del ‘900, e da allora la professionalità con la quale viene condotta, ne è il  punto di forza ed ha permesso di conquistare mercati in Italia e nel resto del mondo,  dimostrando di essere sempre al  passo coi tempi. Un principio imprenditoriale che vede nascere la cantina nel 1989 e con un salto di qualità passa dalla vendita a massa, all’imbottigliamento.

Gli ettari vitati sono circa trenta, coltivati prevalentemente a Primitivo e Negroamaro,  gli autoctoni più diffusi nella zona, a cui  si aggiungono piccole quantità di Malvasia Bianca, Malvasia Nera di Lecce, Chardonnay e Fiano. Già durante la vendemmia i grappoli vengono selezionati, per essere poi lavorati  seguendo le più moderne tecniche enologiche, secondo un ciclo di produzione in cui, ad ogni passaggio, viene data grande cura e attenzione. Le etichette riflettono il carattere della Puglia e della tradizione più vera del Salento, sia nella linea Top che in quella  Classica.

La ricerca di un punto d’incontro tra innovazione e conservazione delle tradizioni è alla base della filosofia di questa cantina, che ha di recente sostenuto una campagna per la salvaguardia e la  conservazione degli alberelli, patrimonio viticolo e culturale legato al territorio.

Un grande progetto volto a difendere il patrimonio delle vecchie vigne ad alberello, tipiche del Salento e oggi quasi in estinzione. L’idea è quella di salvaguardare un’antica tradizione che rischia di andare persa, perché le dinamiche di produzione puntano al fatturato. Infatti, l’alberello produce ben poco, non più di 30 o 35 quintali ad ettaro. Questo il motivo che ha spinto molti produttori ad estirparli per sostituirli con impianti a spalliera, capaci di garantire una produzione elevata, non meno di 60 quintali per ettaro. Inoltre, le coltivazioni ad alberello necessitano di lavorazione manuale impensabile per I vecchi impianti. Con la perdita di questi antichi vigneti, vanno in estinzione non solo le tradizioni culturali legate ad essi, ma anche e soprattutto i biotipi di Primitivo e Negroamaro che non sono in vendita nei vivai, in quanto unici per le caratteristiche del grappolo e dell’acino, ma anche per qualità del gusto e del colore del vino.

È nel 2012 che Paolo Leo, con l’acquisto dell’antica masseria Carritelli ha dato inizio a questo progetto, immaginando un impegno volto alla tutela di piante vecchie e pur preziose, in quanto testimonianza del lavoro degli antenati. Per raggiungere il suo obiettivo, ha pensato di coinvolgere direttamente i consumatori, con  una campagna di adozione di alberelli, in cui ogni  adottatante ha la possibilità,  con percorsi online e visite sul posto, di  vivere la magica atmosfera della vigna e dell’arte vinicola, dei lavori in campo e in cantina. Molti i nomi noti coinvolti in questo progetto, che prevede anche un pacchetto con vini e degustazioni, oltre ad un sacchetto di terra Dorso Rosso e l’ambìto attestato di Vignaiolo Onorario.

Un attestato, questo di “Vignaiolo Onorario”, conferito lo scorso 6 giugno a Davide Gangi e a Vinoway.com, di cui è il Presidente, con la seguente motivazione “La vostra intraprendenza e spirito di iniziativa hanno  portato prestigio alla Puglia  ed ai suoi prodotti “ .  Una sorta di  grande ringraziamento per il prezioso lavoro di comunicazione e di promozione svolto in questi anni attraverso eventi e pubblicazioni che hanno reso possibile la diffusione del volto di un territorio ricco di potenzialità e di produttori capaci di costruire un percorso in cui, innovazione, tradizione e qualità hanno trovato il giusto connubio.

“Un riconoscimento che ci inorgoglisce e  onora tutto il lavoro svolto in questi anni con la consapevolezza di fare sempre meglio”, queste le parole di sentito ringraziamento espresse da  Davide Gangi  durante la consegna del Certificato di Adozione.

Il conferimento e la consegna hanno seguito il cerimoniale delle grandi investiture,  in cui il valore del riconoscimento e la sobrietà della situazione hanno contribuito a rendere l’evento solenne e ricco di emozioni profonde. Avvenuto in quello che può considerarsi il luogo più sacro e suggestivo di una cantina, in mezzo ai legni di una avvolgente bottaia, con quattro file di barriques disposte sui due lati, e sullo sfondo le botti grandi in compagnia degli antichi orci di terracotta, i “capasoni”, quasi a voler tracciare il percorso storico di ben quattro generazioni di vignaioli. Al centro, sistemati lunghi tavoli per le degustazioni, adibiti per l’occasione ad altare per quella che si è rivelata una vera e propria premiazione, materializzata con la consegna, della pergamena attestante la “certificazione di adozione” di un Alberello, anno 2014, insieme al prezioso cofanetto in legno contenente oltre ai calici, le bottiglie più preziose della produzione aziendale, tra cui quella di maggior spicco,  il Dorso Rosso Puglia Igp 2013 Negroamaro con 14 % vol. Un vino che si distingue dagli altri perché imbottigliato nell’annata che segue l’anno bisestile, una sorta di rituale volto a sancire l’unicità di ciascuna bottiglia.

L’ importante  attestazione ha avuto il suo naturale prosieguo in vigna, quando l’alberello, figlio di un rigoglioso vigneto di Negroamaro è stato presentato e consegnato al suo “genitore adottivo” Vinoway, alla presenza di alcuni  membri del suo  staff,  Un gesto dalla forte connotazione simbolica, carico di significato, in cui il toccare le zolle di Dorso Rosso e sfiorare la vite, ha permesso a ciascuno di ringraziare quella terra per quello che da secoli ci regala, e di sentire l’onda dell’emozione per la singolarità del momento.

E poi largo spazio alla celebrazione  conviviale con  un carnet di degustazioni ed abbinamenti di rilievo presso la Paololeo Winery,  l’antica cantina con serbatoi e vasche di cemento ormai in disuso,  che ora ospitano, in suggestive nicchie illuminate da faretti su sfondo rosso, le preziose bottiglie di Orfeo Riserva Negroamaro in versione Magnum e Jèroboam. Tutto intorno gli oggetti della tradizione contadina, disposti sulle pareti o pendenti dal soffitto a botte, come in un museo.

Originalissimo l’impiattamento del food,  in sperlunghe prodotte con bottiglie piatte, a ricordo che l’obiettivo finale è quello di prestare attenzione al vino, protagonista unico e indiscusso della situazione.  Numerosi sono stati i sorsi, a  cominciare da Rosarose Blanc Brut, Renèe Vino Biologico blend di preziosi bianchi, Calaluna Fiano, Numen bianco dal carattere importante,  Verdeca IGP e per finire il Primitivo di Manduria Giunonico.

Questo momento ha rappresentato un abbraccio simbolico col Salento e col Negroamaro, il cui nome deriva direttamente dal dialetto locale, “niuru ‘maru” che sta ad indicare la colorozione scura, fortemente carica, insieme al caratteristico finale amarognolo, di un’uva il  cui vino ben lavorato, così come le aziende hanno imparato a fare  nelle ultime decadi, è in grado di sprigionare intensi profumi di prugna e ciligia ed al palato si presenta con gusto deciso, ricco di acidità e tannicità.

L’ Associazione Culturale e di Promozione Vinoway Italia con la Vinoway Wine Selection 2019  ha dedicato a queste produzioni il giusto spazio perché potessero trovare una grande voce anche fuori dalle zone di produzione. E questo riconoscimento è il “Grazie” di uno dei suoi produttori di eccellenza.

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