In visita alla parte est del Friuli Venezia Giulia: i Colli Orientali – Parte 1
Scritto da Alessandra Piubello | Pubblicato in Friuli Venezia Giulia, territorio, vino
Ph. Luigi Vitale
Lungo la fascia collinare della provincia di Udine, in prossimità del confine con la Slovenia, si estendono i Colli Orientali del Friuli. Un areale ancora da scoprire dal punto di vista turistico, culturale, storico, mentre è già noto per i vini.
Questa zona in provincia di Udine è, infatti, da sempre terra di vini: un’affermazione che trova non solo una conferma nella realtà socio-economica del suo vivere, ma che affonda le proprie radici nelle lontane parole di Erodiano (170-240 d.C.) che racconta come i coloni latini inghirlandassero duemila anni or sono la campagna friulana con tralci di vite, o dello storico greco Strabone (58 a.C. – 21 d.C.) che ricorda il rumoroso andare dei carri carichi del vino generoso trasportato oltralpe.
La Doc Friuli Colli Orientali annovera al suo interno ben cinque sottozone (Cialla, Pignolo di Rosazzo, Ribolla gialla di Rosazzo, Schioppettino di Prepotto e Refosco di Faedis) e tre Docg, Picolit, Ramandolo e Rosazzo. Peraltro presto potrebbe aggiungersi una nuova sottozona, la sesta, quella di Savorgnano del Torre, in attesa di approvazione dal Ministero.
L’areale appartiene al “Flysch di Cormòns” che è costituito da un’alternanza di strati di marne (argille calcaree) e arenarie (sabbie calcificate): una caratteristica peculiare. Questo insieme è chiamato in friulano ponca. Dove emergono le marne, che interessano la quasi totalità del territorio, il terreno è molto impermeabile; la presenza delle arenarie è segnalata dalla maggior compattezza del terreno e anche da una più aspra morfologia.
La catena delle Alpi Giulie protegge la zona dai venti freddi provenienti dal nord, mentre le dolci brezze dell’Adriatico, che dista non più di quaranta chilometri in linea d’aria, risalgono l’entroterra mitigando il clima. Non ci addentreremo nella parte vitivinicola della Doc Friuli Colli Orientali, ma è bene ricordare, tra i tanti vitigni qui presenti, gli autoctoni: malvasia, picolit, pignolo, refosco dal peduncolo rosso, ribolla gialla, schioppettino, tazzelenghe, friulano e verduzzo friulano.
I Colli Orientali sono una zona da scoprire e conoscere oltre che in auto e poi a piedi perdendosi tra i borghi, anche percorrendo i numerosi sentieri di trekking e bike, che consentono un’esperienza turistica a diretto contatto con la natura, con la bellezza dei colli e in sintonia con i ritmi della natura. Partiamo con il nostro itinerario da Udine, per addentrarci poi in alcuni dei paesi che fanno parte della Doc Friuli Colli Orientali.
Udine
La capitale del Friuli ti parla con piazze accoglienti, i capolavori del Tiepolo e le osterie tipiche.
Nonostante le origini romane, il centro si sviluppa soprattutto intorno all’anno Mille, alla fine delle invasioni barbariche. Tutto nasce intorno al castello donato al Patriarca di Aquileia per proteggere la zona dagli Ungari; ma ben presto la città diventa soprattutto un fiorente centro di scambi commerciali – anche grazie al diritto di mercato settimanale – e di coltivazioni agricole, come testimoniano ancora oggi le rogge, un sistema di canali che portavano l’acqua dai vicini fiumi. Dopo il trasferimento della sede patriarcale, la crescita della città fu esponenziale e veloce: oggi ne restano a testimonianza alcuni edifici rinascimentali come la Loggia del Lionello e quella di San Giovanni, poste di fronte in piazza Libertà (la più antica della città, in chiaro stile veneziano), e soprattutto il Duomo, originariamente in stile gotico ma ampliato più volte e rimaneggiato internamente in stile tardo Barocco nel Seicento per volere della famiglia Manin.
Ammira Udine dal colle su cui si erge l’antico castello: la tua vista spazierà sui tetti rossi della città, per poi volare con lo sguardo sulla corona di colline e montagne che protegge, a nord, la capitale del Friuli. A sud, invece, a meno di un’ora d’auto, c’è il mare Adriatico. Immaginala nel Settecento, quando Giambattista Tiepolo raggiunse la sua maturità artistica proprio qui: oggi puoi ammirare i suoi capolavori nelle Gallerie del Tiepolo (nel Palazzo patriarcale), nel duomo, nella chiesa della Purità.
Da piazza Libertà, “la più bella piazza veneziana sulla terraferma”, a piazza Matteotti (o delle Erbe), che, tutta contornata da portici, sembra un salotto a cielo aperto, osserva la carrellata di antichi e colorati palazzi che annunciano lo spirito di questa città.
A Udine le osterie svolgono ruolo rilevante nella vita pubblica. Gli affari ma anche le strategie politiche e sportive vengono decisi proprio in osterie e trovano degna conclusione davanti a un bicchiere di vino, il classico tajut a suggello dell’accordo concluso. Oggi sono molti i ragazzi e ragazze, anche studenti universitari, che si ritrovano nelle tipiche osterie davanti a un buon bicchiere di vino.
Dove mangiare
Agli Amici www.agliamici.it
Ristorante di famiglia, con ben 135 anni di storia. Emanuele Scarello, quinta generazione, prende la seconda stella Michelin nel 2013 e fino a qualche anno fa era l’unico ristorante due stelle della regione. Un luogo del cuore, dove Michela, sorella di Emanuele, officia l’accoglienza in modo elegante e naturale, mai affettatamente. La cucina è ricercata, creativa, da alta ristorazione, ma sempre ben collegata alle radici friulane e leggibile da tutti. E’ il benessere dell’ospite che conta e per questo resta un posto che nessuno dimentica. Appena puoi infatti prendi la strada del ritorno!
1905 ladimoret.it/ristorazione/1905-2/
Sei tavoli in tutto in quest’oasi del sapore in un’area appartata della struttura di Là di Moret (per gli ospiti esterni c’è un’entrata indipendente, per quelli dell’hotel si può passare dalle sale di Al Fogolar, l’altro ristorante). Stefano Basello, dal 2020 (annus horribilis!) crea con la complicità dei titolari dell’hotel questa bomboniera del gusto, un paradiso dei gourmet. Profonda ricerca, attenzione ai piccoli produttori, alle tradizioni friulane e puro talento.
Mamm ciclofocacceria www.mamm-udine.it
Un menu a base di focaccia pugliese, rotonda come le ruote delle biciclette che arredano il locale, prodotte con i migliori grani pugliesi (ma anche friulani), una lunga lievitazione e farciture con prodotti stagionali che provengono da selezionati produttori di ogni parte d’Italia. Roberto Notarnicola e Chiara Campeis, felici del successo delle loro focacce hanno anche ampliato l’attività con un laboratorio a vista con produzione di pane e dolci. Da segnare in agenda.
Vitello d’oro www.vitellodoro.com
Dal 1849 nel cuore di Udine è uno dei ristoranti più antichi della città, punto di riferimento per una cucina orientata principalmente ai piatti di pesce. Il recente restauro ha reso ancora più accogliente il locale di Massimiliano e Gianluca Sabinot.
Hosteria alla Tavernetta www.allatavernetta.com
Locale in centro storico su due piani, in stile rustico a sottolineare i piatti tradizionali che si andranno a gustare.
Osteria al Cappello osteriaalcappello.it
In pieno centro storico un locale ricavato da un palazzo del Cinquecento, molto frequentato per l’aperitivo. Tartine, stuzzichini e qualche piatto caldo. E’ possibile anche fermarsi a dormire nella graziosa locanda.
Aquila Nera www.aquilanera.biz
Locale accogliente con cucina moderna a base di buone materie prime, regionali e non.
Alla vedova www.allavedova.it
Storica trattoria di origini austriache. La cucina propone antiche ricette eseguite con scrupolo filologico e piatti di stagione.
Antica trattoria ai frati
Buona cucina tradizionale, dal menu ampio. Il banco con la mescita consente di fermarsi anche per il classico tajut.
Dove dormire
Hotel Là di Moret www.ladimoret.it
Fondato nel 1905 dalla famiglia Marini, tuttora proprietaria, è un quattro stelle con ottantasei stanze, di cui tre suite. Dotato anche di cinque sale meeting, palestra, piscina coperta e SPA, oltre a due ristoranti.
Hotel Astoria www.hotelastoria.udine.it
Un hotel dalla lunga storia (nasce come dimora nel Quattrocento, passa attraverso varie proprietà fino a metà dell’Ottocento, quando diventerà un albergo rinomato), molto elegante e dall’atmosfera piacevolmente retrò.
Ambassador Palace Hotel www.ambassadorpalacehotel.it
A due passi dal centro storico, l’elegante hotel a quattro stelle, con ottanta camere, offre, tra i servizi: bar, ristorante, palestra, garage.
Oriana Homel www.orianahomel.com/it/udine.php
Cinque raffinate suite in un edificio d’epoca in centro, con affaccio su piazza della Libertà.
Art Hotel Udine www.arthoteludine.com
Elegante e moderno hotel dotato di spaziose camere di design (trentasei stanze e due suite), concepite per un turismo d’affari e di quanti desiderino servizi puntuali ed efficienti con comfort adeguato.


Buttrio
E’ bello andare alla scoperta delle dimore storiche con una passeggiata a piedi.
Lasciata la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, poco più avanti e raggruppate in poche centinaia di metri, troverai in rapida successione Villa Dragoni, Villa di Toppo-Florio ed infine il Castello di Buttrio. Villa Dragoni fu costruita nel XVII secolo come residenza estiva. All’interno è possibile ammirare gli affreschi di Francesco Chiarottini e Gian Battista Canal. La villa è circondata da un parco ben curato.
La Villa di Toppo-Florio, risalente al XVIII secolo, si sviluppa su tre piani. Al piano terra ha sede l’info point di Turismo FVG mentre al primo piano ci sono i locali che ogni anno ospitano la fiera regionale dei vini. Il parco è spettacolare, tra giardini all’inglese, un laghetto, fontane e cippi romani. Da visitare il Museo della Civiltà del Vino, nell’edificio adiacente a Villa di Toppo-Florio. Il museo illustra tutti gli aspetti dell’“industria del vino”, utilizzando pannelli informativi, fotografie, strumenti e attrezzi originali, recipienti e altro ancora. Il museo è anche un centro di documentazione e laboratorio di ricerca sulla vitivinicoltura. L’obiettivo della struttura è anche quello di fornire una lettura del vino come elemento storico popolare.
Il castello fu probabilmente costruito nell’XI secolo e ospitò nel tempo diverse nobili famiglie friulane, tra cui i Signori di Buttrio, i De Portis, i Varmo ed i Morpurgo (agli inizi del Novecento). Furono proprio i De Portis a dare la fisionomia attuale alla dimora tra il XVII e il XVIII secolo. Attualmente è una struttura ricettiva che offre alloggi e la possibilità di organizzare eventi, ma è anche sede della cantina Castello di Buttrio. Nell’osteria infine si possono gustare i prodotti del territorio e i vini dell’azienda vinicola capitanata da Alessandra Felluga.
Dove mangiare
Enoteca di Buttrio Restaurant www.enotecadibuttriorestaurant.com
Matteo Berengo propone una cucina di pesce accurata nel raffinato ristorante al piano superiore. L’osteria affianca il ristorante, con ampia scelta di vini al calice.
Trattoria al Parco
Un parco alberato secolare circonda il locale dalla facciata in pietra e mattoni. A troneggiare al centro di una delle sale è la sontuosa griglia. Cucina del territorio, accompagnata da etichette di produzione propria (azienda vitivinicola Meroi).
Dove dormire
Castello di Buttrio www.castellodibuttrio.it
Alessandra Felluga dell’azienda vinicola Castello di Buttrio, partendo dal progetto di recupero dei vigneti circostanti (vigne storiche che risalgono al 1933 e al 1942), trasforma l’antica dimora in un boutique hotel. Camere eleganti e raffinate si affacciano sul giardino o sui vigneti di proprietà. A disposizione degli ospiti anche la sauna e la piscina all’aperto.
Delparco hotel www.delparcohotel.eu
Hotel di design, quattro stelle, dalle camere insonorizzate con vista sulla cittadina, molto focalizzato sulla sostenibilità (pannelli solari, plastic free, diminuzione dei consumi attraverso tecnologie di domotica alberghiera). Le stanze hanno uno stile moderno e un design raffinato. L’arredo è concepito su misura per ognuna.
Agriturismo Tra le vigne
B&B in una casa di campagna, circondata da vigneti, con una quiete assoluta. Offre anche una biblioteca, un giardino e biciclette a noleggio gratuito. Le camere sono arredate in uno stile country raffinato.
Le cantine
Meroi www.meroi.wine
Flavio Pontoni www.pontoni.it

Manzano
Manzano è una cittadina posta sulle sponde del Natisone, circondata da colline. Il fiume nei secoli ha scavato nella roccia percorsi tormentati, disegnando gole strettissime e impressionanti.
Manzano è raccolto attorno alla sua chiesa parrocchiale consacrata a Santa Maria Assunta. La cittadina ospita ufficialmente la sede del Comitato del Distretto della Sedia, essendone al centro. Di notevole importanza storico-artistica sono Villa Romano, Casa Forte Nussi Deciani, Villa Maseri. Da visitare anche Villa Ottelio de Carvalho. La villa fu costruita per volontà della famiglia de Marchi di Udine, presumibilmente alla fine del secolo XVII. Ebbe vari proprietari fino al 1984, quando venne acquistata dall’ingegner Gianguido de Carvalho de Moraes de Puppi. Alla sua morte è stata fondata l’associazione Villa Ottelio de Carvalho.
Si presenta oltre il ricco cancello con un cortile terrazzato affacciato su un vasto panorama che corre verso l’orizzonte, al centro un pozzo con decorazione in ferro battuto.
Dove Mangiare
Elliot Osteria www.elliotmanzano.it
Tipica osteria friulana, dove gustare piatti della tradizione con un tocco di creatività. Un centinaio le etichette da assaporare. E’ possibile anche fermarsi a dormire in una delle dodici camere completamente ristrutturate.
Trattoria Menotti www.trattoriamenotti.it
Nell’antico borgo di Soleschiano di Manzano si trova la trattoria Menotti, circondata da un ampio giardino con laghetto. La cucina proposta è friulana; tra le specialità, frico croccante e salumi.
Le Badie www.lebadie.com
I contadini salgono a Le Badie con prodotti genuini e freschi, che lo chef trasforma abilmente nel solco tracciato dalla tradizione mitteleuropea. E’ possibile anche fermarsi a dormire.
Osteria Friuli
L’osteria Friuli è uno storico locale degli inizi del Novecento con un arredamento che rispecchia il passato. La cucina è casalinga e offre un menù legato alla stagionalità, proponendo piatti della tradizione friulana affiancati da ricette internazionali.
Dove dormire
Agriturismo Ronchi di Sant’Egidio www.ronchidisantegidio.it
Qui si può mangiare, dormire e assaggiare i vini della casa. Le accoglienti camere sono sei, con arredamenti recuperati dall’antico casale che rievocano storie di tempi ormai lontani. Per gli ospiti anche una piscina esterna.
Le cantine
Colutta www.colutta.it
Paolo Tuzzi www.tuzzi.wine
Dove acquistare prodotti tipici
Il fornaio di Tavagnacco
Focacce dolci, gubane, strudel e torte: un assortimento goloso per questo forno attivo dalla fine dell’Ottocento.
San Giovanni al Natisone
Con le vicine Manzano e Corno di Rosazzo forma il cosiddetto “triangolo della sedia”, da cui proveniene oltre la metà delle sedie prodotte in tutto il mondo. Da visitare in paese è la Chiesa di San Giusto (XVI sec.) con pala d’altare lignea, coeva alla fondazione. Nei dintorni, a Dolegnano, Villa Trento è un interessante esempio di dimora signorile settecentesca.
Dove mangiare e dormire
Campiello www.ristorantecampiello.it
Gestito da tre generazioni dalla medesima famiglia, oltre al ristorante raffinato con piatti a base di pesce offre anche un’osteria tipica e un hotel.
Le cantine
Vignai da Duline www.vignaidaduline.com
Ronco del Gnemiz www.roncodelgnemiz.com
Dove acquistare prodotti tipici
Livio Pesle www.liviopesle.com
Gelatine, salse e creme ottenute da vini friulani come picolit, verduzzo, friulano, refosco del peduncolo rosso.
Rosazzo
Qui vale la pena fermarsi per l’abbazia benedettina, che prende nome dalle rose selvatiche che la impreziosiscono da tempo immemorabile. Le origini dell’abbazia sono avvolte nella leggenda. Si racconta che nel IX secolo d.C. un eremita si ritirò in questo luogo per cercare la pace spirituale e cominciò a costruire un piccolo oratorio.
Fin dai tempi antichi (dal XIII secolo i monaci benedettini coltivavano la vite e producevano vino) ebbe un ruolo fondamentale nella conservazione del patrimonio vitivinicolo. Pare che qui venissero coltivati anche Ribolla gialla, picolit e pignolo (qui fu ritrovato un filare centenario scampato alla filossera dal quale si ricavarono le marze da innestare, tanto che nel 1983 fu possibile includerlo tra i vini della Doc). Ancora oggi si può visitare la cantina storica, la più antica del Friuli, costruita nel XIII secolo A.C., con soffitto a volte in pietra e pavimentazione in acciottolato. La conduzione delle vigne dell’abbazia è attualmente affidata all’azienda vinicola Livio Felluga.
Nel Medioevo il complesso monastico mutò la sua struttura diventando di fatto una fortezza. Era circondata da alte mura, aveva delle torri di guardia, per accedervi era necessario superare un ponte levatoio ed aveva una milizia propria a garantire la sicurezza.
Nei primi anni del 1500 i monaci benedettini lasciarono Rosazzo e la continuità spirituale venne garantita dai frati dell’Ordine di San Domenico.
Con la soppressione del Patriarcato di Aquileia nel 1751, l’abbazia non ebbe più la funzione di ente ecclesiastico autonomo e venne affidata agli arcivescovi di Gorizia e Udine, quest’ultimo nominato anche Abate di Rosazzo. Dopo il terremoto del 1976 fu inserita nell’elenco degli edifici da riqualificare secondo criteri antisismici.
Dalla sala del Capitolo si giunge a un belvedere che abbraccia gli splendidi scenari dei Colli Orientali del Friuli, il Collio e la bassa pianura friulana. Delle vere e proprie balconate naturali, che temprano lo spirito. Una vista che spazia tra colline, vigneti, uliveti, boschi, stradine fiancheggiate da cipressi e piccoli centri abitati. Nelle giornate terse è possibile scorgere anche il mare. Scendendo dal belvedere grazie a una scala in pietra si giunge ad un cancello in ferro battuto dal quale parte il sentiero delle rose, che conta più di centocinquanta varietà diverse.
Pochi chilometri più in là scorre il confine con la Slovenia, superato il quale si aprono le porte sui paesaggi del Brda, il Collio Sloveno.
Terminata la visita al complesso monastico, ti consigliamo di fare una bella passeggiata di una mezz’oretta fino al Monte Santa Caterina. E’ un modesto rilievo che sorge proprio di fronte allo spiazzo antistante all’abbazia, ricoperto da boschi misti di latifoglie a rovere, castagno e viti. Dalla cima, che si raggiunge grazie ad un sentiero in terra battuta, si può godere di uno splendido panorama.

