L.Rillo:”L’aspettativa del Consorzio è valorizzare il brand Sannio”

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Libero Rillo è il Presidente del Consorzio Tutela Vini del Sannio, sorto nel 1999, e produttore dell’azienda “Fontanavecchia”, a Torrecuso (BN).

 
Il Consorzio, da diversi anni, ha tra gli obiettivi la tutela e la valorizzazione del territorio in modo coerente, responsabile e sostenibile per la promozione di un’economia che metta a confronto il Sannio con il territorio nazionale ed internazionale.

Ho potuto constatare, durante il Press Tour nella zona del Sannio, la compattezza e la voglia di crescere di questo Consorzio, incontrando il Presidente Libero Rillo ed i suoi collaboratori Pasquale Carlo e Nicola Materazzo, che ci hanno fatto scoprire il territorio e i vini del Sannio dove la produzione è in costante crescita a livello qualitativo.

Quali responsabilità comporta avere la presidenza di un Consorzio importante come il Sannio?
I consorzi per come sono concepiti attualmente implicano degli obblighi ed una certa responsabilità. Nel nostro caso abbiamo anche un incarico di vigilanza ed è ancora più complicato perchè dobbiamo rendere conto al Ministero, sia col controllo tramite l’ufficio repressione frodi competente, sia sulla persistenza dei requisiti minimi, perchè ogni anno noi dobbiamo dimostrare di aver fatto un certo tipo di attività. Per quanto riguarda l’erga omnes, siamo obbligati a fare i controlli, dobbiamo dar conto all’istituto repressione frodi competente, sia per quanto riguarda il piano di vigilanza, che va concordato di anno in anno con l’ufficio competente, sia per il consuntivo, in quanto dobbiamo fare ogni anno una relazione sulle attività svolte. Questi sono gli obblighi di legge, ma ci sono anche quelli morali nei confronti degli associati che sono tantissimi, abbiamo circa 100 aziende vitivinicole e 1000 soci viticultori. Andare incontro alle aspettative di tutti è complicato, i consorzi oggi per andare avanti hanno bisogno di contributi da parte degli associati poiché, pur disponendo dei  finanziamenti delle istituzioni, bisogna comunque mettere la propria quota per potervi accedere. Avendo una base produttiva così ampia e dividendo per un numero così alto di soci, ognuno è in grado di mettere la sua quota per arrivare alle somme sufficienti alla realizzazione degli obiettivi prefissati. L’aspettativa del Consorzio è quella di valorizzare il brand Sannio perchè è la zona più importante della Campania soprattutto per quantità, ma anche per la  qualità che  sta crescendo tantissimo, anche se purtroppo il valore che il consumatore attribuisce a questo territorio è ancora molto basso. L’obiettivo è proprio quello di aumentare il valore che il consumatore avverte per i nostri prodotti e questo permetterà anche un aumento del prezzo del vino per remunerare i viticoltori.

Per la vostra vigilanza quali sono i mezzi che mettete in atto?
Effettuiamo una serie di controlli, però solo nella fase commerciale. Ciò significa che noi andiamo a comprare dei vini nei punti vendita e li sottoponiamo ad una serie di controlli sia analitici sia ad esami dell’etichettatura.

Il Consorzio ha voluto il doppio contrassegno di garanzia sia per la Docg che per la Doc.
Il contrassegno di Stato è obbligatorio soltanto per la Docg. Noi come territorio abbiamo scelto volontariamente il contrassegno anche per la Doc poichè secondo noi è l’unico modo per chiudere il sistema dei controlli perchè così non si può imbottigliare di più del vino che si è prodotto.

Quindi avete un doppio controllo?
Si, ovviamente ogni scelta che va contro quelle già esistenti non viene vista molto bene. All’inizio non fu vista di buon occhio da qualcuno, ma adesso va molto meglio perché abbiamo reso il sistema elastico, semplificando al massimo la distribuzione di questi contrassegni.

Oltre al Ministero, la Regione Campania  aiuta il vostro Consorzio?
La Regione Campania sta cercando di andare incontro ai Consorzi, spesso li consulta. Nell’ultimo bando dell’Ocm e del Psr ha inserito una premialità per le aziende che presentano progetti e che sono soci del Consorzio Tutela.

Il livello di qualità della produzione nel Sannio  è in grande evoluzione, come ho potuto personalmente constatare. Ciò dipende da una vostra dettatura alle aziende di produrre meglio o le aziende hanno capito da sole che la produzione di qualità deve essere avvalorata?
Io penso che questo miglioramento sia il frutto di un mix di elementi. Non c’è un unico fattore che ha determinato  questo cambiamento. In primo luogo le aziende hanno avuto un fisiologico cambio generazionale ed i  più giovani hanno capito che ora si deve puntare sulla qualità altrimenti  non ha senso oggi produrre vini. Inoltre molte aziende si sono evolute tecnologicamente e questo ha permesso di migliorare la qualità soprattutto dei bianchi, perchè per lavorare bene questa tipologia ci vogliono le attrezzature adatte. Noi come Consorzio ci siamo impegnati affinchè le aziende si confrontassero ed avessero degli scambi di idee.

Sulla Falanghina avete fatto un grandissimo lavoro. Si potrebbe far meglio per il Coda di volpe, il Fiano e il Greco?
Stiamo lavorando anche sugli altri bianchi meno importanti della provincia, mi riferisco appunto ai vitigni Greco, Fiano, Coda di volpe. Però il vino bianco che cresce a livello stratosferici è sempre la Falanghina, abbiamo infatti avuto un incremento del 22%.

Per quanto concerne la vostra economia nazionale ed internazionale, dove trovate più mercato?
Negli ultimi anni le vendite all’estero sono aumentate sicuramente, siamo passati dal 5% di tanti anni fa al 30% attuale. I mercati esteri più interessanti sono Stati Uniti, Germania e Inghilterra.

Quali sono le Regioni italiane dove trovate più mercato sia per la Falanghina che per l’Aglianico del Taburno?
Ovviamente la Campania è un grosso punto di sbocco, ma le Regioni più interessate ai nostri vini sono Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna.

Cosa si potrebbe fare per allargare questa fascia di mercato?
Noi stiamo cercando di fare il possibile, organizzeremo una serie di eventi con tutti i partner presenti sul territorio nazionale che si occupano di Vino. Faremo delle degustazioni mirate e capillari, dove si potrà parlare con il consumatore, rispondere alle sue domande. Punteremo molto su questo per aumentare e migliorare la percezione dei nostri prodotti anche in quelle Regioni che fino ad oggi sono rimaste più chiuse, anche se si  tratta di Regioni molto legate alle loro produzioni  e per questo diventa più difficile entrare, ma non impossibile.

Che cosa vi aspettate o che cosa vi augurate per il prossimo futuro?
Una cosa molto semplice, aumentare la percezione del valore dei nostri prodotti, delle nostre bottiglie, per aumentare la quantità di vino certificato venduto.

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