La leggenda di Chambave … Crotta di Vegneron
Scritto da Nelly Dayné | Pubblicato in Interviste
Il nostro percorso alla ricerca delle cantine vinicole valdostane ci porta nel centro valle, presso la storica cooperativa “La Crotta di Vegneron”.
Nata nel 1980 e attualmente composta da circa 120 soci, questa azienda gestisce e valorizza approssimativamente 30 ettari di vigneti che si estendono su dieci diversi comuni del territorio centrale della Valle d’Aosta.
Ben noti agli amanti del buon vino sono sicuramente il Muscat e il Malvoisie, coltivati e vinificati in questa zona e diventati famosi grazie soprattutto all’eccellente lavoro svolto in questi vent’anni di attività dalla “Crotta di Vegneron”.
Sentiamo cosa ci racconta il Presidente Elio Cornaz…
Le condizioni del territorio e la particolare situazione climatica di questi luoghi rende la lavorazione dei Vostri vigneti complicata e molto impegnativa. Come riuscite a gestire così bene questa difficile realtà?
A ragion veduta la viticoltura di montagna è stata spesso definita “ Eroica” e i vigneti dei nostri comuni non fanno eccezione. Facendo un breve calcolo dell’appezzamento medio, ci si rende conto di quanto piccole siano le nostre vigne; ma terreni seppur cosi piccoli – e quasi mai accessibili con moderni mezzi – richiedono, in proporzione, pari se non maggiore quantità di lavoro di grandi appezzamenti.
Una tale realtà può dare i nostri elevati livelli di qualità solo grazie alla collaborazione tra i tecnici regionali, le maestranze della Cooperativa ed i soci, che generalmente ben si prestano a seguire i consigli forniti. Allo stesso modo il lavoro dei tecnici è favorito dal monitoraggio compiuto sul campo finalizzato a determinare i migliori e più tempestivi interventi. Ad esempio per quanto riguarda il carico ottimale delle viti, nella nostra Cooperativa viene organizzata una commissione di valutazione dello stato quantitativo e qualitativo delle uve a partire dal mese precedente alla vendemmia, al fine di valutare la misura dell’eventuale diradamento da effettuare da parte del Socio conferitore.
Quanto “conviene” ai Vostri soci, di conseguenza all’azienda stessa, lavorare la vigna in queste situazioni estreme, vinificare ed entrare quindi nel sempre più difficile e intasato mercato del vino italiano?
Lo scopo della Cooperativa è innanzitutto quello di procurare un beneficio economico al socio curando nel contempo l’obiettivo di perseguire un beneficio ambientale e turistico, salvaguardando così l’integrità e la tipicità di un territorio particolarmente interessante ma delicato. Infatti a Chambave e nei comuni limitrofi la viticoltura è un fattore caratterizzante la società e l’ambiente. Questo lavoro impegnativo che punta alla salvaguardia e alla valorizzazione di vitigni autoctoni tipici della zona pone la nostra produzione in nicchie di mercato che meno risentono di criticità del momento.
Negli anni si è puntato sempre più a valorizzare questi vitigni al fine di uscire dalla omologazione del mercato interno, che propone maggiormente vitigni classici a prezzi non sempre competitivi rispetto alla qualità fornita. Noi puntiamo a fornire un prodotto di qualità, rappresentativo del territorio a prezzi comunque equi.
Vi sentite tutelati e incentivati nella valorizzazione del Vostro territorio e nel mantenimento dell’attività da parte dell’ Amministrazione Regionale e dei vari Enti Pubblici?
L’Amministrazione Regionale ha sempre appoggiato ed incentivato la viticoltura in Valle d’Aosta attraverso varie forme di interventi. Ad esempio, il dipendente al Servizio Fito-Sanitario offre gratuitamente assistenza tecnica durante tutte le varie fasi di lavorazione in vigna. Inoltre sul nostro territorio inizieranno a breve i lavori di riordino fondiario di una zona di ca. 5,5 ettari da destinare alla viticoltura, in buona parte finanziati dalla stessa Amministrazione.
Anche l’Amministrazione Comunale, nell’ambito delle sue competenze e nei limiti delle sue possibilità, appoggia e sostiene l’attività della Cooperativa anche intervenendo, quando necessario, presso il competente Assessorato Regionale.
Tra i vostri numerosi prodotti quale, a Suo parere, rappresenta la filosofia vitivinicola tipica della Vostra zona e rispetta l’obiettivo originale della “Crotta di Vegneron”?
I prodotti simbolo della nostra zona sono il Chambave Muscat – nelle versioni secca ed appassita –, il Nus Malvoisie ed il Fumin che al meglio rappresentano la produzione vitivinicola della Cooperativa. Infatti, essa è stata costituita nel 1980 proprio per valorizzare vitigni che da secoli fanno parte della storia e della tradizione di questi territori.
Negli anni molto è stato fatto dal punto di vista tecnico e culturale per progredire nell’intento originario. Inoltre alcuni di questi vitigni sono stati utilizzati per creare nuovi prodotti, proponendosi così in modo alternativo al mercato: testimonianza del buon lavoro svolto sono i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti sia in ambito nazionale che internazionale.
Un’altra importante tradizione di questa cooperativa è la distillazione. Sono sette le tipologie di finissime grappe da Voi prodotte, di qualità eccellente. Ci vuole brevemente raccontare la storia e le motivazioni che Vi hanno indotto ad investire in questo settore?
Al momento della pianificazione dello stabilimento e della relativa produzione di prodotto finito, le strutture tecniche erano state dimensionate per lavorare 2100 quintali di uva a fronte di una produzione dell’epoca pari a soltanto circa 800 quintali; l’opificio per la produzione delle grappe rappresentava dunque un valido supporto al fine di sfruttare a pieno il prodotto conferito dai Soci. Non bisogna infatti dimenticare l’obiettivo originario della Cooperativa, creata per valorizzare le tradizioni locali, fra le quali quella della distillazione. Fino ad allora, infatti, tutte le famiglie producevano per uso proprio una certa quantità di grappa e sul territorio erano presenti vari “ esperti” pronti a fornire giuste nozioni dettate proprio dall’esperienza. Si può pertanto affermare che questa produzione rientra nell’intento di salvaguardia di queste produzioni famigliari.
Gli affezionati lettori di Vinoway amano ascoltare dalle parole dei nostri “vignerons” storie, ricordi o avvenimenti particolari che trasmettono emozioni legate al proprio territorio. Ci racconta un aneddoto che vi appartiene?
Un’altra importante tradizione legata alla viticoltura del Comune di Chambave è la tradizionale Festa dell’uva, che si svolge da oltre 50 anni l’ultima domenica di settembre. Il compianto Presidente della Cooperativa Ives Burgay raccontava che per la prima edizione di questa festa, alla fine della seconda guerra mondiale, i soldi erano ben pochi ma la volontà di fare qualcosa di utile e buono per il paese era molta. Fu così che quel gruppo di volenterosi offrì parte dei suoi risparmi per l’organizzazione di tale evento: il tempo ci conferma la bontà di tale spirito e di tale investimento.
Allo stesso modo, alla nascita della Cooperativa, ed in particolare nella prima produzione del 1985, il gruppo dei 5 Soci fondatori capeggiati dal Signor Burgay lavorò gratuitamente alla lavorazione delle uve, partecipando ad ogni attività che si rendesse necessaria per il buon avvìo della Cooperativa. Oggi essa trasforma circa 3000 quintali di uva, con una produzione triplicata in meno di 30 anni, avvalendosi di 5 dipendenti oltre ad un Consiglio di Amministrazione che opera intensamente al fine di valorizzare il lavoro di 110 Soci, esportando vini e tradizione in numerosi Paesi europei e negli Stati Uniti.