Corsi sul Vino? Si grazie, ma…..

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E’ arrivato l’autunno e come sempre dopo la pausa estiva ripartono i corsi relativi al Mondo del Vino. Negli ultimi anni c’è stato un forte incremento dell’interesse  da parte degli appassionati di tutte le fasce d’età, in particolar modo molti giovani stanno coltivando la voglia di approfondire le tematiche inerenti al Vino. Le offerte sono molte ed arrivano dalle varie associazioni che sul territorio affrontano da più o meno tempo queste tematiche, c’è quindi la possibilità da parte dell’appassionato di poter scegliere il corso più adatto alle proprie esigenze, valutando la lunghezza dei cicli di lezioni, il loro costo e la vicinanza della sede.

Abbiamo punti di riferimento storici come l’AIS (Associazione Italiana Sommelier) la principale delle associazioni della sommelierie italiana e competente nel campo enoico assieme all’Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino), alla Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori) e ad altre realtà di recente creazione.

E’ un aspetto molto positivo che un numero crescente di persone senta la necessità di relazionarsi col Vino avendo un approccio meno superficiale, valorizzando la sua cultura per altro strettamente legata alla storia ed al territorio nazionale.

Proprio in virtù di questo interessante “fenomeno” la Redazione di Vinoway vuole dare qualche “consiglio” costruttivo sia a chi i corsi li tiene come docente sia agli appassionati che sono lì per imparare. Quanto diremo è frutto della nostra esperienza diretta, visto che negli anni passati abbiamo  avuto il piacere di poter frequentare con profitto tali corsi.

Partiamo dal personale docente del quale possiamo tranquillamente dire che il livello qualitativo medio è buono, con punte di rara eccellenza sia per le conoscenze che per la capacità di insegnamento.

Qualche osservazione però vogliamo farla ed in particolare ci riferiamo a quei docenti che per carattere hanno il difetto di porsi su un piedistallo, affrontando le lezioni facendo pesare le proprie conoscenze tanto da incutere nei corsisti dei complessi di inferiorità apparentemente incolmabili.

L’arte dell’insegnamento è un’attività assolutamente non semplice e di tutto rispetto, ma se a ciò si aggiunge una dose di egocentrismo e supponenza il tutto diventa ancora più complesso.
Per fare un esempio, è frequente il mettere in difficoltà i corsisti snocciolando tutta una serie di profumi e sentori che si colgono durante l’analisi olfattiva, col risultato di avere di fronte decine di persone che stupite si guardano in faccia pensando:”Io non ce la farò mai!”.

Premettendo che la citazione esasperata di sentori rari e semisconosciuti è più un esercizio estetico che non di sostanza, bisogna far capire ai corsisti che con un lungo allenamento, tanta pazienza ed esercizio, progressivamente si imparano a riconoscere molti profumi che inizialmente non si colgono.
Sempre a questo proposito riteniamo fondamentale che nelle degustazioni delle lezioni vengano scelti vini assolutamente didattici ed in commercio ce ne sono molti. Oltre a leggere su un libro che certi vitigni hanno particolari marcatori aromatici, non c’è nulla di più istruttivo che proporre vini dove tali profumi si colgono in maniera chiara. I famosi sentori animali del Pinot Nero, quelli di idrocarburo del Riesling, i vegetali del Sauvignon non sono tutti chiaramente percepibili nei vini con questi vitigni, ma ce ne sono alcuni dove tali profumi sono assolutamente limpidi anche per dei profani. Non importa il blasone di questi vini, quello che conta è la loro didatticità per una immediata verifica della teoria.
Tale discorso è ripetibile anche per gli altri aspetti fondamentali del Vino, ovvero per descrivere i concetti di acidità, sapidità, tannicità e morbidezza: spesso si tratta di descrittori chiari per chi ha esperienza, ma estremamente difficili da comprendere per un “degustatore novello”. Proprio qui il ruolo del docente è fondamentale e deve saper accompagnare per mano con tanta umiltà e calma, senza ostentare  conoscenze con presuntuosa saccenza.

Ora veniamo agli appassionati che frequentano i corsi, in particolare quelli che superano gli esami finali ottenendo i relativi diplomi. Devono assolutamente essere consci che il loro percorso di crescita nel Mondo del Vino è agli inizi, sono stati insegnati gli strumenti per capire e conoscere, ma servono anni ed una “montagna” di umile pratica per affinare le proprie capacità, in un percorso praticamente infinito che non ha un limite. Questo aspetto diviene chiaro quando con il diploma in mano ci si confronta con persone che da anni si cimentano nel Mondo del Vino: in quei frangenti ci si rende conto di quanto sia lunga ed in salita la strada per raggiungere certi livelli.

Ovviamente, anche in questo caso, serve una grande dose di umiltà e buon senso, chi crede di essere “arrivato” solo perché possiede un diploma non ha davvero capito nulla e resterà sempre fermo al primo gradino della scala.

Altro aspetto che fa molto crescere è quello di visitare direttamente quanti più produttori possibile, passeggiare per le vigne, approfittare di tutto quel bagaglio di conoscenze che solo chi fa Vino è in grado di comunicare, soprattutto se piccolo e disponibile. Anche questo passo deve essere fatto andando per mano con l’umiltà, non serve a nulla andare dai produttori sopra ad un presunto piedistallo, non si fa altro che erigere un muro di reciproca incomunicabilità.

Ed una forte tirata di orecchie la diamo ai così detti “guidaioli”, ovvero quei presunti giovani esperti che si riempiono la bocca parlando di vini blasonati, costosi, pluripremiati, magari senza averli mai degustati, o più semplicemente perché è “fashion” decantarne le qualità. I vini vanno degustati tutti, soprattutto all’inizio, senza pregiudizi perché solo così ci si crea nella mente dei riferimenti relativi, è svilente concentrarsi solo sui vini “griffati” seguendo mode più o meno encomiabili. Il grosso salto di qualità lo si fa andando a scoprire cantine piccole, a volte sconosciute, che spesso hanno un valore qualitativo e di territorialità assolutamente eccellente.

Magicamente si inizia a scoprire che gli ottimi vini non sono solo quelli premiati dalle guide, per fortuna ne esistono migliaia che sarebbero meritevoli di altrettanta attenzione, ma che per svariati motivi non giungono sotto i riflettori della fama.
A conclusione quindi noi di Vinoway invitiamo caldamente gli appassionati a frequentare corsi sul Vino, sono un percorso davvero straordinario per acquisire gli strumenti necessari a “muoversi” ed imparare quello che in modo così misteriosamente affascinante si “nasconde” dentro una bottiglia di Vino. Più lo si conosce più si impara ad amarlo, ma serve davvero tanta umiltà e voglia di confrontarsi.


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