E’ SEMPRE GIUSTO DEGUSTARE ALLA CIECA?
Scritto da Ignazio Anglani | Pubblicato in riflessioni
Il vino può essere apprezzato in tanti modi, di certo il più emozionante è visitare il produttore in cantina, vedere dove e come nasce il vino e poi stappare e degustare i prodotti.
Il più conviviale è scegliere una bottiglia per apprezzarla con chi si vuole, quando si vuole e dove si vuole, scegliendo il vino per la sua storia, la tipologia, il prezzo, la compagnia o qualunque altra variabile. Oppure, ancora, possiamo decidere di partecipare ad una degustazione guidata preferendo un momento didattico, di conoscenza e di approfondimento su di un vino, un produttore, un territorio.
È invece necessario ricorrere alla degustazione alla cieca quando ad un vino si deve assegnare una valutazione, per evitare le influenze esterne dovute alla conoscenza più o meno approfondita di un vitigno o di una etichetta, influenze che potrebbero risultare sia positive che negative.
Le degustazioni alla cieca che comportano valutazioni, voti e punteggi, cioè quelle indispensabili in occasione di concorsi o delle annuali pubblicazioni delle varie Guide, a mio avviso, devono comunque prevedere la conoscenza da parte dei degustatori di alcune informazioni basilari, il vitigno, l’ annata e la macro-zona di produzione sono indispensabili se si vuol dare il giusto valore a ciò che si sta degustando ed a chi ha lavorato per produrre quel vino.
Tante volte non si pensa che dietro ad un vino c’è tanto lavoro di cui bisogna avere sempre un gran rispetto durante le valutazioni. Ovviamente deve essere evitata ogni tipo di influenza esterna che non permetta ai degustatori una serena valutazione dei singoli vini.
Tutt’altra cosa sono le degustazioni alla cieca fatte tra amici per il semplice divertimento di mettere alla prova la propria preparazione o la capacità di spararle grosse!
Credo di aver sentito qualcuno che diceva che il più bravo in queste occasioni è quello che riesce a tacere di più. In effetti salvo grandissimi degustatori o nasi assoluti, si rischia che diventi un gioco ad indovinare.
Genera sicuramente meraviglia ascoltare qualcuno in grado di individuare, in un vino coperto, zona, vitigno, anno e produttore, a me è capitato di vederlo fare a Daniele Cernilli che in 7 secondi indovinò un Pergole Torte 2007 e a Luca Gardini con un Barolo.
Per tanti altri non è il caso di avventurarsi in tentativi analoghi perché si rischiano valutazioni errate e figure barbine anche da parte di ottimi degustatori, magari solo perché non conoscono a fondo una zona o un vitigno.
Personalmente non trovo divertenti le degustazioni alla cieca in occasione di bevute conviviali perché si rischia di perdere l’occasione di apprezzare appieno grandi, grandissimi vini (vuoi per fama o per costo) che forse difficilmente capiterà di incontrare nuovamente sulla nostra strada.
Parlando di questo argomento amo fare un esempio, forse un tantino ardito: per un incontro amoroso scegliereste una compagnia femminile/maschile completamente mascherata in modo da non poter intuire assolutamente nulla della vostra compagna o del vostro compagno oppure preferireste poter scegliere, ed essere scelti, liberamente, guardandosi negli occhi?
La stessa cosa, secondo me, avviene con un vino che, a seconda dell’occasione, dell’umore, della compagnia ci attrarrà e si farà scegliere…