Conegliano Valdobbiadene – non servono parole basta guardarsi intorno

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Esiste una strada tra le colline trevigiane dell’alta marca che dovrebbe essere percorsa da chi visita questi luoghi, perché è in grado di far comprendere il fenomeno del Prosecco. Non servono parole, basta guardarsi intorno, salire con lo sguardo i pendii delle colline, osservare il territorio vitivinicolo. Sono sicuro che quando arriverete a Valdobbiadene avrete capito tutto.

Vorrei percorrerla idealmente con voi, partendo da Conegliano, parlando del territorio della denominazione Conegliano-Valdobbiadene DOCG, e per farlo nel migliore dei modi ho chiesto aiuto a un libro, scritto dai dott. Diego Tomasi e Federica Gaiotti del CRA-VIT, centro ricerca per la viticoltura di Conegliano, dal titolo “I terroirs della denominazione Conegliano-Valdobbiadene”.

Giusto due righe sulla geomorfologia, non vorrei perdervi come lettori già adesso, e quindi mi limito a dirvi che il territorio è prettamente collinare, disposto idealmente da est a ovest a ridosso delle Prealpi.  Si presenta con due principali conformazioni: nella parte ad ovest e a sud, posta a contatto con la pianura abbiamo dei rilievi allungati disposti da nord a sud che creano delle ampie valli, mentre la parte settentrionale è caratterizzata da rilievi est-ovest, con profonde incisioni.

I suoli sono a volte molto differenti; questo genera, insieme alla varietà clonale, una varietà del prodotto ben marcata: il Prosecco non è tutto uguale all’interno della DOCG! Troviamo infatti depositi morenici nella parte a nord-est di Conegliano, verso Vittorio Veneto e Fregona, a ricordo del ghiacciaio del Piave; l’area che va da il Solighese a Valdobbiadene è composta a sud da rocce conglomerate,  verso la pianura del Piave da terreni sciolti ciottolosi, mentre la parte a nord, soprattutto tra Valdobbiadene e Follina da argille, arenarie e marne, con la presenza nelle parti più elevate di rocce calcaree. Tra la parte più a nord, quasi a ridosso dei contrafforti prealpini e la parte piana, esiste una fascia, fatta di colline ondulate e ripide, quasi dei coni, con terreni di conglomerati, zone di riporto, marne e qualche area più argillosa, che dal punto di vista del paesaggio sono bellissime. Parte di questa bellezza è data dai filari di viti arrampicati su pendii, magari senza terrazzamenti, con le viti
inclinate che sembra stiano per cadere.

Partiamo quindi da Conegliano e saliamo verso San Pietro di Feletto e poi Refrontolo. La strada offre la vista sulle Prealpi e su dolci pendii, dove ormai la viticoltura è preponderante, e passa vicino a siti storici che meritano una sosta: la Pieve di San Pietro di Feletto, il complesso del castello di Collalto e di San Salvatore della Abbazia di Follina solo per citarne alcune. A Refrontolo si trova la “via dei Cru”: una strada sulla cresta di una collina che vede la presenza di numerose cantine. Il Prosecco qui si esprime con una gradevolezza olfattiva al palato leggermente sopra la media, mentre pecca leggermente di struttura e intensità. Proseguendo, tenendoci a ridosso delle colline, si arriva nella zona a nord di Pieve di Soligo e Susegana. Qui le colline aumentano di pendenza, il territorio diventa più articolato con la presenza anche di zone boschive. Ne consegue che il corredo aromatico e polifenolico cambia, dando al Prosecco prodotto in questa zona una maggiore finezza in termini olfattivi e gustativi; l’equilibrio e la struttura ne risentono.

Proseguendo lungo questa strada si attraversano i paesi di Farra di Soligo e Col San Martino, con alla vostra destra le ripide colline vitate, giungendo a Colbertaldo di Vidor. Qui si entra da sud nel cuore del Prosecco di Valdobbiadene, per una stradina che sale a Follo, in piena area del Prosecco Superiore di Cartizze, per proseguire fino a Guia di Valdobbiadene. Uno spettacolo: ovunque vi giriate ad ammirare le colline troverete vigneti arrampicati fino alla sommità di conoidi ripidi, a testimoniare la viticoltura eroica presente da centinaia di anni.

Questa è la zona dove il Prosecco si esprime con tutta la sua forza, dove la tradizione ha scritto la storia di questo vino. Qui le caratteristiche organolettiche del Prosecco cambiano, si esalta la freschezza e l’intensità olfattiva, entra preponderante la pera assieme alla mela verde. Eleganza e finezza si esaltano, così come la sapidità ma solo per le zone a ridosso delle fasce prealpine. Qui praticamente ogni famiglia rurale ha il suo vigneto che cura come fosse il miglior giardino di casa. Ci si perde gironzolando per stradine immerse nei vigneti, scoprendo ad ogni curva uno scorcio sulle colline e la tabella di qualche cantina. Vale la pena sentire la differenza tra il Prosecco prodotto a sud di Valdobbiadene, nella zona tra il paese e la Piave, e quello prodotto a nord, sulle pendici ripide delle colline di Santo Stefano e Guia.

Solo passando di qui si può capire cosa rappresenta questo vino, e perché non si può averne una visione generica e appiattita su canoni ridotti alla sola immagine delle “bollicine”.

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