Durella: evoluzione di un autoctono dalla personalita’ complessa.

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La Durella, vitigno autoctono a cavallo tra le province di Vicenza e Verona, da sempre “risiede” nella Val d’Alpone, fin dal suo ritrovamento sottoforma di fossile.
Nei primi decenni del secolo scorso, si vinificava con macerazione delle parti solide, ottenendo un prodotto alquanto rustico, acidulo e con delle componenti tanniche derivate dal contatto con le parti legnose del grappolo. E’ probabile che i sinonimi attribuitigli richiamino proprio le caratteristiche del prodotto di allora: durella, cagnina, rabbiosa, rabiosa di Asolo, duracino, durelo, durello, durola bianca, ad indicarne la “durezza”. Era considerato infatti un ottimo partner per i vini da taglio, che supportasse struttura ed acidità. Da sempre lo contraddistingue una struttura  vigorosa, dalla straordinaria resistenza alle malattie, predilige i terreni collinari argilloso-calcarei, composti da tufi e basalti,  che attraverso l’uva si trasferiscono nel vino. Il territorio in cui è coltivata comprende i comuni di Roncà, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione, in parte i comuni di Monteforte e Vestenanova in provincia di Verona,. Arzignano e Gambellara, in territorio vicentino. A partire dagli anni ’60 si comprende la sua vocazione alla spumantizzazione,  gli stili di consumo e produzione cambiano. Inizia un’evoluzione positiva che culmina con l’ottenimento della doc nel 1987.

Oggi il prodotto è smussato nella naturale “durezza”, ed è un vino fresco, vivace, piacevolmente acidulo. Il  “Lessini Durello spumante riserva” metodo classico, diventa l’ambasciatore più rappresentativo. Ottenuto esclusivamente con  rifermentazione in bottiglia, permane sui lieviti per almeno 36 mesi.. Oltre al metodo classico c’è la versione Charmat, all’interno dello stesso disciplinare. Poi ancora, ”Lessini Durello spumante”, ottenuto per fermentazione naturale a mezzo autoclave. “Lessini Durello Superiore” ,“ Monti Lessini Durello Passito”, “Monti Lessini bianco”.

Il disciplinare di produzione prevede che i vini  Doc possano essere prodotti con una percentuale minima di uve Durello pari all’85 % e da un 15% massimo di Garganega, Trebbiano di Soave o nostrano, Pinot bianco, Pinot nero e Chardonnay.  La struttura, l’acidità, la mineralità, lo rende versatile, e ne che permette  gli abbinamenti più diversi. Ottimo l’abbinamento  con taglieri di grandi salumi, come la Sopressa Vicentina DOP, con formaggi di media stagionatura, fra cui non mancherà l’Asiago DOP. Inoltre Risotto alla veneta con Radicchio di Verona IGT mantecato al Monteveronese DOP. La duttilità non si ferma qui: è un ottimo partner di Baccalà alla Vicentina , arrosti succulenti, Cotechino e della Trippa in umido.

Un vino “ancorato” al territorio e alla tradizione tanto da aver dato il nome ad una competizione ciclistica, la “Granfondo del Durello”, che da ben dieci anni percorre alcune località dei Monti Lessini  nei pressi di Verona, fa parlare di se con  iniziative proposte dal consorzio per conoscere da vicino la Lessinia e le sue eccellenze, incontri in Villa, la caccia ai fossili nella “pesciara” di Bolca, l’incontro con il mito dei Cimbri e tante altre proposte.

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