Gambellara: una storica terra da vino
Scritto da Claudio Toce | Pubblicato in territorio
Il territorio di Gambellara si estende ai limiti della provincia di Verona, in posizione felicemente panoramica, proprio allo sbocco della vallata del torrente Chiampo; qui la secolare vocazione vitivinicola è dovuta essenzialmente alla conformazione del suolo, per lo più collinare, ma soprattutto alla composizione del terreno che è di origine vulcanica ed è quindi formato da tufi basaltici terrosi e friabili, ricchi di sali minerali.
Sono proprio queste caratteristiche a conferire ai vini di Gambellara quei profumi e sapori unici che ne fanno una delle capitali del vino vicentino.
Non mancano certo le testimonianze storiche sul nome di Gambellara: sull’etimo si è voluto scoprire il significato di ”terra della vite” facendo risalire la voce dialettale “ambeli”da cui “ambellaria”, “Gambellara” alla voce greca “ampelos” che significa vite.
Alcuni vorrebbero far derivare il nome Gambellara dalla Genus Camillaria che stazionava in epoca romana nel ravennate di cui forse, un ramo si sarebbe trasferito quassù in epoca bizantina.
Qualche buontempone, fa derivare invece il nome di Gambellara da “gamba all’aria”per l’effetto che il buon vino può produrre in chi ne abusa.
Di certo sullo stemma comunale prima del 1935 erano raffigurate delle gambe, ora c’è il cippo che si trova sul colle di Sorio in ricordo della battaglia dell’8 aprile 1848 e un grappolo d’uva che è il frutto su cui si basa l’economia del luogo.
La zona comprende oltre al comune di Gambellara, i comuni di Montebello Vicentino, Zermeghedo e una parte delle colline di Montorso Vicentino.
Ovviamente è il regno della Garganega, di cui si trovano tracce già dal 1300, dove ne parla “ Pier de Crescenzi” nel suo trattato “De Agricoltura“ nel 4 libro dedicato alle uve e i vini.
Per trovare però chiari riferimenti alla coltura di questo vitigno nella zona di Gambellara dobbiamo arrivare all’800 quando Gaetano Maccà, al tomo 8 della sua Storia del territorio vicentino, afferma che la “villa di Gambellara produce uve di buonissima qualità e tra esse è assai pregevole la Garganega”
Il professor Andrea Sandri , parroco di Gambellara dal 1843 al 1875, ha lasciato una lucida descrizione dei vigneti di Gambellara: “filari distanti 2,5 metri uno dall’altro, viti binate sostenute da un palo secco e perla di vigneti coltivati con tanta perfezione che assembrano giardini”.
Importante testimonianza sulla bontà dei vini gambellaresi è data dal Conte Giulio da Schio che nel suo libro “Enologia e viticoltura della provincia di Vicenza,” edito nel 1905, ricorda due vini bianchi di Gambellara di ”elevata classe”, uno botanico con sapore di mandorla e uno a fermentazione incompleta per fare ottime bottiglie di spumante.
Concludo dicendo: ”ho sempre immaginato che a Gambellara il vino fosse qualcosa di speciale e fuori dal comune, che potesse essere anche cibo, medicina, trasgressione, lavoro, schei, pane…, lo fù dal Medioevo per generazioni di contadini cresciuti in mezzo alle viti schiave e garganeghe del Monte, segnati sul volto e sulla pelle dei lavoratori stagionali, dalle carestie o dalla peste, ma anche benedetti da una natura singolare e da un vino profumato e delicato”. (tratto dal libro “Vin Santo”scritto da Luigi Zonin).