Il Fumin raccontato da Vincenzo Grosjean
Scritto da Claudio Toce | Pubblicato in territorio
Il Fumin è un vino ottenuto da uno dei più interessanti vitigni autoctoni della Valle d’Aosta.
Ha origini antiche, ma abbiamo notizie certe del Fumin solo nel 1838 da Lorenzo Francesco Gatta, che ne parla ampiamente nel suo “Saggio sulle viti e sui vini della Valle d’Aosta”.
Una bellissima chiacchierata (non un intervista ma semplicemente una chiacchierata).
Delle bellissime ore passate con una persona veramente incredibile, con tanta bella e sincera passione per quello che fa.
Mi racconta che per mettere insieme la vigna, che oggi e di 4 ettari “abbiamo dovuto acquistare appezzamenti, in gran parte abbandonati da circa mezzo secolo, da 18 diversi proprietari, ovviamente tutti sparsi.”
Grosjean mi spiega che il Fumin è un vitigno molto difficile da coltivare, l’uva non ha una grande carica alcolica e va lasciato in vigna fin che si può. Il vitigno ha tralci fragili, tanto da spaccarsi in fase di legatura e germogli che il vento può spazzolare via. Ama, in particolare, le forti pendenze. Non nasconde che all’inizio piantarono il Fumin anche in una zona pianeggiante, ma i risultati non furono soddisfacenti. Correggemmo subito il tiro, spiega il saggio viticoltore, ammettendo che tutto questo era già noto e sarebbe bastato leggere i testi dello studioso di vitigni valdostani Lorenzo Gatta pubblicati nel 1838.
Per quanto riguarda la conduzione del vigneto Grosjean mi racconta: “la vigna deve essere seguita con molto scrupolo e attenzione. Inoltre è dal 1975 che non usiamo concimi chimici, al loro posto solo letame di qualità. Serve dedizione e semplicità per avere un’uva perfetta e di conseguenza rendere il lavoro più facile in cantina. La vinificazione avviene in tini di legno, utilizzando lieviti indigeni e non quelli selezionati dalla grande industria”.
Rispetto del territorio, dalla vigna in cantina!
Condivido la filosofia di Vincenzo Grosjean che parte dal rispetto del territorio passando dalla conduzione naturale del vigneto e da pratiche enologiche tradizionali. I suoi vini sono senza dubbio da provare!