Il Primitivo nella terra del Salento

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Terra magica di dolmen e menhir, il Salento è il luogo in cui il sole splende tutto l’anno e i venti accarezzano continuamente le coste sia da oriente che da occidente, regalando un clima particolarmente consono alla viticoltura.

 
Notoriamente conosciuta come terra di elezione del Negroamaro, molto diffusa è anche la coltivazione del Primitivo. Una produzione consistente, suddivisa tra territorio di Taranto, Brindisi e Lecce, una stretta fascia di terra lunga circa 140 km e larga più o meno 40 e che costituisce la parte più  meridionale della Puglia.

Protesa tra Jonio e Adriatico, va da nord-ovest verso sud-est e grazie alle bellezze paesaggistiche, architettoniche ed enogastronomiche rappresenta una delle mete più ambite del turismo.

Qui il clima è spettacolare tutto l’anno, di tipo mediterraneo, con estati calde, a volte umide, ma ventilate, con temperature capaci di attestarsi sopra i 30°, sfiorando spesso i 40°, ed inverni mediamente miti, con sporadiche giornate in cui il rigore delle temperature potrebbe portare anche qualche spruzzata di neve. Le piogge sono frequenti nel periodo che intercorre tra ottobre e gennaio, con una media di circa 750mm.

Il suolo si sviluppa su un paesaggio essenzialmente pianeggiante, il cui orizzonte è frequentemente intagliato da un profilo collinare. Si tratta di piccole alture che raramente superano i 200mt sul livello del mare, denominate serre salentine e che percorrono la regione in uno stretto abbraccio sia sul versante adriatico che jonico, arrivando a toccare la punta estrema del Capo di Leuca.

Tutti questi elementi concorrono a creare un microclima dalle caratteristiche uniche, in cui le correnti d’aria che spirano dal mare, da entrambi i lati, sono in grado di mitigare le importanti temperature estive e creare la giusta ventilazione per l’allevamento della vite.

Qui il suolo, risalente al Cretaceo, è di natura calcareo-argillosi o argilloso-calcarea, con una  colorazione rossa del terreno, che garantisce al Primitivo una struttura vigorosa, elegante ed equilibrata. Sentori fruttati, toni speziati e balsamici caratterizzato il profilo olfattivo di queste produzioni, che risultano sempre piuttosto snelle, verticali e di grande finezza.

Le produzioni salentine, sia in purezza che in assemblaggio con altre varietà, raggiungonodi frequentepunte di eccellenza. Vengono generalmente etichettate come IGT (IGP) Salento, se il vitigno compare menzionato in etichetta, in tal caso le uve di partenza devono essere almeno in misura dell’85% Primitivo. Inoltre, la resa  non deve superare i 170 quintali per ettaro e il grado alcolometrico non può essere inferiore a 12% vol. Invece, i blend fra uve diverse, contenenti anche Primitivo, vengono etichettati come rosso.

La DOC (DOP) Terra d’Otranto, nello specifico, copre per intero il territorio Salentino (Taranto, Brindisi, Lecce) e prevede una produzione con un protocollo più rigoroso ed impegnativo, poiché tutte le uve impiegate devono appartenere in una misura del 90% al medesimo vitigno, la resa massima si prevede di 90 quintali per ettaro con un titolo alcolometrico di non meno di 13.5% vol.

Lo stesso disciplinare rende possibile la produzione delle Riserve, come anche della tipologia frizzante e dei rosati. Il Primitivo si rivela così come un vitigno che si presta a molte interpretazioni, la cui storia si intreccia con leggende e miti. In qualunque territorio abbia dovuto adattarsi, ha comunque conservato la sua caratteristica di varietà precoce dall’alto valore qualitativo e di simbolo della Puglia meridionale.

Photo Credits: Carvinea

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