“Piccole” Grandi realtà di Valtellina

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Il comparto enologico della Valtellina è formato da un ridotto gruppo di grossi produttori, affiancato da una cerchia più ampia di piccole realtà vitivinicole, spesso a conduzione familiare e con lunghe tradizioni storiche che nel corso del tempo sono giunte sino ad oggi. Importante è sottolineare come molti giovani abbiano preso in mano le redini delle aziende di famiglia, senza farsi spaventare dal durissimo lavoro di chi fa vino in Valtellina, ma piuttosto facendo leva su quella preziosa ed inestimabile esperienza che hanno ereditato da genitori e nonni. Unendo questi antichi valori alla freschezza delle loro idee, queste persone contribuiscono sempre più in modo significativo a rendere grande la Valtellina enologica, arricchendola di espressione interpretative personali, non omologate, che parlano il linguaggio di una filosofia e di un concetto di vino assolutamente personali. Ogni appassionato può ritrovarsi meglio in una tipologia piuttosto che in un’altra, ma di sicuro è affascinante vedere come il Nebbiolo venga preso per mano ed interpretato in modo “tradizionale” o “innovativo”, regalando una grande complessità che è bagaglio prezioso per la Valtellina.

Una realtà che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante in quest’ottica è la cantina AR.PE.PE. (45.000 bottiglie/anno), acronimo di Arturo Pelizzati Perego, il fondatore dell’azienda di Sondrio, ora gestita dai figli Emanuele ed Isabella. Sono 10 gli ettari di vigneto da cui nascono 9 etichette di vino, con una filosofia produttiva fortemente “tradizionale” e legata al lungo affinamento in botte grande. I vini di punta AR.PE.PE. restano in legno per un periodo molto più lungo rispetto a quello minimo richiesto dal disciplinare, ed anche la successiva evoluzione in bottiglia viene fatta senza “fretta” di uscire sul mercato. Un preciso investimento viene quindi fatto nei confronti dell’invecchiamento del Nebbiolo, con il chiaro scopo di conferire ai vini grande finezza ed estrema esaltazione del territorio, senza la “paura” di mettere sul mercato prodotti dal colore rubino granato, già tendenti all’aranciato. Non si seguono mode estemporanee, ma si procede con una precisa e determinata filosofia produttiva, che diventa poi un marchio distintivo della famiglia Pelizzati Perego. Attualmente uno dei sui vini di maggior pregio è il Valtellina Superiore Sassella DOCG Riserva “Rocce Rosse” 1999, maturato per quasi 5 anni in cemento e acciaio, poi 4 anni in botti da 50 hl, prodotto come altri solo nelle annate migliori, acquistabile in cantina per una cifra intorno alle 20 euro, assolutamente interessante per un vino di così lontana annata. Altro fiore all’occhiello è il Valtellina Superiore Sassella DOCG “Ultimi Raggi” Vendemmia Tardiva 2004, frutto di una vendemmia del Nebbiolo fatta a fine Novembre, maturazione in acciaio per circa 21 mesi e poi altri 36 in botti e tonneau. Si tratta di un vino secco di grande struttura ed eleganza, proveniente da uva le cui vigne si trovano a 650 m di quota, anch’esso acquistabile in cantina ad una prezzo intorno alle 20 euro. Da questi esempi è evidente come la cantina AR.PE.PE produca vini che in prima battuta devono convincere loro e la messa sul mercato viene fatta solo quando hanno raggiunto quelle caratteristiche che sono ritenute essenziali nell’interpretazione del Nebbiolo, encomiabile sono poi i prezzi decisamente interessanti visto il grande lavoro che sta dietro all’uscita di bottiglie di questo rango.

Parliamo ora di un’altra bella realtà enologica di Valtellina, ovvero la cantina di Sandro Fay (42.000 bottiglie/anno), fondata nel 1973 a San Giacomo Teglio, che da diversi anni vede anche la collaborazione dei figli Marco ed Elena. I vigneti si estendono su una superficie complessiva di circa 14 ettari, con la produzione che si concentra per tradizione di famiglia prevalentemente nella sottozona del Valgella, evidenziando un forte senso della territorialità che si manifesta nell’eccellente qualità di alcuni suoi cru, ovvero i due Valtellina Superiore Valgella DOCG, uno denominato “Carteria” l’altro “Cà Morei”. Entrambi sono ottenuti con un affinamento di circa 12 mesi in barrique, provengono da vigneti diversi con differenti peculiarità soprattutto per esposizione ed età delle vigne. Questi due vini, prodotti solo nelle migliori annate, sono acquistabili in cantina a meno di 20 euro la bottiglia, confermando un ottimo rapporto qualità/prezzo con il quale si possono degustare alcune delle migliori espressioni della sottozona Valgella.

Un accenno ad una realtà produttiva molto giovane, fondata nel 2003, stiamo parlando della cantina Dirupi (15.000 bottiglie/anno), situata nella località Ponte in Valtellina, guidata dai due giovani titolari: Davide Fasolini e Pierpaolo Di Franco. La superficie di vigna a disposizione è circa 4 ettari, tutti in affitto, per una produzione concentrata solo su tre vini: il Valtellina Superiore DOCG Riserva “Dirupi”, il Valtellina Superiore DOCG “Dirupi” ed l’IGT Terrazze Retiche. Le rese sono molto basse ed oscillano dai 35 ai 50 quintali per ettaro a seconda della tipologia di vino. Nel caso della Riserva si effettuano 24 mesi di affinamento in botti da 20 hl, mentre per l’altro Valtellina Superiore si operano 18 mesi svolti in barrique ed in botti da 20/25 hl. La filosofia produttiva è rivolta a proporre vini non “muscolosi”, ma piuttosto freschi ed eleganti, enfatizzando al massimo le peculiarità del Nebbiolo di Montagna, creando vini di struttura senza perdere di vista la gradevolezza di beva.

Infine spendo qualche parola per un piccolissimo produttore, Gianatti Giorgio, la cui cantina situata a Montagna in Valtellina produce un solo vino. La superficie a vigneto è di 2.5 ettari, le bottiglie prodotte sono circa 8.000 all’anno. Come dicevo l’unico vino prodotto è un Valtellina Superiore Grumello DOCG, affinato prima 18 mesi in acciaio, poi altri 18 in botti da 20 hl, un’espressione di grande tipicità che merita di esser segnalata in quanto emblema significativo del patrimonio enologico valtellinese. Gianatti concentra tutti i suoi sforzi su questo vino, traendone un prodotto di struttura ed eleganza, molto apprezzato da chi lo ha degustato, acquistabile in cantina a poco più di 10 euro alla bottiglia.
Con il breve cenno fatto su questi produttori spero di aver mosso la curiosità del lettore ad approfondire in modo serio la realtà enologica di Valtellina, sono molte le cantine che nel loro piccolo portano avanti da anni un “concetto” di vino legato al loro passato, ognuno cosciente delle proprie potenzialità e per questo la qualità è un obiettivo perseguito da tutti, mettendo il territorio ed il Nebbiolo come protagonisti indiscussi del loro lavoro.
Concludo questa piccola rassegna sulla splendida realtà vitivinicola valtellinese citando alcuni prodotti di sicuro interesse per il loro rapporto qualità/prezzo. Sarebbero centinaia i vini meritevoli di esser suggeriti al lettore, ma come criteri di scelta voglio indicare quelli di produttori che realizzano meno di 50.000 bottiglie all’anno, con un prezzo che in cantina o in enoteca sia mediamente compreso fra i 10 e i 25 euro. Ecco qualche suggerimento, in rigoroso ordine alfabetico del produttore:

ARPEPE      Valtellina Superiore Sassella DOCG Riserva “Rocce Rosse”        20-25 euro
CAVEN       Valtellina Superiore DOCG “Giupa”                                          10-15 euro
DIRUPI      Valtellina Superiore DOCG “Dirupi”                                          15-20 euro
FAY           Valtellina Superiore Valgella DOCG “Carteria”                           15-20 euro
FOJANINI   Valtellina Superiore Sassella DOCG Riserva “Le Barberine”        15-20 euro
GIANATTI   Valtellina Superiore Grumello DOCG                                       10-15 euro
LE STRIE    Valtellina Superiore DOCG “Le Strie”                                      15-20 euro
NOBILI       Valtellina Superiore Inferno DOCG                                         10-15 euro

Ovviamente questo vuole solo essere uno spunto offerto ai lettori nel caso fossero interessati a vini di piccoli produttori della Valtellina, che meno sono sotto i riflettori rispetto a cantine più grandi e blasonate, le quali hanno una diffusione commerciale più capillare sul territorio. Ad onor del vero comunque bisogna dare atto a potenti realtà produttive come Nino Negri, Nera, Triacca, Plozza, Sertoli Salis e Mamete Prevostini di aver per primi contribuito ad “esportare” i vini di Valtellina in Italia ed all’estero, facendo conoscere la “grazia” enologica del Nebbiolo di montagna della Lombardia, lavorando negli anni con grande qualità riconosciuta da più fronti. Come sempre sostengo prima bisogna muoversi sul mercato in modo organico a livello di sistema, dopo di che ogni singolo produttore avrà la possibilità di mostrare il carattere del proprio vino, la filosofia con cui lo interpreta, raccontando nel bicchiere la storia di un territorio e degli uomini che su di esso hanno amato e coltivato la vite.

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